On air:” Love don’t leave waiting- G. Hansard”
Certi giorni d’estate siamo invincibili.
Più del canto asfissiante delle cicale, più dei silenzi ininterrotti, più della pelle stanca. In certe giornate ci invade la grazia delle piccole cose e non ci abbandona fino al tramonto: non c’è maniera di accorgersene se non in qualche istante illuminato, in cui l’occhio smette di vedere per guardarsi intorno.
Sono giorni preziosi, che segnano le pagine di un colore diverso e di solito o coincidono con un rito o con una abitudine.
Col caldo il nostro passatempo preferito è camminare fino alle rogge, in fondo alla valle. Armati di stivali e cestino, passeggiamo sul sentiero che scende fino alle sorgenti e lì ci fermiamo a lungo. Il brusio dell’acqua, le damigelle blu che si muovono tra i sassi e qualche mora da raccogliere e mangiare senza troppi ripensamenti.
In questi momenti, lucida e trasparente come l’acqua del torrente, mi arriva la certezza che ci sono fortune che non tutti condividono: è a quel punto che smetto di guardare. Rilasso i pugni e lo sguardo, mi siedo in una pace piena e so che potrò godermi quella sensazione almeno fino al giorno successivo.
Dalla somma di piccole fortune è nato questo post: mia madre, preoccupata che le sue bellissime pesche saturnine, in una maturazione accelerata dal gran caldo, finissero col riempire il cassone del compost, me le ha consegnate dicendo:” Ti do un po’ delle mie pesche, così puoi farci qualcosa”. Ma quel qualcosa volevo rientrasse tra le nostre abitudini, tra i nostri riti: quindi perché non pensare a una ricetta che rendesse migliore le nostre merende?
Preparare i succhi fatti in casa, per quanto sia un’attività di tutte le stagioni, in estate diventa una consuetudine: come molte delle preparazioni e delle conserve, questa attività è legata alle grosse quantità di frutti che arrivano a maturare tutti insieme.
Questo tipo di pesca, molto più dolce e profumato rispetto alle varietà di pesche classiche, è adatto al consumo fresco, ma si presta comunque molto bene alla trasformazione.
É possibile preparare i succhi o con l’aiuto di una centrifuga o più semplicemente facendo sobbollire e passando la polpa per eliminare sia le impurità che le parti più dure della buccia esterna. Io ho scelto questo secondo procedimento per evitare di perdere tutte le fibre contenute all’interno dei frutti e per garantire un risultato alla portata di tutti. Preparando il succo in questo modo otterrete una bevanda molto densa: se lo preferite più liquido, potete allungare il succo con una parte di sciroppo o di acqua fino ad avere la consistenza che desiderate.
I vasi da succo li potete reperire su Mcm Emballages, il sito ideale per chi come me è appassionato di conserve e autoproduzione. Io l’ho scoperto qualche anno fa e non l’ho più abbandonato!
Con questo post, il blog di prende una lunga pausa fino a settembre: per chi mi segue anche sui mie canali social, ci sarà modo di leggersi e vedersi anche in questo mese di pausa, ma per la prossima ricetta dovrete essere più pazienti del solito.
Vi auguro buone vacanze! Manuela
- 1 kg di pesche Saturnine
- 1 l d'acqua
- 200 g di zucchero di canna
- il succo di mezzo limone
- Preparate lo sciroppo: fate sciogliere lo zucchero, lasciate sobbollire l'acqua con lo zucchero per circa 10 minuti da quando inizierà il bollore e spegnete.
- Intanto lavate la frutta, tagliatela in quattro parti, eliminando il nocciolo ed eventuali parti marcescenti.
- Mettetele nella pentola insieme allo sciroppo e al succo di limone filtrato, fate sobbollire per circa 10 minuti e spegnete.
- Riducete in purea e passatela in un colino a maglia fine.
- Versate il succo ottenuto dal boccale alle bottiglie già sterilizzate in forno, aiutandovi con un piccolo imbuto.
- Chiudete e fate raffreddare.
- Se volete prolungare la conservazione del succo sterilizzate in acqua, altrimenti se volete consumare fresco, riponete in frigorifero.
- Per la sterilizzazione in acqua: mettete le bottiglie con un canovaccio in una pentola alta e coprite d'acqua per almeno 5 cm al di sopra della capsula di chiusura. Sterilizzate per 30 minuti dal bollore e fate raffreddare in acqua. Asciugate e riponete in un luogo fresco e asciutto per 6 mesi.
4 comments
Il profumo e la bellezza delle piccole cose.
Quei gesti semplici che trasformano una giornata.
Adoro.
Adoro le pesche saturnine nonostante proprio non sopporti la buccia pelosa e posso solo immaginare il sapore di quel succo che mi riprometto di fare il prima possibile.
Buone vacanze 🙂
Hai ragione: l’estate porta con sè quella sensazione di essere invincibili, o che tutto sia possibile, o che rinascere sia più facile – e leggero – del solito. Io ci sono nata e quindi assorbo tutta la sua forza da sempre, ma ogni anno mi stupisco della gioia con cui accolgo agosto… o meglio, metto una parentesi e lo (ac)colgo come le tue pesche, lo saluto con un brindisi a base del tuo succo e non a caso vengo qui il 1, come un debutto cremoso, dolce e sano, che mi offre la vitalità e il fresco delle sorgenti, in attesa di un mare da abbracciare con tutta tutta me stessa… 🙂
Sarà un piacere partire e tornare, sapendo che alcune persone vengono via con noi ma allo stesso tempo saranno qui nel postodisempre, con tutte le novità da vivere e i racconti da fare…
Un abbraccio, Manu, pieno di ciò che sai.
È un peccato sí,che quelle pesche siano così pelosi,altrimenti avrebbero potuto dirsi perfette!
Anch’io non amo la buccia ma in questo caso possiamo dire che abbiamo ovviato al problema 😉
Ti auguro buone vacanze,anche se sicuramente ci sarà modo di leggersi/vedersi altrove 😉
L’acqua ci ricostituisce anima e corpo,ce ne accorgiamo troppo tardi,quando è lontana.
Sono sicura che agosto lo sa bene che lo stai (ac)cogliendo con più gioia e ti sta tenendo da parte riflessi nuovi,in cui trovare la giusta luce per te e per le foto.
L’abbraccio arriva da lì a qui come aria fresca,tu aspetti e io aspetto.
Ci si ritroverà presto!
un bacio