Che la mia casa non avrebbe avuto un solo indirizzo l’ho capito anni fa, sulla tratta Guayaquil- Panama City, in preda ad uno dei pianti meno controllati della storia degli addi: il povero malcapitato che mi sedeva accanto, deve aver creduto che lì, in Ecuador, avessi lasciato uno degli amori più grandi della mia vita, uno di quegli amori degni della migliore gioventù.
In un certo senso, quello sconosciuto, aveva già capito molto di me, pur senza parlarmi: mentre sfogliavo L’amore ai tempi del colera, senza riuscire ad intravedere una parola, in me si faceva strada un’unica certezza: lì sarei tornata, perchè a quel luogo, senza saperlo, avevo ceduto un pezzo di me.
E due anni dopo sono tornata per davvero, risalendo la cordigliera bianca e passando per la costa nord del Perù. Ho varcato il confine a piedi, aspettando in silenzio che arrivasse il cambio di bandiera. Volevo tornare lì e volevo rientrare in punta di piedi, cancellare passo dopo passo i giorni di lontananza, come se un paese intero avesse davvero potuto sentire la mia mancanza come io ne avevo sentito la sua.
Ad ogni partenza ho sentito scucirsi un pezzo di me, ad ogni ritorno sentivo nuovamente l’odore di casa.
Col Messico ho avuto la stessa presunzione, quella di partire e tornare senza ammaccature, ma già dopo qualche settimana sentivo nuovamente quel filo che si sfaceva, come se l’aria che respiravo mi facesse perdere consistenza.
Diventavo parte del paesaggio, sentivo l’odore della terra rossa che rimaneva sui vestiti, lentamente stavo dimenticando quale fosse la mia casa, o semplicemente, ne stavo immaginando un’altra possibile.
Uova e avocado.
Di tutti quei giorni e di tutto quel buon cibo, questo è il sapore che ricordo con più forza: i frutti morbidi, la buccia che cede senza opporsi alla spinta delle dita, il profumo pieno, ricco. Tredicianni fa prepararsi un panino con uovo e avocado era semplice necessità, nessuna moda gastronomica, ma la scelta più ovvia, dettata dagli ingredienti che si potevano trovare per casa.
Qualche giorno fa il blog ha festeggiato 4 anni: una casa anche questa, virtuale, forse, reale, concreta e viva per me.
Negli anni ho cucito e ricucito parti di cuore che sembravano perse, ma non ho mai dimenticato certi sapori, la sensazione di casa che spinge fra i denti e che solo certi piatti sono capaci di esercitare nella memoria. Un filo unico, quasi impercettibile, quello della cucina, che lega e tiene insieme pezzi di vita distanti ed estremamente diversi tra loro.
Sono tornata? O non sono mai partita? Se questa risposta non mi è ancora chiara, quello che so è che il blog è uno dei tanti indirizzi a cui potreste incontrare una parte di me e della mia casa: per l’altra cercate tra le strade del Fortin, a Guayaquil, o in cima al Cerro Las Tetillas, appena fuori Morelia, mentre mi godo il vento e un morso di questo pane.
Buona settimana e grazie a quelli di voi che passano di qui rendendo questa casa migliore, Manuela
- Per il pane
- farina di grano tenero tipo 1 300 g
- lievito di birra 2 g
- acqua 210 g
- olio extravergine di oliva 20 g
- sale 6 g
- miele 1 cucchiaio
- Per farcire
- uovo 1 per panino
- avocado 2
- mozzarella 2
- germogli di ravanello q.b.
- lattuga quache foglia
- sale nero
- aceto 3 cucchiai
- pepe nero
- Per accompagnare
- fagioli neri 200 g
- olio extravergine di oliva
- aglio 1 spicchio
- mix di spezie (coriandolo, cumino, chile ancho, pimiento, prezzemolo, coriandolo, pepe nero)
- polpa o salsa di pomodoro 200 g
- Preparate il pane: sciogliete il lievito in 180 g d'acqua e unite la farina. Amalgamate e fate assorbire tutto il liquido, quindi unite il sale sciolto nella restante acqua e l'olio a filo.
