On air:”Dreams- The Cranberries”
Ogni viaggio ha una sua melodia, data dalla somma di gesti minori. Mi piace salire sul treno senza corsa, appendere la giacca al suo occhiello, modellarla per non offenderla, chiudere gli occhi a intervalli di tempo lunghissimi e in quegli attimi di quiete perdermi a osservare le persone e le loro sicurezze.
Con la stessa calma sono partita per il Three Acres Creative Gathering, in valigia pochi vestiti e molta passione: di tanto in tanto aprivo la cerniera per controllare lo stato della mia pasta madre e la lievitazione della biga, con quel mezzo sorriso malcelato di chi sente battere una gioia nuova.
Ad aspettare me e la mia pasta madre in un minuscolo borgo di 50 anime, c’erano Giulia, padrona di casa, Regula e Šárka, che inseme sono state cuore e testa di questo incontro.
É iniziato così, il mio gathering, impastando il necessario per i giorni a venire insieme al mio inglese a dir poco maccheronico, con il profumo di legna che fuoriusciva dal forno del giardino e una tavola perfettamente allestita tra rami d’ulivo e ceramiche artigianali. Insieme a Simone dall’Olanda, Debbie dagli Stati Uniti e Sofia dalla Spagna, abbiamo condiviso cibo, cucina e fotografia, desideri e progetti, ideali e consigli, senza timore di sentirsi depredati, con spontaneità e generosità da parte di tutti, ognuna con il proprio punto di vista e le proprie diversità.
Ci siamo raccontate a lungo e ammetto che, per molto del tempo, lo abbiamo fatto attorno a un tavolo: quello dello studio di Juls’, in casa e in giardino, all’ombra della veranda al Podere Paugnano e tra le mura de La Sosta di Violante a Siena (indirizzi che vi consiglio fortemente di segnare, nell’eventualità vi dovesse capitare di passare dalle parti di della Val d’Elsa!).
Partendo, verso casa ho portato con me tutta l’ispirazione e gli stimoli che ho trovato nelle persone incontrate lì: i consigli fotografici e lo styling dei set, la biocosmesi fai da te di Claudia, l’arte della tavola di Irene, le ricette toscane e la loro storia.
Perchè è di questo che si tratta: di aprirsi, di concedersi, di darsi una possibilità e raccontarsi agli altri per quello che siamo. Di prendere le misure con i sogni e non lasciarli finire nel retro di un cassetto pieno di cianfrusaglie.
Ogni viaggio si misura con quello che rimane una volta aperta la porta di casa. È un rito anche questo, che richiede attenzione e delicatezza, per non sciupare i ricordi e non soffocare i nuovi inizi. A volte bastano poche ore, in altri casi sono necessari giorni interi per assorbire tutto quello che abbiamo imparato, per intrecciare il nuovo con le vecchie abitudini di sempre.
Anche se i primi freddi hanno già preso i campi, il rito del pane nel forno a legna rimane ancora uno dei capisaldi delle nostre domeniche. Avevo l’opportunità di provare l’olio ricevuto in regalo in occasione del gathering, ma ho pensato che la sola schiacciata non avrebbe avuto senso, se non vi avessi anche regalato la preparazione dei cannellini che Giulia aveva preparato per il nostro pranzo allo studio.
Inutile dire che il forno a legna in questa ricetta fa la differenza sia nel sapore che nella cottura di pane e legumi. Per preparare i fagioli, mettete i cannellini in una pentola sufficientemente capiente per contenere acqua in quantità pari a 4-5 volte il peso dei legumi. Unite uno spicchio d’aglio in camicia, salvia e rosmarino e coprite. Riponete la pentola nel forno a legna già spento e in fase discendente per 6-7 ore. In alternativa, se volete preparare i fagioli senza forno a legna, potete ammollarli com’è d’abitudine e cuocerli a bagnomaria per 3 ore circa, a fiamma bassissima, controllando il livello dell’acqua di tanto in tanto. A cottura ultimata, eliminate l’aglio, salate, pepate e condite con abbondante olio extravergine.
