On air: “Island in the sun- Weezer”Lui è una salsa di pomodoro, densa, fumante. Al tempo stesso versatile e risolutore, nella sua imperante semplicità riesce sempre a mettere d’accordo tutti.
N. 1 è chiaramente una meringa: delicata, leggera, da maneggiare con cura. Ispira una simpatia innata per la sua delicatezza e quel piccolo ciuffo che cade di lato.
N.2 è un uovo. Strapazzato o alla coque, energico e concreto, un alimento indispensabile a cui non puoi negarti. Può dare corpo a una pasta fresca o alleggerire una torta, un piccolo punto di luce intensa.
N.3 è una fetta di torta, classica, tradizionale, che può stupire per sofficità e morbidezza. Una torta da credenza in bella mostra sul piano della cucina, che ti aspetta sempre lì, ad ogni rientro.
A me piace pensare di essere una polpetta, una piccola sfera di ingredienti diversi assemblati a mano. Un cibo semplice dalle infinite possibilità, timidamente nascoste dentro un guscio di pane.
Se preparata con la giusta attenzione posso legare a me tutti gli ingredienti per non lasciarli mai più, ma posso disfarmi come neve al sole, se abbandonata alla fretta di chi non se ne cura. Queste polpette nascono dalla rivisitazione di una ricetta portata a tavola da quel ravanello di mia sorella. Lei, che il suo bel colore rosso lo tiene nascosto fino all’ultimo sotto la terra calda, me l’aveva raccontata a spanne in una delle tante mattine di lavoro.
Io, che faccio copia e incolla delle parole, l’avevo archiviata mentalmente tra le ricette da ri-fare appena possibile.
Le polpette si possono sia friggere (come nel mio caso) che cuocere al forno. Se preferite la soluzione light, il mio consiglio è quello di preferire una forma più schiacciata e una minor quantità di provola, perchè trattandosi di una cottura più lunga le polpette tenderanno a disfarsi maggiormente.
- Cime di rapa 400 g
- aglio 1 spicchio
- peperoncino 1 secco
- olio extravergine di oliva
- pane raffermo 120 g
- pane grattugiato
- latte 200 ml
- uovo 1
- provolone piccante 100 g
- sale un pizzico
- olio per friggere (arachide o semi di mais)
- Mondate e stufate le cime di rapa in pochissima acqua per 10 minuti.
- Scolate e strizzate bene, quindi ripassatele in un tegame con un filo d'olio, l'aglio schiacciato e il peperoncino (intero o tritato, a piacere).
- Tagliate in pezzi il pane e ammollatelo nel latte per 30 minuti.
- Tritate le cime di rapa e il provolone piccante, amalgamate gli ingredienti col pane, avendo l'accortezza di rompere i pezzi più grossi ancora interi.
- Unite l'uovo e il pizzico di sale, amalgamate e formate delle palline della dimensione di una noce.
- Passatele nel pane grattugiato e lasciatele riposare 10 minuti prima di friggerle.
- Cuocete per 5 minuti, rigirandole con la schiumarola, scolatele su un foglio di carta assorbente e servite calde.
17 comments
Questo post è meraviglioso.
Son sempre belle le tue parole perché trasmettono emozioni vere, perché son sempre in armonia con le tue ricette, con te…:)
..e vogliamo parlare delle polpette? Le adoro, in qualsiasi modo, fatte con qualsiasi ingrediente..e queste qui, con le cime di rapa, le vorrei adesso! 😀
Un abbraccio forte :*
Le polpette hanno questo potere, potresti continuare all’infinito a cucinarne e a inventare nuovi abbinamenti 🙂
Ti mando un piccolo cartoccio virtuale!
Un abbraccio
La vostra descrizione è meravigliosamente perfetta! Le polpette poi lo sono sulla fiducia (che poi mi pare ne avesse fatte di simili la ravanella ad un nostro aperitivo da vigilia vero?)
Certo che sono proprio quelle Manu!
E’ un anno che ho in mente di rifarle e ancora non ero riuscita…sappi soltanto che sia Michi che suo padre le hanno apprezzate…quasi mi commuovo!
