Mi reputo una persona curiosa, quando per curiosità intendo quella buona, che non ruba attimi di vita, ma che ti tiene sveglia la notte con pensieri più fondi del nero e che di giorno ti fa stare col naso all’insù a rischio di sbattere i piedi contro i sassi e il muso contro il muro.
Curiosa per amore di conoscenza, attratta da tutto ciò che è singolare, insolito, o semplicemente sconosciuto, ma al tempo stesso fortemente attaccata alla normalità e alla tradizione.In cucina mi comporto esattamente come nella vita o nella letteratura: attratta da ciò che è nuovo, ma con una mano fortemente ancorata al passato.
Torno sui versi sottolineati, per ricordarmi com’ero, cerco ingredienti e significati sconosciuti e li faccio miei.La cucina è la parte di me che meglio rappresenta quello che sono e ciò che amo: non è un caso che i lievitati siano la chiave di tutta questa storia.
E’ una danza armonica, che vede ballare immaginazione e tradizione, in una sorta di corteggiamento che parte da lontano e che affida a un mazzo di parole nuove la chiave della sua conquista.
La mia curiosità questa volta ha preso le sembianze di una corona: intrecciata ed elegante, profumata e leggera.
In cerca di un’idea natalizia per la colazione delle feste, ho immaginato quest’intreccio, realizzato con un impasto bianco e un altro nero, colorato con del carbone vegetale dei Molini Spigadoro.
La base dell’impasto viene dalla tradizione estone: una corona o chiocciola di morbida brioche, farcita con burro, cannella e cardamomo, arrotolata su se stessa, che era usanza preparare in occasione dei compleanni.
Un dolce dalla bellezza e dalla morbidezza disarmante!
Buona settimana, Manuela
- 150 g pasta madre rinfrescata con due rinfreschi ravvicinati
- o in alternativa
- 6 g lievito di birra fresco
- 250 ml latte
- 40 g miele di acacia
- 40 g zucchero di canna+ 3 cucchiai per la farcia
- 60 g burro+ 50 g per farcire
- 500 g farina tipo 00 W 380
- 1 cucchiaino di carbone vegetale per l'impasto nero
- 1 cucchiaino di sale
- cannella q.b.
- semi di cardamomo q.b.
- Dividete a metà gli ingredienti e procedete con la formazione dei due impasti.
- Impasto bianco: sciogliete il lievito nel latte tiepido, unite il miele e versate il contenuto della terrina nell'impastatrice insieme alla farina, inserite il gancio a K e avviate la macchina.
- Aggiungete lo zucchero, il sale e il burro a tocchetti.
- Inserite il gancio e avviate nuovamente, fino a incordare.
- Prelevate l'impasto, coprite e mettetelo in una ciotola a lievitare fino al raddoppio.
- Impasto nero: sciogliete nuovamente il lievito nel latte, unite il miele e tenete da parte.
- Versate la farina rimasta nell'impastatrice, unite il carbone vegetale, avviate e aggiungete il latte col lievito madre.
- Unite lo zucchero, il sale e il burro e lasciate lavorare finchè l'impasto avrà una colorazione omogenea e risulterà incordato.
- Ungete un recipiente e metteteci l’impasto a lievitare fino al raddoppio.
- Trasferite gli impasti, su una spianatoia, stendeteli fino a uno spessore di circa 4 mm in forma rettangolare di grandezza pari a 30 x40 cm.
- Distribuite sull'impasto bianco un velo di burro ammorbidito amalgamato con la cannella e i semi pestati del cardamomo, coprite con l'impasto nero, stendete un altro velo di burro aromatizzato, dopodiché arrotolate prendendo il lato corto, facendo attenzione che i bordi rimangano uniformi.
- Tagliate a metà l'impasto praticando un’incisione con un coltello affilato nel senso della lunghezza del rotolo.
- Intrecciate i due nastri, formate la treccia e arrotolate fino a formare la corona.
- Volendo è possibile formare due corone più piccole dividendo i due nastri di impasto a metà.
- Trasferite la corona su un foglio di carta forno e fate lievitare coprendo con una teglia dai bordi alti per evitare che secchi.
- Spennellate con un po' di latte e spolverate con lo zucchero di canna prima di infornare a 170°C per 30-35 minuti circa.
- Sfornate e fate raffreddare prima di tagliare.
25 comments
O-M-M-I-O-D-D-I-O. Non ho parole. E’ bellissima. La tua curiosità dà decisamente buoni frutti. Ma un assaggio per posta?
Buona settimana a te, bellezza!!
ahahah grazie tesoro!
Beh una fettina per posta arriverebbe un po’ acciaccata, ci vorrebbe di trovare il modo per rivedersi prima o poi 😀
Complimenti Manuela!
Per il tuo intreccio, per le tue parole, per questo bellissimo post che ci hai regalato!
Un abbraccio!
Letizia
Grazie Letizia!
Un abbraccio a te 🙂
È bellissima e sembra di sentirne il profumo da qui. Ci proverei, ma come si fa con il carbone vegetale? dove si trova?
Ciao Vanessa, piacere di averti qui 🙂
Il carbone vegetale io l’ho preso qui
http://shop.molinispigadoro.com/carbone-vegetale,
se clicchi sulla parola nel testo del post ti riporta allo shop 🙂
Wow che spettacolo! E’ di una scenografia unica!!
