On air:”Laughing on the outside, crying on the inside- The End of the f***ing World OST”
La colonnina del termometro non vuol saperne di spostarsi durante le prime ore del mattino: i campi sembrano ancora innevati, così come i rami, che stanno già portando le gemme più gonfie.
È un paesaggio lunare quello che ci attende fuori dalla porta in certe mattine di febbraio: la terra forma una crosta leggera che andrà rompendosi con il passare del giorno e le dita si affrettano nelle tasche, ma quel picchiettio che ne prende la punta e tutta la prima falange pulsa a lungo al riparo tra la fodera di raso.
In questo periodo dell’anno la percezione dell’arrivo della primavera si fa più forte: il contrasto tra notte e giorno, tra il gelo indomito e la il sole caldo delle due. Da gennaio conto i minuti di luce che si aggiungono, passo e ripasso lo sguardo, come se controllare lo stato delle aiuole o delle piante potrebbe accelerarne la fioritura, ma queste mattine di freddo più intenso arrivano decise a chiarirmi le idee.
C’è ancora tempo.
Tempo per pensare ai lavori, tempo per non avere fretta, tempo per guardare un impasto crescere piano.
Me lo ripeto come un mantra, lo incido senza dolore, come una lama sul legno fresco, per quei giorni- e so già che arriveranno presto- in cui il tempo sarà una delle variabili che mi faranno più perdere la fiducia su quanto davvero si possa fare quando si sceglie di mettere insieme troppe passioni.
Gli impasti a lunga lievitazione sono una tra le più confortanti certezze per chi è costretto a centellinare il tempo in cucina: pochi grammi di lievito e una buona farina basteranno a fare il resto, perché in natura come nel quotidiano, l’attesa può portare risultati anche migliori di quelli sperati.
Questa pizza, realizzata interamente con farina integrale macinata a pietra, sprigiona tutto il profumo degli impasti che hanno avuto il tempo per maturare e distendere i muscoli.
Niente fretta, solo un pizzico di organizzazione: ne riceverete in cambio una crosta croccante e un cuore leggero.
Buona settimana,
Manuela
- Per l'impasto
- 800 g di farina integrale macinata a pietra Primitiva Molino Pasini
- 520 g d'acqua
- 16 g di sale fino
- 2 g di lievito di birra fresco
- Per guarnire
- 300 g di salsa di pomodoro
- origano fresco
- qualche acciuga sott'olio
- pomodorini confit
- 1 burrata
- olio extravergine q.b.
- semola per lo spolvero
- La mattina del giorno precedente: sbriciolate il lievito nella farina, unite l'acqua e iniziate a lavorare l'impasto. Una volta omogeneo, iniziate a unire l'olio a filo (2 cucchiai), lavorate ancora fino a completa incordatura.
- Riponete in un contenitore sufficientemente capiente per contenerne il raddoppio e lasciate a temperatura ambiente per circa 1 ora. Poi riponete nel ripiano più alto del frigorifero. 24 ore dopo, riprendete l'impasto, portatelo a temperatura ambiente, dividete in 4 pagnottelle e disponetele in un contenitore che potrete coprire o con della pellicola o con un coperchio.Fate lievitare ancora per circa 3 ore: l'impasto dovrà triplicare.
- Preparate gli ingredienti e scaldate il forno al massimo della sua temperatura (250-300°C circa) con pietra refrattaria sul fondo.
- Su un piano leggermente cosparso di semola, schiacciate una pagnotta alla volta con la punta delle dita, prima la parte centrale, poi allargando e roteando stendete l'impasto. Guarnite con la salsa di pomodoro, la burrata, i pomodorini e l'origano.
- Infornate e cuocete per circa 7 minuti, fino a quando il cornicione risulterà ben cotto. Finite con un giro d'olio a crudo e altro origano fresco.
Link e letture:
1. Primitiva, questo il nome della farina usata nella ricetta. Oltre al nome profondamente evocativo, di questa farina ho amato il profumo vivo, intenso. Provata nel pane, ma anche nella preparazione di impasti dolci, la consiglio vivamente a chi è in cerca di una farina valida.
2. Baking Steel, si chiama Andris, ma tutti lo conoscono come Baking Steel: il profilo IG per tutti i PIZZA LOVER. Astenersi i perenni affamati.
3. Le migliori e peggiori pizzerie di Milano, non amo le classifiche, ma mi piace il confronto. In questa lista troverete voti (e le loro motivazioni) delle migliori e peggiori pizzerie a Milano…Io ho già segnato qualche nome da provare.
1 comment
C’è ancora tempo, ci sarà sempre tempo. Tutto il tempo che vogliamo e di cui abbiamo bisogno. Tutto il tempo necessario, a scandire battiti e passi secondo il nostro, di ritmo. Non citerò la canzone bellissima di Fossati, perchè immagino che la conosca e l’abbia ascoltata chissà quante volte… può essere la buona colonna sonora (insieme a tanti altri brani che condividiamo e che sappiamo!) di impasti ponderati e non istintivi, di impasti maturi, fatti con gesti energici, quando le braccia devono spingere un po’ di più e le vene pulsano… ma il risultato finale, dopo, parla da sè. Come questa pizza, piena di rosso vitale, sottile e croccante, come si mangia qui a Roma… 😉