Buona settimana,
Manuela
- 250 g farina di grano tenero tipo 1
- 100 g farina di grano tenero tipo 0
- 175 g farina di grano verna
- 330 g acqua
- 200 g pasta madre idratata 100%
- 25 ml olio extravergine di oliva
- 12 g sale fino
- +
- semola rimacinata integrale
- sale grosso per la superficie
- rosmarino
- olio extravergine per spennellare
- Impastate le farine con la pasta madre disciolta in 300 g d'acqua. Fate assorbire e lavorate per circa 5 minuti, poi unite l'acqua rimasta con il sale fino disciolto.
- Lavorate fino ad avere un impasto ben incordato e lentamente unite l'olio a filo.
- Riponete in un contenitore leggermente oliato, coprite e fate lievitare per 2 ore circa.
- Riprendete l'impasto: rovesciatelo su una spianatoia infarinata e spezzatelo in parti da 300 g circa ciascuna.
- Fate un giro di pieghe a libro, poi trasferitelo su una spianatoia o una teglia sempre ben infarinata e con le prime falangi schiacciate il vostro pane, come fareste per una focaccia.
- Coprite e fate lievitare per 1 ora e 30 minuti circa (dipende sempre da temperatura esterna e dalla vostra pasta madre).
- Scaldate il forno al massimo (250°-300°C) e sul fondo riponete una pietra refrattaria.
- Ribaltate delicatamente la schiacciata su un tagliere infarinato, ungete con abbondante olio, spolverate di sale grosso e rosmarino e infornate direttamente sulla pietra refrattaria.
- Cuocete per circa 5-7 minuti a seconda della temperatura.
- Sfornate e spennellate con l'olio rimasto sulla superficie, aggiungendone altro nel caso si fosse completamente assorbito.*
10 comments
Can’t really make much sense out of the words but the images speak for themselves. Gorgeous! it was lovely meeting you Manuela!
Oh thank you Simone, you know, I would like to be good enough to translate these words, but it’s really difficult to me…I was very glad to meet you, I hope we see very soon!
Amo vedere come hai catturato lo studio, me lo immaginavo così nei miei sogni e vederlo nelle tue foto me lo rende ancora più vero.
Sono stata felicissima di averti finalmente incontrata, e già non vedo l’ora che arrivi la prossima occasione! Un abbraccio
Anch’io sto già pensando alla prossima primavera, è stato emozionante e lo sarà sicuramente anche la prossima volta!
Il tuo studio è un po’ il sogno di tutte noi: era così bello che non potevo proprio non cercare di catturane la luce 😀
Il bello di noi è che siamo al corrente di quello che l’altra fa, a filo diretto, ma poi vedere concretamente con post come questo quello che si è vissuto è tutto un altro impatto! Soprattutto quando si va in luoghi del genere, che rimettono al mondo solo attraverso un’immagine (e figuriamoci quindi dal vivo!) e che hanno un fascino particolare perchè rappresentano tutto quello che ci piace! Inutile che ti dica che adoro la foto con le mensole, i barattoli e la teiera, così come la luce che batte sulla tavola e su quel piatto di fagioli…
Mi piace questa Manu che esplora altre campagne e impasta anche altrove, con la valigia e il sorriso per tutto ciò che di nuovo sta assaporando… ed è solo l’inizio! 😉
E’ bello davvero, raccontarsi e poi ritrovare i racconti nelle immagini. Credo che di questo posto ti sarebbe piaciuto tutto: mensole, panorama, props!
Anch’io sono felice di questa nuova me che non si ferma davanti ai timori di una volta e parte col sorriso in faccia…ecco,magari cerchiamo di contenere la cosa, perchè altrimenti qui potrebbero avere da dire sul mio continuo viaggiare… 😉
[…] not read Simone, Manuela and Irene‘s blog posts about our lovely weekend […]
bellissimo blog – quanto mi piacciono le tue foto!
[…] olive oil, wine, beer and charcuterie. Session II – Sourdough bread making introduction with Manuela Conti Tuscan Lunch with local produce under the olive trees at Juls’ Kitchen Session III – […]
[…] what Sarka, Regula, Simone and Manuela wrote about the last Three Acres […]