On air: “A forma di fulmine- Le luci della centrale elettrica”
L’estate finisce dentro i denti stretti delle pannocchie da sgranare, nelle scarpe e nei primi vestiti lunghi, nell’aria fresca che accarezza la pelle la sera appena il sole scende dietro il profilo delle colline. Le prime piogge fitte, l’umidità che avvolge il camino della vecchia fornace, le nocciole spaccate.
In campagna non servono calendari a dettare il passaggio delle stagioni, basta l’odore dei fichi caduti a terra a raccontare il momento, a ricordarci dove siamo arrivati e cosa ci facciamo qui.
L’estate è finita, ripeto. Guardo le foglie stanche e ne sono quasi certa.
Settembre io l’ho sempre amato, placido, un po’ malinconico, è capace di slanci immensi: non chiede attenzione, ma si lascia guardare, scosta i capelli, lascia entrare la luce dalla finestre. Settembre ha cieli così sinceri da costringerti a socchiudere gli occhi come una fessura, ha i gialli caldi del granoturco e delle mele mature, delle prime foglie abbandonate a terra, ha il respiro sereno dei bambini che dormono con le gambe coperte.
Settembre è il mio mese, il mese del mio compleanno, delle candele soffiate, dei desideri espressi a occhi chiusi, della prima pace.
Settembre è la quotidianità.
A settembre riprendiamo i ritmi lasciati all’inizio dell’estate, riconquistiamo la quotidianità che ci appartiene, i riti che consideriamo ordinari.
Fare il pane, i primi piatti caldi, le sciarpe leggere.
Nell’orto si finisce di raccogliere quel che è rimasto dopo il caldo, alcune verdure sembrano riprendere vigore e lo stesso avviene per noi.
Impastare, un gesto semplice, ma straordinario.
Cercavo il modo giusto per ritrovare le parole, per darvi il mio bentornato e nulla meglio di un pane rustico, impastato lentamente, che profuma di grano buono poteva raccontare la mia voglia di tornare.
La scelta delle farine non è casuale: se vogliamo rendere straordinario qualcosa che abbiamo finito per considerare ordinario, dobbiamo rivedere il nostro approccio e ripartire dalle basi.
Uno dei primi consigli che lascio sempre a chi vuole iniziare a impastare da sé il proprio pane è quello di scegliere una buona materia prima, che non è sempre necessariamente legata a un marchio, piuttosto a produttori e progetti che seguono una logica lontana da quella di mercato.
Oltre al farro integrale e al grano tenero, questo pane deve il suo sapore alla farina di Tumminia, una farina data dalla macinazione di un antico grano siciliano, considerato a ciclo breve perché si semina a marzo e si raccoglie a giugno. È una farina integrale ricchissima di elementi propri del germe di grano e della crusca, con un alto valore proteico e un basso indice di glutinico.
Nel caso di farine integrali e farine di grano duro, impastate sommariamente e solo dopo un breve intervallo (autolisi) procedete con la lavorazione vera e propria. In questo modo, risulterà più facile sia la gestione dell’impasto che la formazione stessa del glutine del pane.
Buona settimana,
Manuela
- 180 g farina di farro integrale
- 150 g di farina di tumminia
- 270 g di farina di grano tenero tipo 1
- 200 g di licoli rinfrescato e attivo
- 5 g di malto
- 320 g di acqua
- 14 g di sale fino
- Mescolate le farine, il malto e mettete tutto in una ciotola capiente. Formate un cratere e unite il licoli, 280 d'acqua e impastate.
- Lasciate riposare l'impasto coperto per 30 minuti, poi unite il sale e l'acqua rimasta e lavorate fino a ottenere una palla liscia e omogenea.
- Se l'impasto risultasse troppo morbido per la lavorazione classica, lavoratelo nella terrina, facendo delle serie di pieghe serrate in senso antiorario.
- Coprite e fate raddoppiare a 23°C.
- Rovesciate l'impasto sulla spianatoia,dividetelo in due, poi chiudete a libro cercando di non premere troppo, poi piegate ancora e chiudete facendo roteare sul piano.
- Riponete il pane con la chiusura verso l'alto in un cestino e fate raddoppiare.
- Scaldate il forno al massimo (250°C), con una pietra refrattaria posta sul fondo e una volta raggiunta la temperatura, rovesciate il pane su una pala, incidete e infornate per 40 minuti circa, abbassando a 200°C dopo i primi 15 minuti.
- Sfornate e fate raffreddare su una gratella.
15 comments
Se uno volesse farlo con lievito di birra o secco come si deve comportare con le dosi?
Grazie!
Ciao Diana,
benvenuta!
