Zibba e Almalibre- E se domani
Il mare che amo è turchese e cristallino e raramente si lascia conquistare dal cemento. Quand’è placido scivola come olio sotto i piedi, ma prende gli scogli per la gola, quando grida la sua rabbia. Sconfina a terra come un’eclissi di luna e quando ti avvicini, sembra accarezzarti piano.
Il mare che amo è un bambino e le sue case sono una scatola di colori pastello, tutte ordinate e strette una sull’altra, consumate sulla punta e mangiate dai denti di chi, la vita, se la conquista ogni giorno.
Ci siamo presi una pausa a ridosso di Pasqua, la destinazione, a metà tra terra e mare, è stato quel cuore di Toscana che non vedevo da un po’ e che sentivo mancare. Colle Val d’Elsa e la sua campagna, l’Abbazia di San Galgano; il Golfo di Baratti e i suoi sentieri accostati al mare, nascosti tra le leccete e il profumo delle prime ginestre.
Questo è il mare che amo, quello capace di rubare il verde delle colline per farsi più bello, rustico e apparentemente ostile, placido come una culla nel suo arenile dorato.
Il 17 aprile 2016, siamo chiamati ad espririmere il nostro parere, positivo o negativo, quale abrogazione della seguente norma, presente nella legge di stabilità 2016:
Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilita’ 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?
Un referendum sulla politica energetica dovrebbe scuotere il paese intero: qui invece si tace, o almeno si cerca di far passare il più possibile sotto silenzio le motivazioni sia dei Sì che dei No, puntando al non raggiungimento del quorum.
Riducendo tutto ai minimi termini, con il Sì viene abrogata la proroga delle concessioni per le trivellazioni entro le 12 miglia. Il No, non abolisce la norma presente nella legge di stabilità e permette lo sfruttamento dei giacimenti fino al loro esaurimento.
Al di là delle questioni più tecniche, quello che conta in questo referendum è la nostra presa di posizione, l’abbattimento dell’apatia politica e dell’indifferenza da cui spesso ci lasciamo assorbire.
Scegliete, alzate la voce.
Chi mi conosce non ha bisogno di chiedermi cosa voterò: il mio è un Sì incondizionato. Un Sì netto senza se e senza ma, dettato da un desiderio di svolta nelle politiche energetiche; un Sì che guarda al futuro e che non riesce a immaginare una via differente da quella più sostenibile.
Per promuovere e fare da cassa di risonanza all’evento, ho scelto di unirmi al coro di blogger, chef, cuochi o semplici appassionati che non vogliono rimanere indifferenti alle scelte politiche che riguardano in maniera diretta l’ambiente marino.
La ricetta di oggi è una zuppa di molluschi in vasocottura: una tecnica che consente di realizzare dei piatti sani, a minor contenuto di sale, in cui non vi è dispersione di sostanze nutritive, dato che queste restano tutte all’interno del barattolo.
In pratica, la cottura degli alimenti si può realizzare nel forno microonde, nel forno tradizionale o a bagnomaria all’interno di classici contenitori da marmellata.
La scelta dei vasi dipende strettamente dalle quantità che si vogliono portare in tavola. In commercio ne esistono di varie forme e misure, io preferisco i contenitori Weck, sia per la capsula in vetro che permette cotture in tutte e tre le modalità (le capsule in metallo non andrebbero bene nella cottura a microonde), che per le linee pulite che li rendono perfetti anche per la mise en place.
Se invece preferite un impiattamento più classico, a cottura avvenuta sarà sufficiente versare la zuppetta in un piatto da portata.
Un piatto di mare semplice, pulito che si incontra con la terra nel modo più naturale possibile.
Buona settimana, Manuela
- arselle 200 g
- fasolari 100 g
- cozze 50 g
- asparagi una decina
- pomodori pelati 3
- zafferano 5 pistilli
- pepe nero macinato al momento q.b.
