On air:”Present/Infant- Ani di Franco”
Il tempo in cucina aveva una dimensione infinita e leggera. Mia sorella ed io sapevamo che ogni compito racchiudeva in sè una sua importanza: dall’acqua al fuoco potevano passare anni, dipendeva dall’età, dalla destrezza, da quanto eravamo in grado di dimostrare consapevolezza in cucina. L’immediatezza non faceva parte delle regole: era così che imparavamo ad attendere, a dimostrare impegno, a guadagnarci le nostre ore libere fuori casa.
Potersi avvicinare ai fornelli non era solo un gesto, ma un rito di passaggio. E una volta conquistata la tua posizione, il tuo spazio, cresceva dentro di te un senso d’orgoglio: sapevi di non essere più un semplice apprendista, ma un artigiano del cibo, potevi correre il rischio di sbagliare. E sbagliare aveva un sapore buonissimo.
Lei ci ha insegnato tutto: ci diceva quando era il momento di tagliare i maccheroni che uscivano arrotolati sul torchio, come mescolare la besciamella, quanto zucchero aggiungere alla torta. Le cose dette il più delle volte non arrivavano con gentilezza, ma erano lo sprone a fare meglio e, per quanto allora mi risultasse difficile capire che dietro a quel tono serio fosse celato un modo diverso di voler bene, adesso so che non sono quello che sono senza un motivo.
Ora tocca a me.
Che si tratti di una pasta fresca, di una frolla o, più semplicemente, di predisporre gli ingredienti di una ricetta, ogni preparazione diventa una scusa per coinvolgere i bambini, per abituarli alla pazienza, con le persone e con le cose, per insegnare loro a capire le differenze tra un gusto naturale e industriale.
La primavera non è solo la cornice, ma entra nel piatto coi colori e i sapori del momento.
Questa ricetta la dedico alla mia mamma, anche se lei non lo sa: perché il tempo ci ha insegnato tante cose, ma sull’esibire i propri sentimenti a chi di dovere, quello no, su quello abbiamo ancora da lavorarci. E la festa della mamma appena passata è solo una scusa in più per ridare vita a un rito che ci ha viste crescere e diventare donne e mamme a nostra volta.
Buona settimana, Manuela
- Per la pasta
- farina tipo 00 per pasta fresca Molino Pasini 400 g
- uova 4
- sale un pizzico
- Per il ripieno
- ricotta vaccina 300 g
- caprino (100 % latte di capra) 100 g
- sale un pizzico
- pepe bianco q.b.
- Per il condimento
- fave fresche sgusciate 200 g
- menta qualche fogliolina
- olio extravergine q.b.
- mandorle spellate 40 g (o mandorle a lamelle)
- sale grosso q.b.
- zafferano in pistilli 5
- brodo vegetale 150 ml
- burro 50 g
- farina un cucchiaio
- sale un pizzico
- Preparate la sfoglia all'uovo: fate una fontana, formate un ampio cratere e al suo interno rompete le uova. Aggiungete il pizzico di sale e sbattete con una forchetta, quindi iniziate a incorporare farina. Quando il composto risulterà sufficientemente solido, iniziate a impastare con le mani. Formate una palla liscia e omogenea, coprite con la pellicola e fate riposare in frigorifero per almeno 1 ora.
- Sbollentate le fave per 10 minuti in acqua salata, scolate (tenete una parte di acqua per la salsa) e fate raffreddare rapidamente in acqua ghiacciata, così da mantenere il colore brillante dei legumi. Eliminate il tegumento esterno e mettete le fave in un mixer insieme alle foglie di menta spezzettate. Frullate unendo acqua quanto basta a ottenere una crema. Unite un filo d'olio a crudo e omogeneizzate il tutto.
- Lavorate la ricotta e il caprino con sale e pepe, riempite una tasca da pasticcere con il beccuccio da 1 cm e tenete da parte.
- Preparate la salsa allo zafferano: lasciate in infusione lo zafferano nel brodo vegetale caldo per circa 2 ore; fate un roux con un cucchiaio di burro e la farina, quindi stemperate col il brodo aromatizzato. Salate quanto basta e tenete da parte.
- Tagliate le mandorle a lamelle e tenete da parte.
- Riprendete la sfoglia: stendete o con il mattarello o con la macchina per sfogliare, fino a uno spessore di 2 mm. Formate delle strisce rettangolari, distribuite il ripieno e richiudete lasciando lo spazio sufficiente per coppare con uno stampo di 6 cm di diametro.
- Fate asciugare i ravioli circa 1 ora su un tagliere infarinato o sulle apposite gratelle.
- Fate cuocere i ravioli per 3-4 minuti in abbondante acqua salata, fate sciogliere il burro in un tegame ampio e quando inizia a spumeggiare unite le mandorle a lamelle, tostatele e, in ultimo, aggiungete i ravioli.
- Serviteli su un letto tiepido di crema di fave e guarnite con qualche cucchiaio di salsa allo zafferano.
6 comments
Bello e buono questo post.
Grazie Katia 🙂
C’è il giallo-sole, il verde-prato e il bianco-candore. Ci sono foto che parlano, forse anche più delle parole. Ci sono ricordi spolverati di farina. C’è un rosso che irrompe, quasi all’improvviso, stupendo (aggettivo e gerundio, duplice significato). C’è una dedica che vola nell’aria e conoscendoti so che ha molto valore (e anche sentimento, ci hai lavorato bene nel modo che ti riesce meglio). C’è un piatto che mangerei solo dopo averlo ammirato un bel po’, perchè tu sei fatta così, dai una marcia in più alla semplicità.
Sorrido perchè sono due giorni che sgrano fave e mi sento come il tuo ometto! 🙂 Peccato non poter assaggiare davvero i ravioli, ma in fondo è come averlo fatto.
Le giornate buone si affiancano sempre alle persone giuste…il caso ha messo vicino due immagini simili per colori e calore,ma sai che io amo il caso è mi piace chiamarlo per nome 🙂
Le fave mi stanno simpatiche,chiedono pazienza e permettono a tutti di avvicinarsi alla cucina.
Passerei volentieri del tempo sgranando parole e legumi!
La primavera é una cornice bellissima, ma il tuo “quadro” lo é ancora di più… non ti conosco Manuela, ma da quello che percepisco stai facendo un lavoro eccezionale, esattamente come tua mamma, con i suoi maccheroni. Io per adesso affido il mestolo a Martino ma soltanto per usarlo come strumento musicale!
Purtroppo si tratta di cose di cui non ci sarà possibile vedere a breve termine i risultati, un po’ della serie “Chi vivrà vedrà” 😉
Secondo me Martino ha un grande futuro con il mestolo: il mio di Martino per anni ha giocato coi miei pentolini, adesso sta sullo sgabello a godersi lo spettacolo e ha dare qualche aiutino, vedrai che ci daranno filo da torcere in cucina!