On air: “Je n’en connais la fin- J. Buckley”La mente è un perfetto selettore naturale: cancella e rivede i ricordi in maniera del tutto soggettiva, accentuando profumi e forme altrimenti superflui.
Come un artigiano esperto, lavora e suggella il passato, archiviando infanzia e adolescenza secondo criteri imponderabili, misteriosi.
Così non si spiega come riesca ancora a sentire il profumo dell’aria tiepida di quel pomeriggio d’estate, quello in cui ho pedalato la mia prima discesa senza rotelle, nè perchè mi sia perfettemente limpida la tua immagine di spalle mentre ti allontani e del contorno del tuo viso nei nostri giorni insieme, nemmeno l’ombra.
Ho archiviato l’infanzia tra le tinte allegre dei campi dietro casa, l’adolescenza tra l’odore dell’asfalto umido e quello della sabbia che brucia, la mia prima giovinezza subito sotto la P di platano fritto e il freddo della terra, quando di notte pescavamo desideri dal cielo.Quando il quotidiano raggiunge una forma più simile al sogno che alla realtà, mi rifugio tra i profumi concreti, come quello del pane.
Immagino per un po’ quale sarà il ricordo più vivo di queste giornate al di là: la neve, le dita gelate o queste forme nuove, simili a grandi sorrisi, inebrianti e leggeri.
La tabatière o pane a tabacchiera, così chiamato per l’evidente somiglianza a una scatola porta tabacco, è un pane francese, originario della regione della Piccardia.
L’impasto è il medesimo che viene utilizzato nella preparazione delle baguette: un impasto indiretto, idratato al 65%, formato secondo le indicazione che potete vedere in questo video.
Una forma preziosa che ben si adatta all’aria vivace che riempie le stanze in questi giorni di inaspettata felicità.
- Poolish
- lievito di birra fresco 2 g
- acqua 125 ml
- farina di grano tenero W 350 (farina forte o farina francese T55) 125 g
- Impasto
- poolish
- farina Pan di sempre Mulino Marino 300 g
- acqua 140 ml
- lievito di birra fresco 2 g
- 5 g sale fino
- La sera precedente preparate il poolish: sciogliete il lievito nell'acqua, unite la farina e amalgamate fino ad ottenere una pastella liscia.
- Coprite con della pellicola e lasciate a temperatura ambiente fino al mattino successivo.
- Sciogliete il poolish con la restante acqua e il lievito. Unite la farina e, dopo aver lavorato brevemente, anche il sale.
- Lavorate l'impasto facendo più serie di pieghe serrate a distanza di 10 minuti l'una dall'altra, poi fate lievitare un'ora, coprendo l'impasto con un canovaccio umido.
- Riprendete e formate le due tabatière come nel video, ovvero, formate due palline di ugual peso, serrate bene l'impasto e lasciate la chiusura verso il basso.
- Su una spianatoia infarinata, schiacciate col mattarello un terzo del volume della palla e formate una lingua piuttosto sottile.
- Spazzolate l'impasto, eliminando la farina in ecesso, spennellate con poca acqua il bordo della lingua e coprite la palla con il lembo di pasta.
- Rivoltate e lasciate riposare ancora circa 60 minuti.
- Infornate a 240°C in forno già caldo, riportando la tabatière con la lingua verso l'alto.
- Abbassate la temperatura a 225°C dopo il primo quarto d'ora e portate a cottura (circa 25 minuti).
17 comments
La Manu poetica ed evocativa che ricorda oggi si unisce a quella del presente che attraversa una città innevata e stringe sottobraccio incredula nuovi sogni, che racconta ad un’amica lontana (ma vicina) quasi in diretta… e questa amica sorride per la sua voce allegra e contenta, perchè le cose belle arrivano, quando si meritano!
