Difficile immaginare che una simile perfezione possa derivare da così tanta semplicità.
Un formaggio unico, dal gusto inconfondibile, sicuramente un formaggio che non ha alcun bisogno di presentazione in Italia e nel mondo, che viene prodotto con gli stessi criteri di otto secoli fa, con la stessa pazienza e la stessa cura negli 380 caseifici dalle circa 50’000 persone che ogni giorno lavorano all’interno del Consorzio del Parmigiano-Reggiano.
Sabato 14 settembre, presso l’Ernestomeda Loft di Milano, è stato presentato in anteprima a un ristretto gruppo di fooblogger, il secondo livello della Parmigiano Reggiano Academy, un percorso formativo sensoriale, completamente scaricabile e ripetibile, che ha l’intento di avvicinare amanti e degustatori al Re dei formaggi.
Tre i concetti cardine:
- il gusto di conoscere
- ill gusto di creare
- il gusto della convialità
Dopo il debutto di febbraio sul web dell’applicazione per diventare Palati Raffinati (conoscere), a maggio il Consorzio ha indetto la Parmigiano Reggiano Chef (creare), un contest culinario internazionale con la tematica della cucina del riuso, della valorizzazione del cibo e della riduzione degli sprechi.
A novembre, questo percorso si chiuderà con la Parmigiano Reggiano Night (convivialità), una cena 2.0 in simultanea, dalle case di tutti quanti vorranno condividere la propria tavola, cenando con piatti a base di Parmigiano Reggiano.
I numeri dello scorso anno? 6’000 cene e 25’000 invitati.
Dopo una prima presentazione, guidate dalla figura professionale di Igino Morini, degustatore di Parmigiano Reggiano e responsabile stampa del Consorzio, abbiamo avuto l’onore di effettuare dal vivo una degustazione delle tre stagionature del Parmigiano Reggiano: bollino aragosta 18 mesi, bollino argento 22 mesi e bollino oro 30 mesi, ottenendo così l’esclusiva coccarda di Guida Palato Raffinato.
Come se questo non bastasse, abbiamo avuto la fortuna di assistere all’apertura manuale a roccia di una delle forme di Parmigiano Reggiano: un procedimento che somiglia molto più ad un rituale sacro, ripetuto ad arte dalle abili mani di Igino, che, coltello dopo coltello, ha inciso e poi aperto la forma.
La giornata si è conclusa nella luminosa cornice delle Fonderie Milanesi con un pranzo che del Re dei formaggi ne ha fatto l’ingrediente principe: antipasto di zucchine, nocciole e uva passa con scaglie di Parmigiano Reggiano stagionatura 30 mesi, tris di cannelloni con ragù di manzo bianco, involtino di manzo con fonduta di Parmigiano Reggiano e semifreddo di fichi e Parmigiano Reggiano con croccante al sesamo.
Da oggi trovate sul web l’app per approfondire la vostra conoscenza sulle caratteristiche di questo formaggio così importante per la storia gastronomica del nostro paese, quindi cosa aspettate? Cliccate qui oppure sulla pagina Facebook di Parmigiano Reggiano e divertitevi a diventare Palati Raffinati Parmigiano Reggiano!
Vi ricordo inoltre, che il 5 e 6 ottobre, si svolgerà Caseifici aperti: se non avete altri impegni, il mio consiglio è quello di scegliere uno dei numerosi caseifici che aderiscono all’iniziativa e godervi la scoperta di come nasce una delle sacre forme di Parmigiano Reggiano.
2 comments
Mannaggia a me e al mio cellulare in bella vista sul tavolo della degustazione :/
E comunque, rivedere quella forma appena aperta e quelle scaglie mi provoca sempre la stessa acquolina…
Ecco di chi era!Me lo sono chiesta,ma non sapendo non ho chiesto di spostarlo 😉
Io mi ci sarei tuffata dentro quella forma!