Se vuoi farlo con il lievito di birra è necessario tarare nuovamente i liquidi e le farine: dovrai aggiungere 100 g di farina (quale scegli tu, puoi anche fare 50 g tipo 1, 20 g farro integrale e 30 g tumminia) e 100 g d’acqua. Il lievito varia a seconda del tipo di lievitazione che vuoi fare: per una lievitazione standard 8 g basteranno 🙂
Buon lavoro
Ciao, anche io ho solo lievito di birra. Ma come tipologia di farina ho la farina tumminia, semola rimacinata di grano duro e tipo 0 di grano tenero. Quali sarebbero le dosi esatte? Grazie in anticipo.
Ciao Roberta,
nel pane non ci sono dosi esatte, possiamo cercare di replicare una ricetta, ma ci saranno sempre delle differenze 🙂
Ti consiglio di tenere queste percentuali: 50% di 0, 30 % grano duro rimacinato e 20 % tumminia
Si torna e si ritorna, per strade conosciute e mai lasciate… quando vengo qui provo sempre la stessa sensazione, oggi come anni fa, il pane croccante e profumato in tavola, le tue parole a condire come olio puro e la luce calda, che batte dentro oltre che sulle pareti… l’estate 2017 credo debba restare a riposo come alcuni impasti, andrà amalgamata e assorbita, forse capita… ma ci vedo un senso, che si infila tra le fessure e da lì ci parla… io e te a voce invece parleremo presto, mentre settembre entra nel vivo e un autunno nuovo è pronto, come il forno acceso, ad accogliere quello che vorremo cucinare… bentrovata, amica nordica ma dal cuore terrone! 😀
Anche per me settembre vuol dire pane, ma per ragioni un po’ diverse…è perché il mio produttore preferito ricomincia a panificare dopo un mese di ferie! E dopo un’astinenza così lunga, la prima infornata è davvero un grande evento.
Sì, un po’ l’hai capito che io e il pane abbiamo un rapporto un po’ così, prima o poi dovrai insegnarmi qualche trucchetto 😉 Nel frattempo, continuo ad affidarmi a chi è nettamente più abile di me, ma ogni tanto faccio ancora un altro tentativo…prima o poi ne verrà fuori qualcosa di soddisfacente, lo so. E magari questa ricetta me la provo, che non si sa mai!
Bentornata, ti abbraccio!
Io avrei lievito madre essiccato quali dosi usare?
Buongiorno Emma, le dosi sono di circa 25-30 g di lievito. Quello che però cambia è la ricetta che eliminando il licoli, va tarata nuovamente aggiungendo acqua e farina nelle quantità del lievito che va a eliminare: quindi 100 g di acqua (circa, potrebbero essere 80) e 100 g di farina tipo 1.
Cordiali saluti.
Visto che sei bravissima e che cortesemente rispondi potresti dirmi come fare un pane con crosta dura am dopo un po’ si ammorbidisce e perde di croccantezza .come fare ho forno professionale a pietra refrattaria infornare a 250 e poi spengo perché è forte grazie
Cara Emma, cerco di risponderti il più possibile e soprattutto spero che in qualche modo questo messaggio possa aiutarti.
La crosta dipende di solito dalla temperatura: se, come mi dici, tende a smollarsi- soprattutto sotto- una volta fuori forno può darsi che il pane non sia ancora del tutto asciutto. In questo caso puoi provare ad abbassare di una decina di gradi la temperatura del forno e finire la cottura con lo sportello semi aperto (io infilo un coltello tra la porta e il forno) così da far uscire il vapore e asciugare bene il pane; oppure aggiungere una pentola in ghisa nel forno da scaldare prima di infornare il pane. Questo aiuta a dare più calore e a garantire una crosta ben sviluppata.
Spero ti sia di aiuto!
Grazie ci proverò
Si può usare solo farina di timilia e farina 0
È quello che attualmente ho a casa… ah dimenticavo ho solo lievito di birra . Grazie anticipatamente
Certo Veruska, puoi usare farine diverse per panificare, ovviamente avrai un risultato differente. Il lievito di birra si può usare, fai 4 g su 500 g di farina
Ciao! Complimenti ho seguito la tua ricetta ed il pane è venuto buonissimo! Posso chiederti come hai fatto a realizzare quella bella decorazione in foto? Grazie e ancora complimenti!!!
Ciao Manuela. Ho scoperto questo blog e soprattutto il tuo pane meraviglioso.
L’ho fatto varie volte, ma solo nei primi tentativi dai tagli si è aperto il pane con una crosta fantastica. Dopodiché non ho mai avuto il piacere di vedere questa pagnotta col taglio bello aperto “che sorride” da cosa può dipendere? Lo lascio forse lievitare troppo dopo la formatura?
Grazie
ciao