On air:” Per due che come noi- Brunori Sas”
Gli anni, quando li guardiamo da un punto lontano, raccontano molto di noi e di quello che è stato.
Tracciano sentieri, linee rosse dalle curve inattese, che fiancheggiano prati, mari e montagne, istantanee di un momento e cartoline che mandiamo ancora di tanto in tanto, lasciando saluti e messaggi da appendere sul frigorifero per non dimenticarci il bello che è stato.
In questo racconto ci sono anche lunghi tratti rettilinei, dove la velocità ci faceva sentire liberi, invincibili.
Angoli isolati e solitari, dove sedersi e osservare.
Ampie distese di grano e di sabbia, dove eravamo puntini sospesi dentro l’orizzonte.
I mesi invernali hanno lasciato il passo ai fiori e alle prime foglie tenere.
Attendevo questo momento più di quanto non abbia fatto in altre stagioni: quando siamo tornati a vivere qui in cascina a novembre sapevamo che ci sarebbe stato molto lavoro da fare, ma come ogni volta abbiamo cercato di cogliere questo cambiamento come una nuova occasione.
Alle piante che erano rimaste ne abbiamo aggiunte altre, abbiamo pianificato nuovi spazi, seminato nuovi fiori.
Il rabarbaro che avevo portato via con me tre anni fa, ha trovato nuovamente dimora nei prati, questa volta in numerosa compagnia.
La stagione del rabarbaro.
Chi mi conosce non ha bisogno che spieghi nuovamente la mia passione per questa pianta: amo la sua tenacia, il suo aspetto rustico, i suoi colori intensi.
Nove anni fa ho iniziato a coltivarlo e da allora il nostro è stato un rapporto in crescendo, che mi ha portata ad approfondire metodi per curarlo al meglio.
Se state cercando qualche informazione in più sul come coltivare il vostro rabarbaro in giardino vi lascio il link di un vecchio post , chi lo coltiva già invece sono certa che si starà facendo una sola domanda: “Come mai il mio rabarbaro non è così rosso?”.
Ecco il trucco.
I primi getti che iniziano a spuntare a seconda del luogo tra fine febbraio e marzo, possono essere coltivati con il metodo della forzatura: se coperti da una campana in terracotta, infatti, il rabarbaro sviluppa solo marginalmente il pigmento verde dato dallo scambio con la luce per dare invece più spazio e intensità al rosso di cui sono dipinti i suoi gambi.
Come ogni forzatura deve essere fatta per tempi contenuti: le piante in questo modo perdono vigore e se non volete ritrovarvi con un rabarbaro malaticcio e debole, fatelo per le prime settimane di produzione, poi continuate con la coltivazione classica.
La galette semintegrale.
Di anno in anno mi diverto a trovare nuove ricette per utilizzare il rabarbaro, ma ammetto che ho una lista di preferiti, che torna di volta in volta e che mi sento di amare più di altri.
Insieme alla composta di rabarbaro e fragole, la galette fa indubbiamente parte della mia top ten.
Merito della sua semplicità o del suo aspetto un po’ decadente, la galette è uno di quei dolci che non possono mancare sulla tavola di chi ama le torte di frutta.
Accompagnatela ancora tiepida a una pallina di gelato al fiordilatte o a un cucchiaio di panna montata fresca… ne verrà qualcosa di sublime!
Buona primavera,
Manuela
- 150 g di farina semi integrale tipo 2
- 50 g di farina di avena
- 120 g di burro freddo
- 2 cucchiai di aceto bianco
- 55 g di zucchero di canna
- 50 g di acqua fredda
- Per il ripieno
- 300 g di rabarbaro
- 2 cucchiai di maizena
- Il succo di 2 limoni
- 4 cucchiai di zucchero di canna
- 1 pizzico di sale
- Qualche cucchiaio di farina di mandorle
- Per la finitura
- 1 uovo
- zucchero di canna
- Preparate la base: mettete il frullatore e la sua lama in freezer per almeno 30 minuti.
- Dividete in cubi il burro e unitelo insieme agli altri ingredienti secchi nel bicchiere. Azionate a impulsi, unite l'aceto e l'acqua e lavorate rapidamente fino a quando l'impasto si sarà appena amalgamato.
- Avvolgete in un foglio oleato di carta o nella pellicola e fate riposare in frigorifero almeno 2 ore (una notte intera è meglio).
- Preparate la farcia: eliminate le foglie e i filamenti del rabarbaro.
- Tagliatelo a losanghe di un paio di centimetri e unitelo in una ciotola con l'amido di mais, lo zucchero, il sale e il succo di limone filtrato. Mescolate e tenete da parte.
- Scaldate il forno a 190°C, programma tradizionale.
- Riprendete l'impasto: stendetelo a uno spessore di 3-4 mm. Ricavate due dischi di circa 18 cm, distribuite la farina di mandorle come base e poi la frutta leggermente scolata dal suo sciroppo.
- Ripiegate i bordi per chiudere la galette (pressate bene).
- Finite con uovo sbattuto e zucchero.
- Passate nuovamente in frigorifero per 30 minuti.
- Infornate per 30 minuti a 190°C poi 15 minuti a 150°C, irrorando la frutta con lo sciroppo rimasto.
- Servite tiepida e conservate in frigorifero una volta fredda.