On air:”Change is gonna come- N. Jones”Ci si abitua in fretta al quotidiano, un po’ come si misurano i passi sulle scale, non servono gli occhi per sapere dove si va, si segue l’istinto, si ascoltano i battiti, quasi si suonasse una musica silenziosa, intima, privata.
Ci si abitua ai colori nuovi, alle stagioni che arrivano e ci scivolano addosso come acqua che docile riempie le fessure, alla terra che perde consistenza sotto i nostri passi, alle foglie fitte sul prato.Al quotidiano ci si abitua quasi senza batter ciglio, i giorni si sommano rapidamente, si collezionano anni, periodi, l’odore della nostra pelle invecchia insieme a quello delle pagine scritte, ma dentro questo numero imprecisato di minuti ci sono attimi che rimangono immutati, quasi fossero eterni.
Dieci anni fa come oggi mi laureavo: dentro quel titolo c’era molto di più di una semplice qualifica, c’erano tutto il mio mondo, la mia gioia, i miei valori.Il Messico non é stato che l’ultimo dei tanti tasselli che hanno formato quel lungo periodo, ma se penso a quella me, alla mia storia, il profumo più forte arriva dritto da lì, dalla calle, da quel parlato, che ancora oggi si insinua quando rimango in silenzio e penso ad alta voce.A quella me, agli autunni che sembrano estati infinite, a quel giorno di dieci anni fa, che suonava come un grande inizio.
A loro dedico questa zuppa, calda, avvolgente, come un rebozo da aprire e stendere sulle spalle quando il freddo assedia le ossa e l’anima.
Questa settimana prendetemi per quella che sono, felicemente incollata alla mia malinconia, in cambio vi lascio una zuppa che è un vero toccasana, soprattutto in queste settimane in cui la pioggia ha definitivamente dipinto l’autunno sulle finestre.
Buona settimana, Manuela
- Ingredienti
- fagioli rossi 300 g
- 1 cipolla dorata
- 1 spicchio d’aglio
- 8 pomodori ramati
- prezzemolo
- brodo di pollo
- peperoncino fresco (chipotle o in alternativa cayenna)
- 150 g formaggio stagionato
- 50 g farina per tortillas
- sale
- acqua q.b.
- olio extravergine
- olio di semi q.b.
- Mettete in ammollo i fagioli in acqua fredda per almeno 12 ore.
- Sciacquate i fagioli e scolateli.
- Mettete in un tegame l’olio, il peperoncino (intero o a pezzetti), la cipolla tagliata a rondelle e l'aglio, fateli soffriggere a fuoco basso, quindi aggiungete i pomodori tagliati a cubetti e privati dei loro semi.
- Unite i fagioli, fate rosolare e sfumate con il brodo caldo.
- Cuocete finchè i fagioli risulteranno morbidi, aggiungendo brodo al necessario.
- Preparate le tortillas: unite il sale alla farina e aggiungete l'acqua, impastando fin quando risulterà ben malleabile. Coprite con della pellicola e lasciate riposare per circa mezz'ora.
- Dividete l'impasto in piccole palline della grandezza di un'albicocca, posizionatele sul foglio di carta forno e premetele fino ad appiattirle leggermente, quindi coprite con l'altro foglio e tirate con un mattarello fino a uno spessore di 3 mm circa.
- Riscaldate una pentola antiaderente con un filo di olio di semi e cuocete le tortillas una alla volta, rigirandole spesso e scolandole in foglio di carta assorbente.
- Prelevate una parte dei fagioli e frullateli con un poco di acqua o di brodo, unite il passato al resto della zuppa, salate e servite con il formaggio a scaglie e le tostadas.
17 comments
Un capolavoro, come tutto quello che fai, buona settimana
Grazie Paola, sei sempre un tesoro :-*
Buon anniversario 🙂 sono rimasta un po’ persa tra le tue parole, ricordando il giorno della mia laurea, quel mio grande inizio e tutto cio’ che ne e’ seguito. Grazie per dipingere le tue splendide ricette con emozioni sottili.
Siam rimaste in due un po’ sospese, Cristina 😉
Sono momenti che segnano la vita, grazie a te per le tue parole!
Essere malinconici non è sempre una cosa brutta, anzi… L’autunno è per me la stagione della mailnconia, quella buona che mi fa sorridere nei ricordi, quando rivedo gli anni passati sorrido ai tanti passi avanti e ai tanti fatti indietro ma l’importate è continuare a camminare, chissà tra dieci anni cosa ci riserverà la vita? Una certezza però è questa zuppa, intensa nel colore e nel sapore, qui di sicuro andrebbe a ruba… Un abbraccio grande!
Vivo la malinconia nello stesso modo: è un’emozione dolce e triste iniseme, che fa parte di me in un modo ch enon so spiegare.
Chissà davvero cosa succederà ancora nei prossimi dieci anni! 🙂
Non capita spesso con te, ma stavolta (complice quella pentola fumante) ho guardato prima le foto e poi letto. E quando lo sguardo si è posato sull’ultima la mia mente ha iniziato a vagare tra scaffalature e ripiani di librerie in cerca di un tuo manuale, di quelli belli e carichi … di quelli che hai voglia di sentire il profumo delle pagine!