Grazie mille Arianna!:D
Eccolo qui quel tocco di nero che aspettavo con la stessa curiosità di cui parli! La tua idea di fonderlo con il chiaro mi piace, notte e giorno che si toccano, luci e ombre a contatto che si sostengono e sono parte di noi, così intrecciate…
Da felina pratico atti di curiosità giornalieri, sono la miccia che accende gli occhi e quello che dà senso a tante scoperte… la curiosità, quella sana, fa rima con profondità, con il voler sapere e capire di più, per essere stupite… tu stupita mi lasci spesso e oggi è successo con questa corona, che brilla quanto quella candelina e mi fa pensare ad una sciarpa spessa che scalda, da stringere bene intorno al collo… 🙂
La curiosità è una dote positiva, continua ad essere curiosa e a regalarci queste ricette fantastiche!
Il carbone é il protagonista di questa mia vacanza italiana, visto che ogni giorno mi presento al forno vicino casa per comprare il pane e la focaccia, neri, nerissimi. Non poteva essere nessun altro se non tu la prima ad utilizzare il carbone in un impasto! Questa treccia é bellissima, cosi elegante che mi dispiacerebbe tagliarla (solo in teoria).
sei deliziosa! Tu e il tuo kringle bicolore che è una cosa dell’altro mondo!!!!! <3
Bellissima scoperta, grazie della ricetta! L’ho fatta ieri in versione salat (senza zucchero e miele nell’impasto e con farcitura al burro + grana + semi di papavero) e ha riscosso un successone!! Grazie :o)
Fantastica idea!Grazie a te, proverò anch’io la versione salata 🙂
Che cosa meravigliosa. Complimenti. Come sempre le tue parole mi trasportano in una bellissima dimensione, e le tue foto mi rapiscono letteralmente!!! 🙂
Grazie Cristina,
sei sempre unn tesoro.
A presto!
Mi piace questa nuova abitudine, è un ottimo buono proposito!
Grazie Arianna, spero proprio di riuscirci!
Sono letteralmente in adorazione. Il raviggiolo è di quei formaggi che hanno fatto breccia nel mio cuore quando vivevo nella provincia ferrarese e, già allora, lo trovavo con difficoltà. Da quando sono andata via dall’Emilia ho fatto sempre più difficoltà a trovarlo e mi sono ostinata sempre più a cercarlo. Se riesco a trovare tutti gli ingredienti di cui necessito ci provo di sicuro a farmelo. Non sai che voglia di mangiarlo che m’è venuta ora.. accompagnato dai fichi caramellati, poi 😀
Ma sai che son proprio felice di esserti stata d’aiuto?
Ricreare certi sapori è un modo per superare i ricordi e al tempo stesso tenerli ben vivi accanto a noi 🙂
Se hai bisogno di aiuto nella tua ricerca chiedi pure!
Un abbraccio
Mi metti molta curiosità parlando delle novità inaspettate del 2016, chissà che cosa si sta muovendo nell’aria…io respiro con te e aspetto paziente.
Sono contenta di vederti tornare alle autoproduzioni di base, quelle più essenziali, sai che sono le mie preferite. E rimetti anche a me la voglia di sperimentare, ho un conto in sospeso col formaggio fresco: la scorsa estate ho provato a fare la ricotta, ma è stato un disastro. Non mi spiego perché, ma è andata così. Forse usare succo di limone e aceto di mele per cagliare non è altrettanto efficace che usare un caglio “vero” che sia animale o vegetale. Sulla qualità del latte avevo pochi dubbi, è quello delle pecore felici che pascolano davanti casa mia, ma qualcosa è andato storto. Vorrei provare anche ad autoprodurre il caglio da cardi selvatici o da brattee di carciofo, come mi ha consigliato lo scorso anno uno dei miei maestri erboristi, ma forse per il prossimo esperimento lo comprerò, per evitare altri clamorosi insuccessi…
Splendide foto, vivi davvero in un posto magico, e sai rendere questa magia al meglio possibile!
Immaginavo che ti avrei fatta felice 🙂
Era da un po’ che sentivo il bisogno di riappropriarmi di certe abitudini: i mesi appena passat sono stati una corsa senza senso e la mia “missione” per questo 2016 è riprendere possesso di quello che avevo imparato e di farlo diventare quotidiano.
Sul caglio vegetale e la ricotta purtroppo non credo potrò esserti molto d’aiuto. Volevo provare a fare un caglio dal latte di fico, ma non mi ci sono ancora cimentata. La ricotta invece ho provato a farla ogni volta dal siero ottenuto dalla prima lavorazione,ma ne ho sempre troppo poco per poterla chiamare ricotta 🙂
Dovrai venire qui prima o poi, così lo vedi dal vivo!
Un abbraccio
La prossima volta che salgo a nord ce la faremo…altrimenti salgo apposta!
Mi piace come qui le cose nuove si incastrino con quelle già conosciute, come le abitudini di un tempo trovino lo spazio dentro le scoperte, come le vecchie strade si incrocino con i sentieri che si aprono oggi all’improvviso… è un bel mix, eh? Forse gira un po’ la testa e si resta increduli come quando arriva la neve, ma è una bella danza di stimoli, tutti da vivere!
Pensando al formaggio fatto in casa e all’atmosfera della tua casa, con quella luce che batte sul legno, per un attimo mi è sembrato di essere in una malga… posso prenotare una forma coi pois? E un tavolo? E un piatto di cappelletti? E una stanza? E un abbraccio? 😀
Sì, si resta un po’ increduli e si ha la stessa faccia di quando scende la neve…hai reso bene l’idea…ma le vecchie abitudini son quelle che stan venedo fuori ancora più forti in quest’anno appena cominciato, come a voler dire che le novità sono sempre ben accette ma con un occhio attento a quello che c’era prima 🙂
Tu puoi prenotare tutto: una forma, un tavolo, un bel piatto di cappelletti, facciamo due e pure una stanza…l’abbraccio te lo mando subito!!