On air:”King- Florence + The Machine”
A Gennaio la luce inizia a farsi più lunga: so perfettamente che alla primavera manca ancora tempo, ma se non fosse una questione di giorni, direi che la si sente già battere sotto la terra.
Osservo gli animali: a volte vorrei essere come loro, capace di godermi l’attimo non curante del resto, abbandonarmi al sole, mentre il mondo fuori va avanti anche senza di me.
C’è una sorta di presunzione in questa idea che ci vede sempre protagonisti del tempo, eppure di conferme ne ho avute parecchie negli anni a confutare il pensiero predominante.
La natura, per esempio, che conosce ritmi e scadenze, senza che nessuno di noi si prenda il disturbo di farglieli notare.
Il pane, per cui ci affanniamo e per cui ci crediamo essere determinanti: il pane avviene, indipendentemente dalle nostre mani e dal nostro volere, è una materia viva, ricca di fermento, come la terra.
Detto così, suona quasi sconfortante, eppure c’è un punto in cui tutto si riformula e trova equilibrio anche con questo nostro ingombrante ego ed è il momento in cui invece di imporre la nostra volontà iniziamo a ondeggiare seguendo proprio quel ritmo: in una parola ci abbandoniamo.
Sbagliamo a credere che la nobiltà del pane risieda nel fatto che basta a sé stesso e al contempo accompagna qualsiasi pietanza. Se il pane “basta a sé stesso” è perché è molteplice, non nel senso delle sue tante tipologie, ma per la sua essenza stessa giacché il pane è ricco, è vario, il pane è un microcosmo.”
(Muriel Barbery, Estasi culinarie)
Lo dico da anni a rischio di suonare ridondante: pane e natura hanno vivono di una loro danza e non c’è nulla che possiamo fare se non cercare di lasciarci guidare.
Lo ripeto a ogni corso, online o in presenza, come un mantra, perché spero sempre di lasciare a chi mi incontra un motivo per continuare a provare.
Fare il pane le prime volte può sembrare un’impresa impossibile, ma la verità è che con il giusto approccio può diventare un’esperienza determinante.
E come per gli animali, quello che conta, è socchiudere gli occhi e provare a sentire anziché fare.
Sì, ma la tecnica?
Ebbene sì mi contraddico, parlando di pane così come di natura, tecnica e scienza contano: se esiste una stella polare della panificazione, dovete scovarla e non perderla di vista, così da poter toccare quella materia viva e comprenderne tutta la sua forza.
Conoscere le tecniche di base, le materie prime, capire i processi di fermentazione è il primo passo per rendere il suo tempo anche il nostro tempo.
Quando ho iniziato a impastare questo pane stavo allestendo la stanza del pane: i lavori procedono a ritmo serrato, domenica l’abbiamo dedicata a imbiancarne le pareti, dovevo ripulire un po’, ma volevo comunque dedicarmi al pane, ma senza trascuratezza.
Trascuratezza è una parola che non voglio nemmeno contemplare quando scelgo di impastare.
Certo, se lo si fa tra un lavoro e l’altro, il rischio è che questo sia inevitabile, ma è proprio in queste occasioni che aver imparato i suoi ritmi ci aiuta a non farlo diventare un peso.
Pane all’olio con farina di ceci.
Da qualche settimana avevo questa notizia tra le mani e volevo trovare la giusta occasione per parlarne, così ho pensato a quali ingredienti potessero in qualche modo descrive le persone che condivideranno con me questa novità e ho scelto: farina di ceci e olio (buono, come dice sempre lei ;)).
Il pane, per chi ama il profumo della farina di ceci, parla da sé: un pane ricco, ma assolutamente non pretenzioso, un pane che nutre e la cui crosta ricorda le focacce più fragranti.
Non è la mia prima volta con la farina di ceci, mi ero lasciata già conquistare dall’effetto che conferiva al pane: in entrambi i casi l’idratazione è piuttosto alta, qui in modo meno sfacciato, ma nel caso vogliate cimentarvi anche con pani più complessi vi appunto qui la vecchia ricetta.
Ma ora la notizia…
UN CORSO DI PANIFICAZIONE, IN TOSCANA!
Sabato 15 aprile sarò ospite di Giulia e Tommaso per un Corso di panificazione naturale base.
Non è la prima volta che condividiamo momenti come questi e per me sarà un po’ come “tornare a casa”.
Amo la Toscana in ogni stagione, ma in primavera mi sento di dire che quel luogo ha un fascino senza eguali. Se alla bellezza del posto aggiungete la cucina che Giulia può offrirci, direi che lo scenario è davvero perfetto.
Nella grafica qui sotto trovate il programma e gli argomenti di massima della giornata: inizieremo alle 9 e continueremo fino a metà pomeriggio, così da poter impastare insieme pagnotte e focacce e affrontare tutti i passaggi previsti dalla panificazione.
Non fatevi scrupoli e scrivetemi per avere informazioni e ricevere tutti i dettagli, per farlo vi basterà contattarmi alla mail: info@conlemaninpasta.com.
Mentre per prenotare la vostra partecipazione, ecco il link diretto alla pagina dei corsi: ISCRIZIONI.
Per chiudere in bellezza, manca solo una cosa…il pane all’olio con farina di ceci.
Buon lavoro e, a questo punto, spero a presto!
Manuela
- 550 g di farina di grano tenero tipo 0 forte (300-350 W)
- 300 g di farina semintegrale di grano tenero
- 80 g di farina di semola rimacinata di grano duro
- 70 g di farina di ceci
- 120 g di li.co.li rinfrescato e attivo
- 700 g di acqua
- 25 g di olio extravergine
- 22 g di sale fino
- Autolisi: miscelate il 70% dell'acqua con le farine, lavorate fino a quando non avrete più residui di farina nella ciotola o nella vostra impastatrice.
- Lasciate riposare la massa coperta per mezz'ora.
- Impasto: unite prima il lievito con una piccola parte dell'acqua, poi il sale e l'acqua rimasta poco alla volta e lavorate l'impasto a più riprese, facendo pause di cinque minuti, fino a quando risulterà incordato. Infine unite l'olio a filo, lasciando assorbire di volta in volta.
- Pieghe: dopo 15 minuti fate un ciclo di pieghe a libro, ripetete per altre 3 volte, a distanza di 15 minuti l'una dall'altra.
- Lasciate passare 30 minuti e fate un'altra piega. Ripetete ancora dopo 30 minuti.
- Trasferite l'impasto in frigorifero per 15-18 ore in un contenitore oleato.
- Pezzatura e seconda puntata: fate acclimatare l'impasto, rovesciatelo su una spianatoia abbondantemente infarinata. Dividete nei vari pezzi da 600 g circa.
- Lasciate lievitare ancora circa 90 minuti.*
- Cottura: riscaldate il forno a 250-270°C una pietra refrattaria (o una teglia di acciaio) al suo interno.
- Se non avete un forno professionale, per ovviare il problema del vapore, posizionate una teglia di acciaio con dei cubetti di ghiaccio nel momento dell'infornata.
- Rovesciate delicatamente le pagnotte su un assetto di legno, praticate un taglio e trasferite direttamente a contatto con la pietra. Vaporizzate abbondante acqua con uno spruzzino.
- Cuocete per 40 minuti, abbassando di 15/20 gradi dopo i primi 20.
- Sfornate e fate raffreddare prima di tagliare.