- Lavorate fino ad ottenere un impasto liscio e morbido.
- Lasciate raddoppiare a 25°C in una ciotola leggermente oliata (circa 3 ore), rovesciate su una spianatoia leggermente infarinata, sgonfiate delicatamente con le dita e fate due giri di pieghe a libro.
- Coprite a campana e fate riposare 15 minuti.
- Dividete l'impasto in pezzi da circa 80 g ciascuno, lasciate il taglio verso l'alto e schiacciate leggermente con le dita fino a formare delle piccole panelle.
- Fate lievitare coperte da una teglia a bordo alto per 1 ora circa.
- Scaldate il forno a 200°C.
- Infornate i panini su una pietra refrattaria o una leccarda calda, rigirandoli sul lato opposto al momento di infornare.
- Cuocete per 15-20 minuti, sfornate e fate intiepidire, poi chiudeteli in un sacchetto per alimenti, così da mantenere la morbidezza.
- Per il contorno: ammollate almeno 48 ore prima i fagioli, cambiando l'acqua due volte almeno.
- Fate soffriggere l'aglio nell'olio, tuffate i fagioli scolati e fate saltare, poi unite la salsa e gli aromi e fate cuocere finchè i legumi non risulteranno morbidi, aggiungendo acqua calda (o brodo vegetale) all'occorrenza.
- Tagliate la mozzarella, pelate l'avocado e fatelo a fettine. Lavate e asciugate l'insalata e i germogli.
- Scaldate i panini con il formaggio e, una volta che la mozzarella sarà fusa, fuori dal fuoco disponete la lattuga e l'avocado.
- Fate bollire 1,5 l d'acqua con l'aceto in una casseruola, rompete un uovo alla volta su un piattino da dessert. Quando l'acqua sarà in ebollizione, fate ruotare un cucchiaio fino a formare un vortice e versate un uovo alla volta nell'acqua, continuando a roteare il cucchiaio.
- Quando l'albume si sarà fatto completamente bianco e avrà avvolto il tuorlo, con una schiumarola, prelevate delicatamente le uova e disponetele sui panini.
- Salate, pepate e guarnite coi germogli.
11 comments
Ti capisco. Ti possono mancare persone e posti, mai cose materiali. E succede che il nostro cuore sia diviso tra i bei posti che abbiamo visto e dove vogliamo ritornare, anche solo con il pensiero.
Questo panino è buono mangiato in uno di questi posti lasciando che il vento svolazzi i capelli….
Buona settimana!
Ulica 🙂
… è più facile irfugiarsi in un bel paesaggio che in un oggetto, in questi posti poi io sono convinta di aver ricevuto molto di più di quanto ho dato.
Hai colpito nel segno, questo è proprio un panino, da capelli al vento e naso all’insù 😉
Buona settimana a te!
Ci sono indirizzi che scopri e non dimentichi più. Ci torni ad occhi chiusi, per quanto hai imparato bene la strada. Sai che se bussi ti aprirà una persona vera, sempre lei, sempre la stessa, che fa della costanza e dell’autenticità la sua forza. Ecco, a me succede ogni volta che vengo qui, sentendo familiare tutto, quello che scrivi, come lo scrivi e ciò che sei. Vedo l’esatta corrispondenza tra la Manu blogger “di lungo corso” e la Manu reale, quella che sento spesso a voce e con cui scambio tante parole, che mi piace perchè ha l’anima campagnola lombarda ma anche la forza del mare del Sud e la passionalità di certi paesi lontani che fanno parte di te come un tatuaggio… 🙂
Il panino è ricco di sfumature, colori e sapori, direi che ti rispecchia bene! E quella lacrima di uovo gialla commuove me, per quanto è riuscita… 🙂
Apro sempre volentieri la porta a chi fa parte della famiglia, che voglia arrivare senza preavviso o bussando con delicatezza come sai fare sempre tu 🙂
Se quello che vedi non è diverso dai nostri racconti è perchè sei riuscita a entrare e a restarmi vicino a lungo ( e credimi, queste cose non si dimenticano).
