Cadono che sembra neve.
Nei pomeriggi di vento i petali del ciliegio affollano l’aria come tanti fiocchi gelati: il bianco che gremiva le cime porta con sé tutta la delicatezza dei primi respiri caldi e si lascia cadere a terra. Dalle finestre filtra un’aria densa di odori e profumi nuovi, pare un monito, sembra dirci “indietro non si torna”, i rami si schiariscono solo grazie a quello che resta delle corolle spoglie e il verde giovane dei prati è già un adolescente irritato.
Il giorno entra svelto, accarezza gli oggetti, si mostra risoluto, deciso tra le tazze calde: prima la sala, poi la cucina, le stanze si illuminano di un nuovo inizio, ogni giorno sembra una celebrazione.
Quello che amo di più oltre a questi istanti perfetti è vedere come le vecchie abitudini si mescolino alle nuove: l’ora di cena si sposta avanti, scivola sulla lancetta lunga fino a fare un giro quasi completo dell’orologio lasciandoci il tempo per fare quello che serve; rimanere all’aperto non è solo un desiderio, ma la nostra condizione quotidiana. La terra ributta i getti da un po’, le piante chiedono acqua, i semi cura, in questo periodo è difficile trovare il tempo per stare a guardare e tra un passo e l’altro le mani si fanno indaffarate, affaccendate.
In cucina accade lo stesso, le ricette cercano di ricreare gli stessi colori, il profumo, la calma operosa delle api: movimento e lentezza, brusìo e silenzio. Tutto diventa una scusa per allentare le mani e respirare.
Alla fine di ottobre dello scorso anno, ho incontrato Giulia, Regula e Sarka nel verde della Val d’Elsa: il colore di quei prati ricordava più una primavera inoltrata che non un primo autunno, sorprese da questo sole tiepido, invaghite, ci aveva colpito la profondità di quei verdi così sfacciati, come se si trattasse di un chiaro segnale, un sigillo che la natura ci avesse voluto regalare.
Dal 20 al 23 aprile, esattamente 6 mesi dopo la prima edizione, il Three Acres Creative Gathering torna come una nuova occasione.
L’edizione primaverile sarà un’opportunità per chi desidera immergersi nel buon cibo, tra visite ai mercati, laboratori, fotografia, chiacchiere e scrittura, ancora una volta con l’obiettivo più alto di fare e condividere, perché senza condivisione il cibo perderebbe la sua dimensione più vera.
Anche se siamo agli sgoccioli (e questo, lo so, è una mia mancanza e faccio mea culpa) siete ancora in tempo per iscrivervi a questa tre giorni: tutti i dettagli del programma e le informazioni relative al Three Acres Creative Gathering le potete trovare sul sito di Giulia, qui vi lascio il link diretto al suo post.
E ora la nostra ricetta, perché sempre di cibo stiamo parlando.
La torta di ceci o Cecina, Giulia l’aveva preparata proprio in occasione della tre giorni, durante la cena del venerdì: una torta morbida, saporita, che aveva accompagnato ai salumi toscani e a dell’ottima zucca al forno.
Sul suo libro La cucina dei mercati in Toscana, ripropone la stessa ricetta con delle melanzane, ma sono sicura che a seconda della stagionalità riuscirete a trovare spunti diversi per accompagnare questa torta. Io, per dare il buon esempio, ve la propongo proprio con una crema di asparagi, pinoli e menta e un toscanissimo pecorino.
La ricetta è presa pari pari dal libro di Giulia, di differente, per chi lo avesse già, troverete solo il procedimento relativo alla crema di verdura.
Viste le prossime feste alle porte, questa torta è un’ottima idea come antipasto caldo o per un aperitivo tra amici: accompagnatela a del lardo di Colonnata o, per chi volesse una versione vegetariana, a delle verdure stufate scelte in base al vostro gusto personale.
Ne approfitto per augurare Buona Pasqua a tutti, a presto!
Manuela
- Per la torta di ceci
- 100 g di farina di ceci
- 300 ml d'acqua
- 3 g di sale fino
- 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
- olio di semi di buona qualità (per ungere la teglia)
- pepe nero appena macinato
- Per la crema di asparagi
- ½ mazzo di asparagi (circa 300 g)
- 1 scalogno
- qualche foglia di menta
- 2 cucchiai di pinoli
- olio extravergine q.b.
- Per guarnire
- 60 g di pecorino stagionato
- Versate l'acqua a filo sulla farina di ceci, mescolando spesso con la frusta per evitare la formazione di grumi. Quando l'acqua sarà completamente incorporata, unite l'olio extravergine e il sale.Fate riposare l'impasto per qualche ora a temperatura ambiente e togliete la schiumina che si formerà in superficie.
