On air: “Heartbreaker- Alabama Shakes”Genova è una signora bizzarra, che mi attrae a sé col suo cielo magnetico.
I carruggi, gli odori densi, i palazzi impettiti, perennemente sull’attenti, e di lì a un passo, il mare.
Cammino e mi sento nuovamente il suo sole caldo addosso, quello di un luglio che non si dimentica tanto facilmente, sento le mani farsi largo tra i respiri, sento la salsedine che filtra dalle ante di quella cabina, isolata, vicino al mare.
Di Genova e su Genova, potrei fermarmi a raccontare per ore: amo i suoi contrasti, la sua molteplicità, lo sguardo diretto che ti coglie impreparata.
I suoi vicoli ribelli, i manifesti strappati sulle saracinesche, le canzoni che ti accompagnano a ogni passo, come un mangiadischi a cielo aperto.Sono tornata a Genova, ma i ricordi mi hanno portata in Messico, dentro lo stesso cielo turchese e le sue nuvole basse. Ho riabbracciato nuovamente Frida, ci siamo annodate i capelli a vicenda, ho scelto i fiori più belli e li ho lasciati crescere nell’erba umida. Ogni volta la sua vitalità mi entra nelle ossa e le scuote come ramoscelli, il suo ¡Viva la vida! si scontra con le mie inutili lamentele da quattro soldi, la guardo e mi rivedo nuovamente capace di scegliere una tonalità in levare, la leggo e so che posso osare, anche nella quotidianità.Questa ricetta è capitata, quasi per caso, qualche giorno prima del mio viaggio verso Genova, ma mi sembrava perfetta per raccontare l’unione tra il mare, il Messico e la mia quotidianità.
Una pasta rapida, se si tralascia il tempo della marinatura dei totani, ma dai profumi intensi e vivaci. Per ottenere un sapore più deciso vi consiglio di lasciare marinare i totani anche tutta la notte in frigorifero.
Se vi piace sapere qualcosa in più su quello che portate in tavola, qui trovate un’ampia descrizione su totani & C., sulla loro pesca e sul perchè sono considerati una buona alternativa sostenibile tra le varie specie pescate.
Il pimiento o pepe garofanato non è pepe, si tratta di una spezia di origini centroamericane, il cui profumo ricorda più una miscela di spezie (cannella, noce moscata, chiodo di garofano e pepe nero), a cui si attribuiscono proprietà antidepressive, antisettiche, carminative e digestive.
Un’ultima nota: quella ragazza lì vicino a Frida sono io, in un momento di pace estrema. Di solito non amo mostrarmi, ma questa volta mi sono sentita…come dire…ispirata! 😉
Buona settimana!
- Spaghetti 180 g
- totani freschi 2
- pistacchi non salati 2 cucchiai
- aglio 1 spicchio
- arancia 1
- pimiento q.b.
- timo essicato q.b.
- olio extravergine
- pangrattato q.b.
- Eviscerate i totani, risciacquateli, asciugateli e riponeteli in una teglia di ceramica.
- Preparate la marinatura con il succo d'arancia, l'olio (un filo), il pimiento macinato al momento, il timo e lo spicchio d'aglio.
- Versate la marinatura sul pesce, coprite con la pellicola e riponete in frigorifero almeno 2 ore, rigirandoli ogni ora.
- Scolate i totani, tagliateli ad anelli dello spessore di 1 cm e fateli rosolare in un filo d'olio. Sfumate con il succo filtrato dellla marinatura e cuocete per cinque minuti.
- Portate ad ebollizione l'acqua, salatela e tuffate gli spaghetti.
- Scolate la pasta ancora al dente, tenendo da parte qualche cucchiaio di acqua di cottura.
- Amalgamate con il sugo, unite i pistacchi spellati e tritati e un'abbondante manciata di pangrattato.
23 comments
Vedo una luce speciale nelle foto di questo primo, più calda, più intensa… sento il tepore del sole che equivale a quello dello stato d’animo che probabilmente avevi quel giorno, sapendo di fare una gita bella e di ritagliarti uno spazio per te… o forse c’è un filo casuale e forte con la luce di Roma, complice Frida che guardi ammirata e curiosa… 🙂
Ecco un’altra affinità che abbiamo: amiamo fotografare le scritte sui muri! Non me ne sfugge una, quando passeggio, quasi quanto le finestre!
ps: e il pimento?! Ti strizzo l’occhio, contenta… è finito proprio in un piatto buonissimo! 😉
Forse sì, è la consapevolezza di questa giornata ad aver reso la luce più bella. Ormai non devo spiegarti quanto importante sia stata questa mostra per me, buttavo gli occhi ovunque e mi dicevo, che sì, mi era mancata questa voglia di vita più forte del solito.
Le scritte sui muri a Genova sono un continuo, ti divertiresti un mondo!Ce n’è davvero per tutti i gusti 🙂
Quel tocco in più nel piatto è tutto merito tuo…Il tuo pimiento mi sorride spesso in cucina, lo infilo in moltissime ricette per vedere l’effetto che fa 😀
Mi si stringe la gola nel parlare di questa città. Non sono genovese, ma l’aria salmastra del porto è sempre arrivata fino a queste coste … l’ho sempre sentita parte di me. Una parte di me che deve farsi perdonare così tanto, tantissimo; giornate torride che hanno lasciato una cicatrice profonda, anzi uno sfregio. Da lì in poi tutto è stato percepito in modo diverso.