… ma non dici sia arrivato il momento di iniziare a rimettersi a scrivere qualcosa che poi debba esser sfogliato?! 🙂
Quando arriverà il momento, ci guarderemo negli occhi, in mezzo un piatto fumante, io ti insegnerò ( ma forse non servirà nemmeno troppo 🙂 ) a perderti in progetti-sogni futuri da far girar la testa e tu mi insegnerai ad abituarsi in fretta al quotidiano … che in questo periodo sono proprio carente in materia!
Ti abbraccio con tutto il calore di questa zuppa, con tutto il calore della tua terra messicana.
Non credo che ti stupirò dicendoti che di libretti e manuali qui ne ho sparsi un po’ in ogni dove 🙂
Scrivere fino a quattro anni fa significava prendere carta e penna, rimpire le pagine di appunti, emozioni, scarabocchi, papaveri trasparenti.
Facciamo che ci sto: tu mi insegni a godermi la grandezza dei sogni, io ti do qualche consiglio su come superare brillantemente il presente 😉
Zuppa commpresa!
Ecco. Dieci anni da quel giorno e da quel periodo. Ai milioni di sogni che avevamo e a quelli che ancora conserviamo. La malinconia attanaglia fortissimo anche me e le mie aspettative disilluse.
Per fortuna che tu non manchi mai.
Ailoviu.
ps.lo sai che dieci anni fa non l’avrei mai mangiata una zuppa di fagioli? 🙂
I nostri sogni sono cresciuti con noi Mur e il nostro esserci a vicenda ha reso speciale anche tutti i giorni normali che non credevamo di poter superare 🙂
Tu non avresti mangiato una zuppa di fagioli e io quelle maledette zucchine col dado 😉 Per fortuna siamo brave a insegnarci le cose belle!
Io mi sono laureata in primavera. Quello che facevo non aveva più molto senso per me, ho concluso gli studi solo per non lasciare tutto in sospeso, ma senza legarci sogni e speranze, più che altro una strana sensazione di aver perso tempo. Ripenso spesso a quel periodo, all’estate che si è aperta subito dopo, ai miei viaggi da sola e all’agosto che ha cambiato la mia vita. E mi vedo tanto, tanto diversa da ora. Adesso non è primavera, ma la malinconia dolce dell’autunno mi riporta facilmente lì, a quello spartiacque tra la mia post-adolescenza e la mia età adulta. Te la ricordi quella canzone che ti ho mandato qualche anno fa? Sarebbe stata una perfetta colonna sonora per questo post.
Splendida zuppa, quella pentola fumante è un invito irresistibile…posso?
Me la ricordo quella canzone, molto bene, ogni tanto la riascolto quando viaggio, sembra perfetta per guardare fuori dal finestrino di un treno 😉
Io non mi sento tanto diversa da allora, anche se sono cambiate tante cose. So per certo che quella linea spartiacque ha segnato tuttoo un periodo per te come per me e ogni volta mi viene voglia di tirare un sospiro un po’ più forte…
Un abbraccio!
Alla seconda riga compare la parola “istinto” che è il filo che ci lega questa settimana nei nostri post: io l’ho messo nella mia pozione da streghetta, tu lo usi per andare avanti sulla strada… e so che entrambe non lo perderemo mai, come non si perdono alcuni ricordi fumanti come la tua zuppa…
E’ incredibile come la mente sappia giocare con il tempo, 10 anni a volte sembrano lontanissimi, quasi una vita fa… altre volte invece appaiono nitidi, lucidi, come un film che scorre davanti agli occhi di cui ci ricordiamo ogni scena e sappiamo le battute a memoria… ed è bello così, camminare un po’ in bilico tra il Prima e il Dopo, con i piedi nel presente ma un pezzo di cuore nel passato, che non si stacca da lì perchè ha messo radici forti… nei luoghi più amati torneremo sempre a fare viaggi emotivi e mentali e una scodella che trasmette calore e passione sarà in tavola, alla stessa ora, nello stesso punto… ed è una confortante certezza, cremosa e con un piccolo fiore dentro… (amo quel dettaglio!)
Un fiore piccolo, piccolo, in un mare bollente.
A volte è così che ci sentiamo, quando la mente ci fa camminare in certe vie e le emozioni corrono più veloci di noi.
I ricordi servono un po’ a questo: a mitigare quelle scottature, come una corazza, ci proteggono dal presente, quando questo ci delude, ci tengono la testa alta, quando avremmo solo voglia di tenere gli occhi bassi.
Forse è la corazza dei ricordi, forse è quel pizzico di magia di cui solo le streghette son capaci! 😉
Sottoscrivo tutto! 😉
Credo che il quotidiano ai quale ci si abitua, se non quasi ci si assuefà, sia necessario per rendere alcuni episodi indimenticabili. Siano essi minuti, ore o giorni. Curiosità che il mio viaggio subito dopo laurea sia stato proprio il Messico e che giusto abbia preparato una minestra di fagioli e comprato un bel mazzo di coriandolo… La prima foto é stupenda! Non che le altre siano da meno, ma nella prima mi pare di poterlo toccare quel pezzetto di tortilla…
Se è così come dici tu, dev’essere per quello che questi momenti sono a dir poco perfetti.
Davvero è stato il Messico?E dove,mi piacerebbe parlarne per ore, dirti quello che ho vissuto, sentire i tuoi percorsi, quello che hai amato e quello che ti ha segnata… magari con una zuppa e due tortillas davanti!