- Intanto pulite gli asparagi, eliminate la parte dura dei turioni,fateli scottare in acqua bollente e dopo 5 minuti scolateli e passateli in acqua ghiacciata.
- In un tegame antiaderente tostate i pinoli, teneteli in movimento così da evitare che brucino, poi togliete dal fuoco e tenete da parte.
- Fate soffriggere lo scalogno e gli asparagi ridotti a rondelle, cuocete a fiamma debole per 5 minuti insieme alla menta tritata e regolate di sale.
- Frullate con metà dei pinoli e tenete da parte.
- Scaldate il forno a 250°C, mettendo nel forno una teglia tonda da 25 cm di diametro.Quando teglia e forno saranno caldi, ungete la teglia con un filo d'olio di semi e versate l'impasto in uno strato finissimo, 3 o 4 mm massimo.
- Infornate e cuocete per 20 minuti circa, finché la torta non diventa croccante esternamente, ma morbida dentro.
- Servite la torta di ceci calda, accompagnata con la crema di asparagi, una macinata di pepe e qualche scaglia di pecorino.
8 comments
Manu..ora che conosco il tuo viso amo ancora di più leggere le tue parole….
quanto adoro la lentezza… io… ora soprattutto…. mentre camminavo mi è venuta in mente una canzone di Guccini che parla dei fiori del melo, dell’incoscienza (s)costante dei gatti…di intrecci di non ricordo cosa….credo di vita…. Ecco … mentre passeggiavo e l’aria faceva cadere i petali dei fiori mi è venuta in mente proprio questa canzone….
adoro i ceci come non mai… e sta tortina cosa non è.. con quegli asparagi e quel formaggio che si vede proprio che si scioglie col calore…. meraviglia….come te…
ps.: ehm.. domani un amico mi porta ortica e borragine .. dici che la tortina … si fa?
Baci Baci
Manu
Le canzoni che ti arrivano così sono la cosa che amo di più, uno sguardo e le senti arrivare all’orecchio…se poi si tratta di Guccini, beh, mi hai presa! Con la borragine e l’ortica si può provare, fammi sapere poi come le fai 🙂
è venuta benissimo la cecina! Ancora non avevo mai pensato a farla con gli asparagi, chissà che a questo gathering non sia il momento giusto!
E perchè no!Sarà tempo di asparagi anche tra una settimana, possiamo approfittarne 😀
Asparagi, menta, pinoli… presenti, tutti! Ahaha, Manu, ieri sul mio blog ridevi tu, oggi tocca a me! Questi sono i fili rossi che più amo, perchè dimostrano quanto le sintonie camminino su più piani e le persone abbiano modo di sentirsi legate e vicine anche così…
In queste giornate, vedo verde più del solito… mi circondo di piante, il balcone è rinato, le erbe sono al massimo della forma, passeggio a Villa Borghese incantata, sento il sole diverso, più consapevole, più deciso… e forse sta lanciando – vuole lanciare – proprio questo messaggio…
Hai visto?! Che ti dicevo, avresti riso e così è stato…le cose che capitano per caso hanno quel sapore più buono che non si deve spiegare.
Il verde di questi giorni sembra riempire occhi e aria, faccio lunghi respiri, chissà che non serva a portare lontano le tinte di cui non abbiamo più bisogno!
Mangiata oggi a pranzo, la cecina, non preparata da me ma presa da un’ottimo forno qui in centro a Siena. E mangiata in una Piazza del Campo piena di sole e persone, con bimbi che correvano da tutte le parti per far volare i piccioni. Ah, come ci voleva.
So già che non ci incroceremo, ma ti sentirò comunque un po’ più vicina in quei giorni, mentre porterò gruppi di curiosi a spasso per erbe sui calanchi. Questa ricetta me la segno, asparagi e menta sono un binomio meraviglioso!
P.S: Come mi piace la metafora del prato che dalla tenera infanzia di marzo passa alla capricciosa adolescenza di aprile…è proprio così che si comporta, lì dove non arriva la mano dell’uomo a porvi freno; ora è davvero in piena ribellione 🙂
Eh sì, sarà dura incrociarsi stavolta, ma ti penserò tanto anch’io sapendo di essere quasi nella tua casa 🙂
Quest’aria un po’ folle di aprile, capriccioso e scostante mi attira come tutte le cose che affascinano e spesso ti fanno anche più male…di buono c’è che la primavera non può far tanto danno 😀