- timo 1 rametto
- olio extravergine q.b.
- Pulite le arselle e i fasolari: metteteli a bagno in acqua salata per circa 2 ore, cambiando spesso l'acqua fino a quando questa risulterà limpida.
- Pulite le cozze, eliminate la barba, grattate la superficie esterna delle valve, quindi mettetele in una bacinella di acqua salata e comportatevi come per gli altri molluschi.
- Pulite gli asparagi, eliminate la parte terminale più dura e fateli scottare per 5 minuti in acqua bollente. Non preoccupatevi se vi sembreranno ancora duri, finiranno la loro cottura in vaso.
- Riscaldate il forno a 150°C e al suo interno inserite una pirofila a bordo basso, che contenga abbastanza acqua a coprire ¾ di vaso.
- Riempite i vasi con una parte di molluschi, unite parte dei pelati fatti a filetto e una parte degli asparagi tagliati a rondelle.
- Aromatizzate con qualche foglia di timo e ripetete fino a riempire ¾ di vaso (lo spazio rimasto servirà ai molluschi per aprirsi).
- Unite qualche pistillo di zafferano, le verdure rimaste e una macinata di pepe.
- Chiudete con guarnizioni nuove e pulite e inserite i vasi nella pirofila.
- Cuocete per circa 40 minuti.
- Prelevate dal forno e, facendo attenzione a non scottarvi, capovolgete i vasi così da aromatizzare tutto il contenuto col brodo di cottura.
- Servite o nei vasi o versando il contenuto in un piatto e guarnite con un filo d'olio extravergine di oliva.
4 comments
Ho ascoltato canzone e post insieme, come fossero uno parte dell’altra, contenta abbia scelto il “mio” Zibba per queste immagini che mi hanno fatto pensare alla Corsica o ad alcune coste francesi, più che alla Toscana, sai? Hai colto un aspetto di quei luoghi del tutto inedito ai miei occhi, respiro l’aria bella selvaggia delle isole, la terra aspra ma così vera(ce), il silenzio che non t’aspetti di trovare in una regione così “nota”, eppure c’è, basta saperlo trovare… o lasciarsi trovare, perchè sono convinta che alcuni luoghi vengano a noi spontaneamente, come ci aspettassero… e lì ti aspettava con mia gioia anche un gattino, perfetto scalatore e re di quel territorio a cui è intonato anche come colori! 😉
La cottura che proponi non l’ho mai provata, non possiedo il microonde ma l’idea di mettere un vasetto pieno di onde di mare nel forno mi piace troppo, per contrasto! 🙂
Quel “E se domani…” mi suonava come il monito più giusto, vista la prospettiva di cui si parla e ammetto di aver proprio pensato a te quando l’ho scelta :D…dovresti vedere le altre foto che abbiamo fatto insieme a quel micino scalatore, che senza paura si è unito alla combricola, aveva la stessa anima di questo mare, selvatica ma accogliente 😀
Sapendo quanto ami i profumi e le sorprese, ti consiglio davvero di provarla questa tecnica, vedrai che soddisfazione!
Se non siamo riuscite a vederci nemmeno stavolta, per lo meno non volevo mancare nel farti un saluto qui, anche se in super-ritardo…il tempo è davvero tiranno in questo periodo per me, e non solo lui. Faccio mia la tua voce, mi unisco a te nell’appello a questo voto importante, con tutta la rabbia che questa indifferenza merita e con tutta la volontà di andare in un’altra direzione. Grazie per questo post e per la tua energia…e alla prossima, vedrai che ce la faremo!!!
Non sono stata molto brava a creare la situazione giusta, dirtelo all’ultimo momeento prima di un week end di festa non è stata una gran mossa 😉
So di averti più che al mio fianco in questa battaglia, quello che più mi preme è convincere le persone a riappropriarsi degli strumenti democratici, ad abbandonare l’apatia…se un blog può servire come canale, beh mi son detta, perchè no?!