On air:” Mi persi- D. Silvestri”
Avrei voluto pianificare tutto: come evitare di rompere una cosa e, perché no, sapere anche come aggiustarla. Avrei voluto pianificare l’odore delle foglie secche, l’istante in cui farle cadere, conoscere a memoria il percorso verso casa, quello che ti permette di evitare le buche e non sentire i sobbalzi; avrei voluto avere sempre la coperta a portata di mano, quando i primi freddi ci sorprendono e bruciano la punta del naso.
Ma non sono brava a pianificare, l’ho imparato a mie spese: le emozioni finiscono sempre per giocare un ruolo fondamentale in ogni cosa che faccio, nei rapporti, così come nel lavoro. Così, ora che la mia vita ha preso una piega inaspettata, ho faticato per trovare il modo e la continuità, anche in questo spazio.
Ho scattato e scattato in questo periodo, ho cucinato molto, pensato tanto. Qualche volta sono sparita, per poi tornare e fare una breve comparsa.
La verità è che è difficile dividere il quotidiano da quello che portiamo qui dentro.
Quando tutto si complica, l’unica strada è la semplicità.
Semplicità nei gesti, nelle parole, onestà verso se stessi, abbassare la guardia a volte può avere effetti positivi insperati.
Così quando tutto si complica mi viene in mente quanto scritto da Rossella qualche anno fa: K.I.S.S., Kept It Simple Stupid. Potrebbe esistere un acronimo migliore in questo momento?
Sono certa di no.
Alla semplicità dei rapporti aggiungo un desiderio di spontaneità anche in cucina. Niente eccessi, nessuna ricerca, ma la ripetizione di ricette che fanno ormai parte di noi come il colore dei nostri occhi.
La ricetta di questo pane è forse banale, ma è quella che riesce a darmi più soddisfazione: perché lui e io ci conosciamo. Impasto e so quale risultato avrò alla fine del percorso. Per darvene dimostrazione ho volutamente inserito foto scattate in giornate diverse: la sua bellezza come potete vedere da voi, rimane inalterata.
È un periodo fitto e per respirare servono cose semplici. Questo fine settimana tornerò in Toscana per una nuova edizione del Three Acres Creative, un posto che sento mio come se fosse casa e, in occasione del mio laboratorio di panificazione, porterò con me questa ricetta. Se volete seguire tutti i dettagli seguitemi come sempre su Instagram o su Facebook, cercherò di raccontarvi il più possibile di questo fine settimana all’insegna della creatività.
Intanto vi auguro una buona settimana,
Manuela
- 575 g di farina semintegrale
- 250 g di licoli rinfrescato e attivo*
- 320 g d'acqua
- 14 g di sale fino
- Lavorate il lievito, l'acqua (290 g) e la farina, amalgamate bene, quindi fate fare un'autolisi di 30 minuti al vostro impasto. Riprendete la massa, unite il sale e l'acqua rimasta e impastate ancora, fino a ottenere un pane liscio e ben teso.
- Riponete in una ciotola leggermente infarinata e coprite.
- Dopo circa 3 ore (ricordate che in questi casi la temperatura dell'ambiente in cui si lavora è fondamentale), rovesciate la massa su una spianatoia, dividetela e formate.
- Nel caso vogliate ottenere una pagnotta lunga, sgonfiate leggermente e piegate a libro. Serrate le estremità e fate ruotare sotto i palmi per uniformare. Nel caso in cui vogliate formare un pane tondo, date un giro di pieghe serrate (dall'esterno verso l'interno in senso antiorario) e pirlate per chiudere.
- Disponete le pagnotte nei cestini da lievitazione infarinati e fate raddoppiare.
- Scaldate il forno a 250°C con pietra refrattaria sul fondo e infornate dopo aver praticati i tagli superficiali.Vaporizzate dell'acqua e dopo il primo quarto d'ora abbassate a 200°C.
- Portate a cottura (circa 20 minuti). Il fondo della vostra pagnotta dovrà risultare teso e suonare vuoto se picchiato con le nocche.
- Sfornate e fate raffreddare prima del taglio.
In questo caso parto da una dose di 30 g di licoli e aggiungo 120 g di acqua e 120 g di farina. I tempi per avere un lievito attivo diventano ovviamente più lunghi: in questo caso 4 volte le 3 ore che sarebbero necessarie. Pianificate il vostro rinfresco in modo da poter usare il lievito nei vostri tempi . Per esempio, con queste dosi, la sera alle 20 per averlo pronto la mattina successiva alle ore 8.
8 comments
Che meraviglia questo pane!!
Se volessi provare a farlo con lievito madre solido che dosi dovrei usare??
Grazie mille ^-^
Ciao Rita, se vuoi fare con la pasta madre solida 200 g sono sufficienti, però parti da un totale di 700 g di farina e 420 g d’acqua. Mi raccomando che la pasta madre sia rinfrescata con rinfreschi ravvicinati 🙂
complimenti per il pane, ovviamente, ma anche per la scelta musicale! Non conosco bene Daniele Silvestri ma questa è una meraviglia!
Pianificare, controllare, sapere tutto prima… oggi più che mai, avrei voglia di farlo! Però la vita sempre di più ci fa capire quanto sia importante anche improvvisare e lasciarsi guidare dalle sensazioni e dagli eventi del momento… allora levo la “i” e il pianificare diventa panificare… e che tu riesca a farlo benissimo, come qualcosa di certo e immutato, che non cambia mai stagione dopo stagione, è indubbio! Più pane per tutti e meno piani… ci proviamo? 😉
La Maraveia.. come tutto quello che fai, del resto.
Una domanda.. uso il licolí, ma non ho mai sentito parlare del rinfresco forte. Io di solito quando rinfresco, faccio dosi pari al peso, es. 30/30/30.. e magari lo rinfresco più volte per dargli forza.. ma non conoscevo questo tipo di rinfresco. Perché è quando si usa? Grazie mille. Un abbraccio ❤️ Flo
Ciao Flora, scusa il ritardo! Il rinfresco forte è quello che si fa dando alla pasta madre 2/3 volte il suo peso. In questo modo il licoli si rinnova e è molto più forte e fresco. Puoi fare anche con rinfreschi ravvicinati , questo è forse solo più pratico 🙂
Un abbraccio a te
Solo un abbraccio…semplicemente <3 <3
Grazie mille!!!!