Chissà forse siamo solo a un nuovo inizio, in qualche modo avremo parecchie cose da ricordare, intanto spengo la mia candelina virtuale sulla mia improbabile torta di avocado 😉
Ti credo perchè per me è esattamente lo stesso… e sai a cosa serve il tempo? A far rimanere – e capire – chi conta davvero e merita! E quindi, oggi possiamo dirlo, meno male che siamo entrate l’una nella vita dell’altra, amodonostro! 😉
Quanto alla torta improbabile, ehm… se ti svelassi in anteprima che il mio avocado è finito in un muffin dolce giorni fa e che replicherò assolutamente? 😀
Potrei non crederti?! 🙂
Allora, aspetto un dolcetto a breve!
Mamma mia, mi ci sono persa in questo post, come se stessi viaggiando con te. E’ capitato anche a me di vivere intensamente un luogo per tanti mesi e di lasciarci un mio pezzo, che è ancora lì, a vagare per le strade. Ma credo che se mi perdessi in quei posti, al di là dell’Oceano, che hanno sempre avuto una così forte attrattiva su di me…solo allora potrei capire davvero queste sensazioni, questo mal d’America (di Centro America!) che non sei la prima a descrivere, che è già arrivato alle mie orecchie da altri cuori spezzati di ritorno dal Messico. Non sei la prima a descriverlo, no, ma forse la prima a farlo con tanta poesia 🙂
Felice di averti conosciuta (e sarebbe bello conoscersi ancora meglio, occhi negli occhi), felice di essere qui a leggerti da quasi 4 anni.
Un abbraccio! E grazie per la cura con cui stai coccolando i miei semini, sono commossa 🙂
P.S: Questo sandwich è delizioso! Adoro il binomio avocado-fagioli neri, i germogli di ravanello poi, così piccantini, devono starci una meraviglia.
Mi sembra di sentirli quelli che come me vivono queste sensazioni: con gli anni ho ammortizzato meglio la mancanza, ma credo che da questi viaggi non si torni mai, nel bene e nel male.
Così mi avvolgo nel mio rebozo, quando sono stanca o cucino piatti che profumano di cumino e coriandolo, quando la lontananza è più forte.
Anch’io sono felice che tu ci sia stata in questi 4 anni, ci siamo scoperte e anche se il tempo è sempre tiranno, non ci siamo lasciate mai! 🙂
Le tue piantine avranno una storia bellissima, già lo sento 😀
Ciao Manuela, leggo solo oggi questo tuo post, che mi fa venire tanta voglia di partire e riavvicinarmi a pezzi di cuore sparsi nel mondo. Un brindisi al tuo blog e a tutte le nostre case vicine e lontane, Dani
Questa cosa dei cuori sparpagliati è una mezza tragedia a cui bisognerebbe rimediare all’istante.
Grazie per il brindisi, contraccambio con un abbraccio!
Sono una che i pezzi di cuore li lascia anche nella collina dall’altro lato del fiume, se so che non posso tornarci il giorno dopo! Lascio pezzi di me tra un sentiero e l’altro, talvolta però troppo grandi per far finta di niente e comportarsi come se nulla fosse accaduto.
So bene di cosa stai parlando e la cosa che più ti auguro è che a breve tu possa ritornarci in questa casa che hai lasciato dall’altra parte dell’oceano … ultimamente è come se sentissi che la tua vena latina pulsasse con più forza e prepotenza del solito.
ps: se può consolarti un pezzetto di cuore l’ho lasciato anche qui … quelle cose che, nonostante l’assenza, l’umore ballerino e i tempi da rincorrere, mai riesci a lasciare per troppo tempo 🙂