On air: ” Stelle- F. Guccini”Se credessi un po’ di più all’astrologia, sarebbe facile spiegare, per un segno di terra come il mio, tutta quest’aria tra i capelli che mi porto dentro da sempre.
Sarebbe più semplice interpretare le pile di pensieri che lascio sul comodino la sera prima di andare a dormire, o la mia incapacità a concretizzare e a distinguere i limiti. E sì che basterebbe poco a risolvere i miei teoremi: una madre di fuoco e un padre d’aria, una numerologia che è un perfetto equilibrio tra concretezza e creatività, una serie di coincidenze che mi legano anche sulla pelle a certe costellazioni e a certi luoghi.
Invece no, mi ostino a rimanere blindata nella mia ironia, con la testa tuffata in piccole nuvole di farina e grandi progetti, certa che quel vento che mi porto dentro sia la parte più bella che ho da offrire.Il pane in questi ultimi anni ha rubato il ruolo a mia madre e pare avermi educata, riuscendo proprio dove lei aveva fallito.
Mi ha insegnato che aspettare è solo uno dei tanti modi per amare, che c’è più poesia nelle trame di un silenzio e che è solo la forma che cambia, la sostanza rimane sempre la stessa. Che fosse un periodo di grandi sorprese ve l’avevo già accennato, ma oggi lo posso dire ad alta voce.
Da venerdì è online la mia nuova rubrica sul pane per Corriere.it: impasti regionali e internazionali da scoprire e portare a tavola con cadenza quindicinale. Se vi fa piacere qui trovate la prima ricetta.
E che sia solo la forma a cambiare lo conferma anche la focaccia di oggi: impasti idratati e lunghe lievitazioni, la sostanza che amo è sempre quella…in aggiunta un tocco di rosso, quasi un porta fortuna, aspettando che la stagione faccia il suo corso.
Buona settimana!
- Farina semintegrale tipo 2 330 g
- farina manitoba 120 g
- licoli rinfrescato e attivo 100 g
- acqua 350 g
- sale fino 10 g
- emulsione:
- olio extravergine di oliva 50 ml+ acqua 50 ml+ sale grosso 5 g
- pomodori secchi 50 g
- timo/rosmarino fresco q.b.
- La sera (h.11.00 p.m) setacciate le due farine col sale e unite il licoli e l'acqua. Amalgamate e fate delle serie di pieghe serrate a distanza di 15 minuti l'una dall'altra, coprendo con un canovaccio di volta in volta. Ripetete fino ad avere un impasto liscio ed elastico.
- Un altro modo per lavorare l'impasto è con la tecnica della battitura: su una spianatoia leggermente oliata, con l'aiuto di un tarocco, lavorate l'impasto sollevandolo dal centro.
- Piegatelo a metà e battete la superficie sottostante sulla spianatoia. Ripetete fino a formare una palla dalla superficie liscia e tesa.
- Riponete in una ciotola spennellata con un filo d'olio, coprite con un canovaccio umido e fate lievitare per 6/8 ore.
- La mattina seguente, fate un giro di pieghe a libro e fate riposare 15 minuti prima di stendere in teglia.
- Allargate delicatamente l'impasto con l'aiuto del dorso delle mani e riponetelo in una teglia unta o su un foglio di carta forno.
- Distribuite i pomodorini e le erbe, schiacciandoli delicatamente nell'impasto. Preparate l'emulsione e distribuitela sulla superficie della focaccia.
- Lasciate raddoppiare e infornate a 250 °C per i primi 15 minuti, poi a portate a cottura a 200°C.
- Sfornate e lasciate raffreddare su una gratella.
28 comments
Manu, ma perchè quando ti leggo mi emoziono ogni volta di più? Sarà il tempo che passa che mi rende più sensibile e sentimentale o forse il fatto che ti conosco sempre meglio e vivo tutto tutto tutto con te, su quel filo bello che ci tiene in equilibrio?! Insomma, adesso hai anche un’amica di fuoco (!) che non solo ti aiuta a soffiare su quel vento, ma segue anche le tue orme coi lievitati… se ti dicessi che la settimana scorsa ho fatto una focaccia ma non l’ho fotografata e quindi mi sono ripromessa di ripeterla al più presto? Sono tutti segni… tutti aghi di rosmarino che sarà bello trovare tra le pagine di un giornale e raccogliere insieme! 😉
Sto arrivando!
ps: ma sono i miei occhi, oppure le pepite dei miei mirtilli secchi assomigliano alle tue dei pomodori?
