On air:”Lay and love- The Pieces of shit”Sul confine ci siamo tu ed io e un esercito in verde, le bandiere issate e la sensazione di cavalcare il mondo. Ci nostri passi trepidanti e il passato che incontra il futuro.
Sul confine c’è lo stesso cielo che corre rapido e non trova mai sosta, la piuma morbida sotto gli scarponi, l’odore di funghi secchi quando varchi la soglia di casa. Sono tornata troppe volte sul confine, insicura, insoddisfatta, con una stanchezza consolidata, più per dovere e necessità che per voglia.
Ancora una volta ho lasciato che ai tempi stretti di casa mi prendesse la quiete delle colazioni lunghe, il silenzio per nulla imbarazzante di certi riti, dove le mani chiacchierano senza sosta, tra le persone di sempre o in mezzo a una moltitudine di sconosciuti, attorno al tavolo dentro casa o nel verde dei boschi. Sono partita con un’incertezza intensa, perchè quest’anno ha uno strascico più lungo del previsto e la stanchezza era riuscita ad entrare anche dentro alle valigie.
Tante domande e tanti aspetti della mia vita che vorrei modificare, ma che non so ancora come e se, a cominciare da questo spazio.
Ho sentito l’esigenza di staccare, di chiudere, perchè i riti erano diventati abitudini: si era perso quel quid che mi aveva portata ad iniziare quest’avventura, questo aprirmi e raccontarmi.I silenzi accorpano i pensieri, li pettinano e ne cavano tutti i nodi, gettano i lacci e le inutilità, lasciano respirare.
L’ispirazione me l’hanno data il contorno del sole e l’odore del paesaggio.
Non sono certa di aver trovato il modo, anzi credo di essere solo agli inizi di un nuovo percorso che non voglio abbandonare, che avrà giornate ancora più difficili, ma che non posso più evitare.
L’unica certezza è questa foto troppo luminosa e sfocata, fatta dalle mani di mio padre, la sicurezza di sapersi scoprire per quello che si è veramente, quel ritrovarsi e finalmente assomigliarsi.
Riparto da qui, da una confettura fatta in un giorno di pioggia, uno dei tanti, con il mio esercito di mani forti, quelle che mi fanno sentire al sicuro, anche nell’incertezza.
- Mirtilli di bosco 1 kg
- zucchero di canna 350 g
- mezzo limone
- Pulite i mirtilli, risciacquateli e fateli asciugare su un vassoio coperto da carta assorbente.
- Metteteli insieme allo zucchero e al succo di limone filtrato in una casseruola, mescolate, coprite.
- Fate macerare per un paio d'ore a temperatura ambiente.
- Portate la pentola sul fuoco e fate cuocere a fiamma media fino a quando la confettura risulterà avere una consistenza semiliquida (circa 45 minuti dal primo bollore).
- Versate nei vasi già sterilizzati, chiudete e, una volta freddi, fate sterilizzare in acqua per 20 minuti (i venti minuti si calcolano da quando l'acqua inizia a bollire).
- Fate raffreddare all'interno della pentola, estraete, asciugate i vasi.
- Etichettate e riponete in luogo fresco e asciutto.
10 comments
Li stessi pensieri, voglia di fermarmi un’attimino. Il nuovo persorso è sempre incerto e può essere difficile, ma sono sempre le nuove porte aperte che ti aspettano con le nuove aventure. Buon percorso.
p.s. adoro i mirtilli, un mese fa la mia mamma mi ha portato 2 baratolini di quelle selvatiche, è come ricevere oro 😉
E’ la pazienza che mi manca di più: sono una persona che diventa facilmente insofferente quando non riesce a “fare”,ma sto migliorando, imparo ad attendere e spero che la mia pazienza venga premiata 🙂
Sicuramente questi mirtilli ne sono un esempio…non ti dico il dolore alla schiena dopo aver passato tutto il pomeriggio china sulle piantine nel bosco 😉
C’è che io respiro ogni singola parola, come se suonasse nuova ma al tempo stesso conosciuta, coccolata, già in parte sviscerata… un inizio di un percorso che ha radici solide dietro ma ha intenzione di vedere oltre, mani e gambe vogliono correre avanti senza dimenticare quello che c’è stato, anzi facendo leva proprio sul vissuto, su tutte quelle consapevolezze – e anche contraddizioni – che hanno portato a decidere, a scegliere di… pensare a noi stesse, abbandonandosi a sogni, spiragli di cambiamento, voglia di farcela…
Leggerti per me è (come) tornare a casa. E l’ho fatto.
La vogli adi tentare.
Devo ringraziare questo desiderio che non si psegne se ho ancora voglia di rischiare.
Quello e le persone che come te mi stanno ad ascoltare e mi aiutano a fare chiarezza 🙂
Mancavano molto le tue parole, sono felice che tu sia tornata!
Coraggio, sono sicura che troverai la nuova strada. Se ci sono mani forti a stringerti e proteggerti, non c’è nulla di cui avere paura.
Ho una buona base a cui affidarmi nei momenti duri 😉
Grazie Lucia!
La scuola “per i grandi ” é finita da tempo (da troppo!) ma nonostante questo l’anno inizia cmq per tutti a fine agosto. É in questo momento in cui si tirano le somme e si fanno i buoni propositi per il “nuovo anno”. Io credo che tu non potessi trovare modo migliore per ricominciare, da una marmellata. Io sono fermamente convinta che il cibo é certamente questione di palato e di stomaco, ma molto spesso lo é anche di cervello. Bentornata cara Manuela!
p.s non essere troppo severa con tuo padre!
Sarà che con la fine di agosto termina anche l’attesa per il mio nuovo anno tutto personale ( faccio gli anni i primi di settembrre), ma io sento tantissimo questo momento di resoconti, bilanci ecc.ecc. e quest’anno è ancor più complesso del solito, ma piano, piano, con stomco, palato e cervello cercherò di arrivare al cuore della questione 🙂
Ma tu dici che son stata troppo dura?!?
Dovresti vederci mentre lui dice di essere un grande fotografo ed io lo smonto a suon di esempi di gambe mozzate e scalpi involontari 😉
Non sono l’unica allora ad essersi portata in valigia anche tanti pensieri e tante incertezze sul futuro prossimo, sulle scelte da prendere, sul nuovo percorso da portare avanti. Avrei voluto poterli lasciare andar via e far sì che l’estate si prendesse cura di me, dandomi indietro l’energia persa. Ma come dici tu, alcune cose, a un certo punto, non si possono più evitare. Ti auguro di non perderti lungo la strada, di trovare la pazienza di cui hai bisogno, di realizzare quello che è giusto per te. Il nuovo inizio che hai scelto, così dolce e selvatico, non mi pare affatto male! E un po’ te lo invidio, gli unici mirtilli che ho mai trovato in vita mia sono ancora sui cespugli dei Pirenei, un po’ troppo lontani dalle mie valli toscane…
Bentornata piccola mela, ci sei mancata!
Mi consola sapere che non sono l’unica persona che ha avuto valigie pesanti (sai com’è mal comune….), anch’io come te avrei voluto che l’estate coi suoi temporalie le sue piogge di sole cancellasse almno un po’ dell’intensità dei pensieri e invece niente.
Riparto e ammetto di essere ancora incerta, anche se passare di qui e trovare le persone “giuste” mi fa decisamente sentire più leggera.
Grazie Claudia è sempre bello ritrovarsi!