On air:”Le ragazze stanno bene- Le luci della centrale elettrica”
Lunedì arriva veloce, grida e quasi spaventa i nostri occhi assonnati, scivola silenzioso fino a martedì, cercando la forza tra le pieghe delle parole non dette, si addormenta nel cuore del ricordo di mattine più tranquille.
Corrono come i vostri passi verso il prato mercoledì e giovedì, si tengono stretti per mano, accompagnano la sera del venerdì, morbida e lenta, si spingono fino al sabato mattina, che profuma di caffè tiepidi e piani scoordinati.
Le nostre settimane procedono quasi sempre rapide tra settembre e giugno, incasellate in schemi ben impostati che ci salvano dall’iniquità e dalla noia, ma io – a pensarci bene- è a quella noia che tendo a guardare con malcelata nostalgia.
A quei momenti inutili, seduti a guardare l’orizzonte o il nulla, perché i pensieri son già troppo grandi per dare spazio al resto.
Per questo ogni tanto mi fermo: lascio cadere le carte, le liste, i pensieri sicuri, allargo le braccia e mi lascio investire da quello che verrà.
La cucina la vivo come i giorni, come un tempo ben organizzato e misurato, che di tanto in tanto diventa istintivo, fatto di pugni, naso e occhi.
Gioco con gli ingredienti che rimangono, mi diverto a dare nuova vita a quello che si considera scarto, rifaccio mio l’istinto.
Il più delle volte le ricette che nascono dal caso finiscono troppo spesso nel dimenticatoio, prede del tempo veloce di certe cene infrasettimanali costruite sul nulla e la disorganizzazione.
Certi piatti finiscono in tavola rapidi, tra i racconti, le canzoni, i resoconti e i grandi proclami del più comune dei lunedì sera. Grazie a Cristina di Good Food Lab, che mi ha spronata a parlare di ricette antispreco, ho fermato questo gran correre e ho finalmente messo tutto nero su bianco.
Ridare una possibilità agli avanzi è una pratica che in qualche modo ci fortifica ( o almeno ha questo effetto sulle persone un po’ folli come me).
Qualche consiglio su come organizzare la vostra dispensa e il recupero degli avanzi:
- Se esiste un avanzo state pur certi che esisterà una ricetta della tradizione per recuperarlo: attingete dalle ricette delle nonne, che abilmente trasformavano il poco in tanto. Molte tra queste hanno reso il panorama gastronomico italiano unico nel suo genere!
- Organizzate la vostra spesa: tenete sempre a portata di mano ingredienti freschi- come latte e uova- e secchi- come legumi e cereali, utilissimi per dare vita a nuove ricette.
- Conservate gli avanzi in contenitori di vetro trasparente e cercate di non stipare troppo il vostro frigorifero: in questo modo avrete sempre sott’occhio gli ingredienti da consumare e non rischierete di dimenticarli e doverli gettare.
- Fate la spesa in piccole quantità, più giorni alla settimana, così da evitare lo spreco soprattutto di alimenti freschi come frutta e verdura.
- Se preferite e vi fa sentire più sicuri, stilate un menù settimanale di massima: questa pratica vi aiuterà nella scelta delle ricette e nel recupero di quegli alimenti che andrebbero quasi certamente buttati.
Anche se generalmente il fritto non è ben visto da queste parti, ammetto che le crocchette cotte in questo modo hanno indubbiamente più gusto. Se preferite, potete prepararle anche cotte al forno a 200°C per una ventina di minuti, o comunque fino a doratura, magari scegliendo una forma più appiattita, anziché la classica forma sferica.
Buon appetito e buona settimana,
Manuela
- 200-250 g di risotto alla zucca*
- 500 ml di latte
- 40 g di burro
- 40 g di farina di grano tenero tipo 1
- noce moscata
- pepe nero macinato al momento
- 40 g di parmigiano grattugiato
- sale fino q.b.
- 3 uova
- pangrattato q.b.
- 1 l di olio di semi di girasole per friggere
- per accompagnare
- Insalata mista a piacere (mizuna, cicoria, catalogna)
- sale Maldon
- In un pentolino fate sciogliere il burro e aggiungete la farina, fate tostare il roux, poi diluite lentamente con il latte tiepido mescolando con una frusta, facendo attenzione che non si formino grumi; lasciate addensare, aggiungete un pizzico di noce moscata, pepe macinato e spegnete.
