On air:”Crush- Cigarettes after Sex”
L’ho immaginato lento questo agosto, ho cercato di ritagliarmi momenti di breve felicità: le partite a biliardino con i bambini, le nostre risate, gli scherzi, una passeggiata nel bosco in cerca di more, qualche pomeriggio a far da turista nei dintorni giusto per staccare la spina, tutto questo come balsamo alla quotidianità e ai lavori, che ad agosto sembrano ancora più insormontabili.
Abbiamo mosso anche il tassello più piccolo con l’intento di darci un tempo più rilassato, molle come la terra in ombra: il bosco è una giungla fitta in certi angoli dove i rovi hanno preso respiro, bisogna schivare i rami che dondolano dalle chiome dei cespugli, abbassarsi e alzare le gambe continuamente, in una strana danza ancestrale.
E proprio il bosco sembra replicare la sua magia in ogni stagione, rimane il nostro miglior complice quando cerchiamo conforto e silenzio: la luce che cade puntuale tra le foglie a delineare un mondo quasi invisibile e fatato, illumina lo spazio e la mente, in un gioco di trasparenze e riflessi.
In questi istanti così teatrali e distesi potrei perdermi all’infinito.
Le more accompagnano sono come un minuscolo campanello d’allarme, mi ricordano con il loro arrivo che l’estate ha già fatto buona parte del suo corso e un po’ questa cosa mi mette malinconia. Alla loro raccolta si associa sempre quella delle nocciole e delle mele, che fin dall’infanzia rappresentano per me una sorta di primo saluto alle vacanze e alla leggerezza dei giorni d’estate.
Quest’anno le more non sono state abbondanti, non qui per lo meno. I grappoli di frutti ancora acerbi si sono mescolati a quelli troppo maturi in tempi troppo allungati, non garantendo le grandi scorte che avevo atteso, così la prima idea di sfruttare il raccolto per una buona confettura ha lasciato il passo a una torta.
Morbida, rustica, incredibilmente bella…una bundt cake.
La base utilizzata è una versione leggermente modificata di una vecchia gloria, la mia torta morbida ai lamponi.
Niente farina bianca, niente zucchero a velo, ma farina di avena, zucchero di canna e una quantità inferiore di burro…praticamente una veste tutta nuova per lei e per me. Perché si cambia, sarebbe folle il contrario.
Vi auguro un buon fine settimana e, magari, un buon rientro!
Manuela
- 200 g di more selvatiche
- 90 g farina di grano tenero tipo 1
- 60 g di farina di avena
- 90 g zucchero di canna
- 120 g burro ammorbidito
- 2 cucchiai di succo di limone
- la scorza grattugiata di un limone non trattato
- 4 uova
- 1 cucchiaino di lievito per dolci
- Riscaldate il forno a 190°C.
- Separate i tuorli dagli albumi.
- Con le fruste elettriche, lavorate il burro a pomata, quindi incorporate i tuorli, uno alla volta; incorporate lo zucchero e continuate a lavorare fino a ottenere un composto chiaro e gonfio.
- Unite la scorza e il succo di limone.
- A parte montate gli albumi a neve fermissima.
- Unite parte della farina, setacciata con il lievito, incorporatela con un leccapentola e unite parte degli albumi.
- Aggiungete la restante farina e gli albumi rimasti: incorporate facendo dei movimenti dall'alto verso il basso.
- Ungete lo stampo da ciambella con del burro fuso, versate nello stampo uno strato della preparazione, distribuite parte delle more già lavate e asciugate, coprite con il restante composto e terminate con le altre more.
- Infornate per 45 minuti, abbassando la temperatura a 170°C dopo i primi 15 minuti.
- Sfornate e, quando sarà fredda, decorate con lo zucchero a velo.
Letture e approfondimenti
- Lo stampo perfetto? Nordic Ware. La spesa che di primo acchito vi sembrerà notevole, verrà ripagata dalla professionalità di questi stampi: realizzati in alluminio pressofuso, potrete scegliere tra tantissime decorazioni e stampi di grandezza diversa. Quando posso mi piace lasciare consigli sulle attrezzature da utilizzare e, chi mi conosce, sa che se lo faccio è perché ho comprato e testato personalmente l’oggetto in questione. Potete trovarli facilmente nei negozi specializzati o in vendita online.
- More in abbondanza? Se la fortuna è con voi e volete cimentarvi nella preparazione di una confettura qui trovate la mia ricetta presa dall’archivio.
- Se invece avete un bel bottino di more e non avete la benché minima intenzione di accendere forno e fornelli, potete provare questa la torta crudista di Claudia di Granosalis.
4 comments
Cara Manuela,
questa torta mi sembra proprio bella e buona, da provare appena possibile.
Anche da noi, le more, maturano poche per volta, quindi, per una marmellata sarà dura, ma la prova torta ci sarà di sicuro.
Ne ho uno anch’io di questi stampi e sono fantastici.
Ti auguro un buon fine settimana.
Emanuela
Dispiace quando si fanno grandi castelli in aria immaginando le mille cose da fare e poi si riesce a raccogliere poco meno di un terzo del previsto…ma troviamo sempre il modo per adeguarci a quello che ci viene regalato 🙂
Questo stampo è un po’ come la pentola in ghisa: l’ho puntato a lungo e devo dire che vorrei averlo comprato prima, la cottura è davvero perfetta!
Buon weekend :*
Un raccolto l’ho mancato ieri, io e la mia compagna di cestino abbiamo dovuto constatare con tanta delusione che nei mesi scorsi qualcuno ha raso al suolo i nostri cespugli preferiti. Così proverò domani da un’altra parte, chissà se la natura sarà generosa: i vasetti sono pronti, spero di riempirli! Col primo piccolo bottino della scorsa settimana ho preparato una torta anche io, l’abbiamo pubblicata quasi insieme…si sa, le more sono un richiamo irresistibile 🙂
Grazie infinite della citazione e un abbraccio!
P.S: Malinconia da fine estate a mille, anche per me.
I rovi io un po’ li amo (per le more) e un po’ li odio (perché soffocano il bosco), ma capisco bene il dispiacere dell’andar per more e non trovare più le piante. Ora devo assolutamente vedere la torta che hai fatto: perdo colpi ultimamente, com’è che non l’ho vista?!
Per la citazione figurati, mi fa sempre piacere citare una persona che stimo 😀