E se da oggi iniziassi a chiamarti la piccola polpetta (ma forse non sarebbe così carino)?! 😉
Una polpetta che talvolta può trovarsi in una salsa di pomodoro densa e fumante; oppure, se mangiata nella sua squisita semplicità, deve essere accompagnata da una fresca insalata, colorata qua e là con piccoli rossi rapanelli. Ma in ogni caso a fine pasto ci sarebbbe sempre quella voglia di dolce, meringa o fetta di torta poco importa!
ps: le cime di rapa del tuo orto sono fantastiche, e quello spago gli da un’aria molto professionale!
Piccola polpetta non è male, anche se ormai credo di non potere proprio slegarmi dal mio soprannome originario 😉
Magari fossero mie queste cime: i purtroppo non sono riuscita a coltivarle,ma c’è sempre un altro anno e altre polpette, non credi?! 🙂
Mi piace questa famiglia di salse di pomodoro, meringhe, uova e torte da credenza. E mi piace da morire che tu sia la personificazione di una polpetta, che tiene tutto insieme o che si disfa se privata della necessaria cura.
E Dio, quanto mi piacciono queste polpette.. divine!
E a me ovviamente piace che ti piaccia tutto questo: svelarsi un po’ a volte non è male 😉
Un abbraccio!
Ora che vi ho visto, visto tutti intendo, “capisco” molto di più tutto quello che racconti e mi sento speciale per questo, perchè sono entrata a piccoli passi nelle vostre vite… adoro le famiglie culinarie in cui la ricetta giusta è data dall’unione di tutti gli ingredienti! Si può mischiare anche il dolce con il salato, non ci sono regole e anzi, la fantasia e la contaminazione portano armonia! 🙂
Io sono una polpetta come te… il mio amore per le forme sferiche lo conosci, specialmente se entrano in una cocotte! In quel celeste respirò già la speranza di primavera e quel mare che sbuca anche nei periodi di neve, più forte di tutto…
La cucina e gli ingredienti sono parte di noi o forse il contrario,ma anche questa volta balza all’occhio il legame indissolubile che c’è fra noi e le nostre ricette.
Come un percorso che dalla montagna porta fino al mare, per poi tornare verso casa. Un lungo viaggio fatto di sapori e piccoli contenitori colorati di idee, che bisogna fare coi giusti compagni di viaggio 😀
Troppo bella questa identificazione con gli alimenti!Ho provato a fare il tuo gioco ma non sono riuscita a trovarmi, che alimento sarò secondo te?Diciamo cara mia che il personaggio ‘polpetta’ tutti lo vorrebbero 😀 soprattutto una polpetta come queste!!!Mamma mia ma come ci pensi a questi accostamenti?Sono buonissimi!
Sì, in effetti, la scelta della polpetta è una tra le più contese (troppo facile, non cedere…) 😉
Se dovessi scegliere un alimento per te sceglierei una pasta ripiena: elegante, piena di tradizione, che ti esplode in bocca con tutti i suoi sapori…che dici ti ci trovi?!? 😀
Bellissima metafora. E mi piace l’idea che tu sia una polpetta…sicuramente una delle cose che mi piacciono di più per quella forma rotonda e accogliente, il saper mettere tutti d’accordo, il saper accogliere qualsiasi ingrediente, anche quelli che sembravano inutilizzabili… Un piatto dalle mille virtù. 🙂
Queste mi piacciono particolarmente perché sono semplici e saporite…e permettono di riutilizzare il pane! 🙂
Buona settimana.
Anch’io amo le ricette di riciclo e le polpette sono un po’ le regine del riciclo, perchè difficilmente si fanno con ingredienti “nuovi”.
Non sono sempre brava come le polpette a metter tutti d’accordo,ma ci povo… 😉
Mi piacciono tantissimo i tuoi post! E le polpette mi piacciono ancora di più!
Bello immaginarsi polpetta, io visto la mia morbidosità sarei un polpettone ripieno ma morbido e saporito comunque. Splendide queste polpettine, me le immagino con un bianco frizzante ed è subito antipasto! Un abbraccio
Bello immaginarsi cibi e darsi nomi che profumano di buono. E poi, le polpette a me sono sempre state simpatiche.