Il tempo che passa e abbiamo passato insieme, rende più semplice il dialogo anche a 600 km di distanza. Ci uniscono chilometri di farina su cui camminare e la forza che diamo reciprocamente ai nostri sogni.
saranno i tuoi occhi o forse i miei, fatto stta che abbiamo entrambe buttato un soldino nella fontana con questo tocco rosso…che cii porti fortuna ! 🙂
Detto fatto: alle 23 20 ho tirato fuori dal forno la mia focaccia… più in diretta e collegate di così! 😉
Aaaaah ne voglio una fetta!!!
Dimenticavo: se mi scegli anche Guccini e quella canzone, mi sciolgo come il sale… 🙂
Ehhh lo so…su Guccini potremmo stare settimane sveglie a parlare 😉
Una focaccia generosa, con un sapore che mi è diventato caro da tanto tempo, al quale non so rinunciare più. L’adoro e non vedo l’ora di seguirti presto nel tuo nuovo “viaggio”! <3
Ti tengo una seda libera, un pezzo di focaccia e un pezzo di carta dove scrivere i pensieri più belli.
Sei sempre la benvenuta!
La parte di te che ho visto fino adesso mi piace tanto, ma sono sicura che c’è di più! ..Quanto io ami quello che fai te lo dissi quel giorno in mezzo a tante caramelle, ma te lo ridico molto volentieri Manuela sei troppo brava!! …e non vedo l’ora di rivederti ho tante cose da chiederti, e tanto da imparare!! allora a presto!! 🙂
Ma scherzi, lo dici tu a me?!? Sai che la sensazione è la stessa e te lo riconfermo a dstanza di tempo.
Spero davvero che ci si possa rivedere presto, intanto un abbraccio!
E tu ti complimenti con me? Io con te cosa dovrei fare??? Trombe e tamburi possono bastare? Ma non mi stupisco sai cara Manuela, tutto questo é degnamente meritato! Sarà forse la volta buona che faccio pace con i lievitati???
Gongolo un po’,sono onorata Marghe! 😀
E lo sarei ancora di più se scoprissi di essere io il paciere tra te e i lievitati 😉
Pacca sulle spalle a entrambe quindi,che dici?!(se fossi più vicina ti offrirei una birra,ma così la vedo dura 😉 …)
In generale non sono una persona paziente: se faccio una cosa mi piace vedere subito il risultato, senza attendere. Con il pane invece accade l’opposto: quando impasto mi godo tutte le fasi e le lievitazioni lunghe, ogni tanto sollevo lo strofinaccio per vedere come sta l’impasto e questo mi rende serena. La panificazione insegna tanto ed è una delle cose che mi dà più soddisfazione!
La focaccia è da provare il prima possibile, ha un aspetto bellissimo.
Un abbraccio e buona settimana!
Abbiamo imparato entrambe a capire la bellezza del pane o forse, ripeto, è lui ad averci addomesticate.
Lo ripeterò spesso, fino alla noia,ma so che chi ha provato questa sensazione non ne ha mai abbastanza, esattamente come me 😀
Brravaaa!Che bella questa novità!Ma che poi, può sorprendermi una cosa del genere?Assolutamente no, ma resta il fatto che non sai che piacere saperti impegnata nel tuo elemento: pane e nuvole di farina. Quanto alla pila di pensieri che lasci ogni sera sul comodino si tratta di un immagine che mi piace e che descrive esattamente una condizione molto simile alla mia… o forse a quella del mio comodino!;-) ti abbraccio!
E tu pensa Laura che invece io il comodino non ce l’ho nemmeno, mi tocca partire da terra e salire fino al letto…di pensieri ne ho messi in fila un bell po’ 😉
Non posso che abbarcciarti, spero di raccontarti tutti questi cambiamenti a voce, il più presto possibile 😀
Le focacce hanno bisogno di tempo e pazienza, proprio come l’amore. E , il saper aspettare, è madre di generosi risultati come questo.