- Unite il parmigiano, amalgamate, se necessario regolate di sale e fate raffreddare.
- Formate delle palline di riso, schiacciate leggermente e farcite con un cucchiaino di besciamella, chiudete, modellate e passate prima nell'uovo sbattuto poi nel pane. Se volete ottenere una crosticina esterna più compatta, ripetete due volte questa operazione.
- Fate asciugare su un vassoio e intanto scaldate l'olio in un tegame basso: cuocete le crocchette in olio bollente e rigirate spesso per ottenere una cottura uniforme. Non appena saranno ben dorate, prelevatele e asciugatele su carta assorbente.
- Salate con fiocchi di sale Maldon e servite calde accompagnate dall'insalata.
Ho regolato di sale, mantecato con 50 g di parmigiano e lasciato all'onda.
Letture e approfondimenti:
- Una persona che ho conosciuto ormai anni fa, ma che si continua a occupare di recupero di cibo è Monica Molteni: il suo blog, scritto in collaborazione con Cecilia Canepa, si chiama Messaggi dal frigo.
- Chi invece non ha certo bisogno di presentazioni è lo chef Massimo Bottura: oltre ad essere uno chef pluripremiato e autore del libro Il pane è oro è il fondatore, insieme a Lara Gilmor, di un’organizzazione no-profit chiamata Food for Soul che si occupa proprio di recupero delle eccedenze alimentari.
4 comments
… mi pare giusto e doveroso (ac)correre subito qui per prendere queste crocchette ancora calde prima che finiscano, dopo averle tanto ammirate e immaginate, ahaha! Rido, perchè è bella la complicità e il capirsi al volo, senza dover spiegar altro… specialmente di lunedì, specialmente quando il lunedì inizia con canzoni di un certo “spessore”, specialmente quando la testa per un attimo va un po’ altrove dimenticandosi la dimensione reale, ma è subito pronta a riacciuffarla, perchè noi sappiamo bene cosa è (davvero) importante e quanti sogni rotolano nel pangrattato… e per me non ci sono dubbi, ‘ste crocchette vanno fatte fritte! 🙂
ps: la foto del tuo biondo è bellissima e intensa, il suo sguardo lontano, la sua espressione seria, la vignetta che spinge sul lato sinistro, la mano a proteggere quella zucca grande… l’attimo e il tuo occhio, ci sono forti. E ti somiglia, questa scena… è lui ma forse sei tu.
Passo da qui per la prima volta, con una sciocchezza che è tutta tipica della mia distrazione, del mio non ricordarmi che, al di là delle foto che da tempo ammiro con stima, esiste un blog, una voce, una penna che corre veloce sulla carta. E quindi dicevo passo di qui per la prima volta e rimango incantata. Bella la descrizione della settimana, belle e buone le polpette. Molto poetico il tutto. Dovrò per forza recuperare tanta poesia persa nel tempo…e sarà sicuramente un piacere.
E’ così bello leggerti, ma è ancor più bello leggere attraverso le tue foto, sempre tanto intense, ma soprattutto sincere.
Inutile dirti che di questo post mi piace tutto, dal bosco che si tinge di colori caldi a queste crocchette, ma soprattutto quello che riesci a trasmettere con naturalezza e immediatezza.
E’ quella bellezza quotidiana che traspare dai gesti, dagli sguardi, dalla semplicità che nasconde conoscenza e rispetto.
Passo poche volte a commentare, ma non mi perdo mai un tuo post e qui è tutto sempre più bello, vero.
Ti abbraccio Manuela :*
Questa settimana, lo scopro ora, siamo nettamente in sintonia, da diversi punti di vista, di forma e sostanza…se guardi cos’ho pubblicato poco fa capirai perché! Certo le mie polpette sfigurano rispetto alle tue, che ormai sei troppo brava 🙂 ma è sempre bello trovare qui un filo comune che ci lega, a livello di visione, filosofia e contenuto, quello resta una certezza. È sempre bello passare qui, ma pure questo ormai lo sai bene!
Un abbraccio!