Il pane non solo ti rappresenta, ma ti porta anche fortuna, è come se ti prendesse per mano e ti conducesse verso spazi tutti da conquistare… ha fiducia in te perchè tu hai fiducia in lui e questo dovrebbe valere per tutti i rapporti forti e speciali…
La mia salsa piccante oggi credo sia indicata, uniamo le nostre idee e procediamo (avanti)! 🙂
Il pane mi ricorda molto le nonne: ha un suo profumo sincero e caratteristico he non tradisce mai. Ed è capace di evoluzioni straordinarie a partire dallo stesso semplice impasto…sarà questo a renderlo così caro ai miei occhi…Sono felice che tu riesca a scorgere al di là della sua forma, che tu conosca i dettagli di una storia tanto preziosa 🙂 Con la tua salsa sarebbe stato davvero una bomba! 😀
Non conoscevo questo pane, è davvero bellissimo, prendo nota e lo preparo presto 🙂
Un saluto
Raffaella
Benvenuta Raffaella! Se ti piacciono le forme, sulla stessa pagina da cui ho tratto il video ce ne sono molte altre davvero belle e interessanti.Un saluto a te! A presto
Sono incantato dalla bellezza di tutte queste foto meravigliose. Mi sembra di sentire l’odore del pane appena sfornato.
Grazie Massimo!
Sicuramente il soggetto ha aiutato 😉
A presto!
Oltre alla fine che non conosce Jeff Buckley io direi che sono molte altre, forse troppe, le cose che non conosco. Mi piace leggere gli ingredienti dei tuoi pani ed immaginare sacchetti e sacchettini di farine, forze, W, T… mi gira la testa, ma ammetto che mi piacerebbe osservarti mentre le mischi come in una pozione magica. Giuro che starei in silenzio, un taccuino, una penna e magari un morso di pane croccante… Cosa farei senza la mia immaginazione??? Sarei perduta! Buona settimana Manuela!
…questa canzone mi pareva perfetta: anch’io non so bene come finiranno le cose e adoro la grazia con cui lui riesce a cantarlo…
Sappi che mi piacerebbe davvero averti qui, anceh in silenzio, condividere quel poco ch eho imparato con chi come te ne apprezza la bellezza.
Immagino anch’io,magari…chissà! 😉
È proprio vero che la mente organizza i ricordi a modo suo e mette un titolo a seconda di ciò che ci ha colpiti di più. Tante volte un fatto se raccontato da due persone diverse assume caratteristiche differenti, fino a diventare una storia totalmente diversa…
Gli odori sono la caratteristica principale dei miei ricordi e il profumo del pane mi riporta direttamente a quando ero piccola e guardavo con ammirazione i grandi che lo facevano.
La forma di questo pane è bellissima, così rotonda mette subito allegria! Lo proverò :-).
I profumi, o a volte gli odori, forti decisi, completano sempre il quadro dei ricordi.
Mi capita spesso di sentire un profumo e sentirmi catapultata in altro periodo o in un altro luogo.
Il profumo del pane mi trasmette sicurezza, come una vecchia coperta o una foto ingiallita 🙂
La felicità inaspettata è la migliore di tutte. Goditela e assaporala per serbarne il ricordo sempre.
Grazie Lucia, farò tesoro delle tue parole!
Certo che per una che può mangiare glutine una volta ogni morte di Papa queste foto sono una tentazione forte…
E ti credo…Dev’essere davvero dura, forza Paola !
🙂
Oltretutto il panettiere che abbiamo sotto casa prepara del pane stupendo….
Vengo qui a sognare di pani perfetti e di farine, di profumi di forno, e mi ritrovo la voce di Jeff Buckley, una delle poche in grado di cullarmi e di farmi male.
Sono venuta nel posto giusto per sognare.
Un abbraccio
Jeff Buckley ha quel potere calmante anche su di me…la voce, le aprole, non so bene di cosa sia la colpa o il merito.
Se vuoi ci mettiamo sedute e ci facciamo una maratona con tutte le sue canzoni…da mangiare ce n’è 😉