Ti seguo tra i “carugi” (che qui le doppie sono una rarità!), mi faccio volentieri raccontare storie messicane e poi prendo una forchettata di questa pasta!
ps: dovresti mostrarti più spesso!!! 😉
Sì, Genova fa questo effetto, non c’è modo di prendere le distanze da una città così…
Sui carruggi ho avuto il dubbio fino all’ultimo (ma quindi è un errore?o si può dire così?),ma l’importante credo sia attraversarli, portandosi dietro tutte le nostre storie: italiane, messicane, poco importa 🙂
Sei la benvenuta Martina, ti tengo il piatto in caldo 😉
P.s. grazie 😀
.un cuore grande così.
e credo di aver detto tutto, il resto lo sai già miamur
Avremo sempre quel’espressione un po’ così, ogni volta che saremo a Genova. Il bello è tornarci insieme, da sempre e per sempre <3
Che foto! E che languorino…
Grazie Paola!
Ho visto sul Corriere la tua presentazione della collana di libri!
Sì, è uscita oggi la nosra presentazione. La collana è in edicola da giovedì scorso, davvero una bella collezione di libri!
Un mangiadischi a cielo aperto, le tue parole mi hanno portato dentro un posto che pur non essendo troppo lontano da me conosco troppo poco, ma lo riconosco nelle tue parole.
Oltre alle tue parole, mi piace molto questo primo piatto, gli agrumi con il pesce sono tra i miei abbinamenti preferiti.
Se trovi il tempo lasciati guidare fino a Genova, credo proprio che te ne innamorerai Marta 🙂
Manuela, mi piace viaggiare tra le tue parole, respirare le atmosfere che generano i tuoi pensieri … freschi … intensi … luminosi …
Mi piace sognare con le tue foto e giocare coi piatti che ci regali.
Mi piace come tu vuoi vivere la vita con gioia e poesia e con l’intensità che era propria di Frida e del mito messicano di quei tempi così pieno di figure, anche femminili, forti e passionali di una passione che infervorava tutti gli aspetti della vita.
Bello questo tuo passeggiare per Genova, città … porto … luogo di mescolanze come molte città di mare, città di poeti e naviganti, dai vicoli stretti e dai palazzi sontuosi.
E così un piatto di mare, fresco e intenso come il tuo sorriso, è solo un pretesto per raccontare altro … per viaggiare … per sognare …
A questo punto mi chiedo se è più bello seguirti per i piatti,le foto o le parole …
Brava Manuela, piacevolissima la tua compagnia.
PS:domanda un pò banale … il pangrattato lo usi così al naturale o dopo averlo saltato un attimo in padella come vuole una certa tradizione.
Grazie e buona serata
Camillo
Genova mi fa sempre questo effetto, credo sia merito della sua aria salata se ne esco sempre rinata da tutte le visite cche mi capita di farle.
Sono felice di averti dato uno spunto per sognare 🙂
Io il pangrattato l’ho usato direttamente sulla pasta, che poi faccio saltare con il suo sugo finchè si amalgama e si lega, ma puoi tranquillamente onorare la tradizione 😉
Buona serata a te!
Siamo creature strane, o almeno io faccio parte di quel novero. Ho girato abbastanza nelle mia vita fino ad adesso (anche se mai quanto vorrei). A dx, a sx, a nord o a sud del globo, ma vergogna per me, mai a Genova! Ed essendo Toscana, e quindi così vicina, la cosa é ancora più grave. Ora che sono lontana e che Genova è un vero viaggio, me ne pento ancora di più. Non é una novità che qui si sia ricoperti di neve, sai che voglia di mangiare i tuoi spaghetti, chiudere gli occhio ed essere a Genova, chiuderli ancora ed tornare in Messico???
Ma come non sei mai stata a Genova?!?!Sai che potrebbe diventare un ottimo punto d’incontro?
Teniamo lo lì, non si sa mai 😉
Comunque è capitato anceh a me di avere posti vicini che ho scoperto solo tardi e,ovviamente, ne sono rimasta folgorata 😀
Frida dà la forza a tutte noi di resistere e di continuare a sognare, senza mai abbandonare ciò in cui crediamo. E’ bello, di tanto in tanto, ritrovare la sua luce.
Sì, la sua luce è davvero speciale e riesce a ispirarci tutti!
Purtroppo Genova l’ho sempre vista in taxi, toccata e fuga. Ma ogni volta che passo dal porto antico mi piacerebbe perdermi tra i vicoli stretti della città più antica. Dev’essere proprio bella, nel suo caso e disordine. Abbinamento perfetto con la tua ricetta di oggi!
Mi ripeto: teniamola come punto d’incontro, sarebbe bello no?!
Caso e disordine la descrivono bene, credo proprio che non ne rimarresti delusa 😀
Magari Manuela! 🙂
Manu cara che meraviglia questo post!Fortunatamente oggi ho un po’ di tempo per recuperare le cose belle 🙂 e tu sei tra queste!Non conoscevo il tuo amore per Genova, mentre il tuo amore per il messico è cosa nota!Poi quello per Frida è un amore che abbiamo anche condiviso 😉 insomma questo piatto rispecchia perfettamente il turchino che c’è tra te, il mare genovese e il cielo messicano e penso che sia lo stesso turchino dei cieli di Frida!Un bacio!
Genova si è presa un angolo di me tanto tempo fa,ma questa sarebbe una storia troppo lunga da raccontarti così 🙂
Ho pensato molto alla nostra giornata a Roma, tra i quadri di Frida e le chiaccherate e forse in questo piatto c’è anche un po’ della mia vacanza romana 🙂
Una bacio a te!