Non vi nulla di più buono, e rassicurante, quanto un trancio di focaccia 🙂
Quanto hai ragione Anna Rita,nulla è più rassicurante e col tempo l’ho imparato.
Buona settimana!
Sono felicissima di questa nuova rubrica, che seguirò con piacere!
Mi piace da morire anche questa focaccia.. e ammetto che io e il lievito madre sulla focaccia non ci intendiamo ancora così bene, proverò la tua ricetta che come sempre è una sicurezza per me!
Grazie Giulia! Devo ancora stropicciare un po’ gli occhi e riaprirli… 😀
La focaccia è sempre un po’ ostica, ti confido che anch’io di dubbi ne ho sempre.
Se provi la ricetta fammi sapere come ti trovi! 🙂
Manuela, che splendida notizia! E che splendido post questo, mi è piaciuto tanto leggerti…
Visto che ormai sei il punto di riferimento assoluto per la panificazione, che di lievitati così belli come i tuoi non ne ho mai trovati altrove, ti faccio una domanda…se ometto la manitoba e uso solo semintegrale tipo 2 posso sognarmi quell’alveolatura secondo te?
Un abbraccio fortissimo, pieno di gioia per tutte le belle notizie che ci stai dando!
Io adoro i pomodori secchi, me ne hanno regalato una confezione per Natale, aspetto di usarli per un momento di pausa dal regime glutenfree e magari provo la tua focaccia!
Terra e aria che si toccano: l’equilibrio migliore di tutti.
Buongiorno Manuela!ho provato due volte a fare la focaccia con tempi di cottura diversi. 40 minuti mi sono sembrati tanti (la focaccia è diventata di pietra mannaggia!). La seconda volta l’ho cotta per la metà del tempo circa e comunque (nonostante sia lievitata bene) non ho ottenuto la morbidezza sperata. Volevo, per favore, avere delle indicazioni sui tempi di cottura!!Grazie grazie.
Ciao Marta,
prima di tutto buongiorno a te 🙂
Questa focaccia l’ho cotta in circa 25 minuti, mi chiedevo se avessi usato pasta madre o lievito di birra, perchè anche quello incide sul risultato finale.
Se il tuo forno ti sembra troppo aggressivo, cala di 5-10 gradi la temperatura, ma per una teglia più o meno i tempi di cottura sono questi.
La morbidezza è dovuta a diversi fattori, anche il tipo ti farina usata può incidere, così come i tempi di lievitazione, se vuoi scrivimi i dettagli e vediamo di capire insieme 🙂
Ti ringrazio di cuore per la disponibiltà. Devo ammettere che non sono un genio in cucina però mi diverto e quindi provo a spiegarti. Ho inserito nell’impastatrice gli ingredienti e le quantità da te indicati nella ricetta (farina 2, manitoba e lievito madre “liquido” 100% idratazione). L’impasto però risultava troppo umido, da non poterlo lavorare su una spianatoia, per questo mi sembrava strana la tua spiegazione sulle pieghe o battitura. Impossibile da applicare. Spero di non fare una figuraccia: d’istinto ho aggiunto una manciata di farina 0 per poter ottenere un impasto si umido ma non liquido e quindi poterlo lavorare e fare le pieghe. La lievitazione è riuscita molto bene. Temo allora che il fatto di non aver ottenuto la morbidezza voluta sia dovuta all’aggiunta “ispirata” di maggiore farina. Possibile?? ;-P
Figurati, così vediamo se c’è stato qualcosa che non è stato chiaro da parte mia! La farina sicuramente può aver modificato la ricetta: l’impasto può sembrare un po’ troppo morbido,ma liquido no, la tecnica della battitura l’avevo inserita proprio per spiegare come lavorare la massa senza dover aggiungere altra farina. In questi casi bisogna avere un poì’ più di pazienza e lavorare a più riprese l’impasto, così da dargli più forza.
Se non ti senti tanto sicura con le idratazioni così elevate, diminuisci pure, però ricalcola bene le proporzioni.
Facevo anch’io così, vedevo l’impasto troppo morbido e la risolvevo aggiungendo farina, è istintivo 🙂 La prossima volta prova a farlo riposare 15 minuti tra una lavorazione e l’altra nel primo passaggio e vedrai che migliorerà da solo 🙂
Grazie tante! Sabato ritento!! Evvai!