On air:” Precious- JD McPherson”
Celebrare è inconsapevolmente sinonimo di ricordare, di ravvivare: il tempo è solo una delle chiavi di lettura, ma non fa la differenza se preso da solo. Ha bisogno di enfasi per farsi casa, per prendere le misure intorno a te, per trovare uno spazio che diventerà ricordo. In una vita si celebrano inizi, ritorni e successi, ma spesso la bellezza e l’arte di chi resta viene messa in disparte.
In una storia è più facile ricordare i bianchi e i neri, raramente si dà peso a tutti i grigi che compongono la luce: celebrare vuol dire anche questo, riprendere un colore e rivederne le sfumature, addomesticare la nostra bocca a gustare nuovamente i sapori che pensavamo dimenticati, scoppiare in un sorriso a ogni sfida superata, dare peso ai passi che diamo per scontati nella nostra strada insieme.
Maggio è il mese dei festeggiamenti, il mese delle lucciole, il tempo delle fragole.
In dialetto lombardo, la fragola è detta”magiustra”e non si ha certo bisogno di grandi lezioni di etimologia della parola per cogliere un’affinità con il nome del mese in cui questi frutti iniziano a maturare.
Ora che anche da noi si iniziano a reperire delle fragole che non abbiano percorso l’Italia intera, ora che il bosco ci ha già tolto qualche prurito e nell’orto cominciano a colorire i primi frutti autoprodotti, è davvero arrivato il tempo per celebrare.
E che si tratti di una storia lunga dieci anni, o del ritorno di una stagione, da che mondo e mondo non esiste festa senza dolce!
La ricetta che ho scelto viene da “La Tartine Gourmande- Recipes for an ispired life”, un libro forse un po’ datato, ma che per me rimane davvero un bel volume da cui trarre ispirazione. Di questo libro amo le immagini almeno quanto i sapori: delle ricette realizzate da Béatrice, ne ho provate davvero tante, modificando qui e là le dosi e gli ingredienti, ma lasciando il più possibile il gusto di base invariato e devo dire che non mi hanno mai delusa.
Ho letto e riletto il procedimento di questo fraisier anni fa e me lo ero appuntata su un ritaglio di carta, sapendo che prima o poi sarebbe tornata la stagione giusta. Anche se diversamente dallo scorso anno il mio rabarbaro questa primavera sembra essere ancora in fase embrionale, ho voluto raccogliere i pochi getti disponibili per preparare questa mousseline.
Rispetto alla ricetta originale ho diminuito la quantità di rabarbaro, ho omesso la farina di quinoa che non avevo in dispensa e ho adottato il “mio metodo” per la realizzazione del pan di spagna. La torta è impegnativa ma non impossibile, quello che serve realmente è una buona dose di pazienza durante la fase di assemblaggio.
Quindi, se siete in cerca di un dolce incredibilmente bello, ma altrettanto buono, questo potrebbe fare al caso vostro.
Buona settimana, Manuela
- Per il pan di spagna
- farina tipo 00 65 g
- farina di riso (riso venere nella ricetta originale) 25 g
- zucchero di canna 85 g
- uova (3 uova di circa 50 g) a temperatura ambiente 150 g
- 1 cucchiaio di estratto di vaniglia
- Per lo sciroppo di fragola
- 4 fragole di medie dimensioni
- 3 cucchiai di zucchero di canna
- 5 cucchiai di acqua
- 1 cucchiaio di succo di limone
- Per la mousse al rabarbaro
- rabarbaro pulito 125 g
- zucchero di canna 25 g
- acqua fredda 2 cucchiai
- 1 cucchiaio di succo di limone
- 2 fogli di gelatina alimentare o 1 cucchiaio di gelatina in polvere
- panna fresca 120 ml
- mascarpone 125 g
- zucchero a velo 30 g
- bacca di vaniglia 1
- Per decorare
- fragole circa 400 g
- sfoglie di frutta o foglie di menta
- Scaldate il forno a 170°C (programma forno statico).
- Lavate e mondate le fragole, tenetene qualcuna col picciolo per la decorazione finale.
- Scaldate a bagnomaria lo zucchero con le uova, mescolando, fino a 50 °C.
- Togliete dal fuoco e iniziate a montare con la frusta elettrica. Proseguite per circa 15 minuti fino a ottenere un composto ben sodo. Se volete essere certi della buona riuscita del pan di spagna, fate la prova con un leccapentola. Immergendolo verticalmente ed estraendolo, si dovrà formare una lingua di impasto simile a un becco di uccello. Se questo avviene allora il composto è pronto.
- Setacciate le farine per tre volte.Unitele al composto di uova e zucchero, mescolando con il cucchiaio dal basso verso l'alto.
- Versate negli stampi già imburrati e coperti con un foglio di carta forno, infornate e fate cuocere per circa 40-45 minuti.
- Preparate lo sciroppo: sciogliete lo zucchero nell'acqua, fate sobbollire per 1 minuto, quindi frullate la frutta con lo sciroppo ottenuto. Filtrate con un colino a maglia fine e tenete da parte.
- Preparate la mousse: ammollate la gelatina in una tazza d'acqua per 5-10 minuti. Fate ammorbidire il rabarbaro tagliato in pezzi da 1 cm insieme all'acqua e allo zucchero. Unite il succo di limone e riducete in purea con un frullatore a immersione. Lasciate raffreddare.
- Strizzate gentilmente i fogli di gelatina e uniteli a qualche cucchiaio di panna che avrete riscaldato sul fuoco, mescolate fino a far dissolvere i fogli e tenete da parte.
- In una ciotola lavorate il mascarpone con lo zucchero a velo e i semi della bacca di vaniglia, unite la purea di rabarbaro e la gelatina sciolta nella panna.
- Montate la panna rimasta, unite le due creme (quella di rabarbaro e la panna montata) e tenete da parte.
- Assemblate la torta: livellate i dischi di pan di spagna, bagnate con qualche cucchiaio di sciroppo di fragola, distribuite un primo cerchio di fragole tagliate a metà, con la superficie del taglio rivolta verso l'esterno. Distribuite anche all'interno della torta le fragole disposte nello stesso modo. Riempite una tasca da pasticcere con la mousse di rabarbaro, distribuitela sulle fragole e con una spatola o un coltello a lama grande livellate la crema.
- Decorate con una o più fragole.
3 comments
La bellezza e l’arte di chi resta. Il valore dell’attesa. La strada insieme. Rabarbaro e fragole. Luce viva, foto bellissime. Con tutte queste cose sapevi, vero, che questo post sarebbe subito salito nella Top ten dei miei preferiti? 🙂 Vorrei dirti tanto, dopo averti letto. Ma no, non qui. Tengo le parole per la voce e per gli occhi, con un “presto” appoggiato su quella bilancia, che il segreto del tempo lo conosce. Non ho neanche bisogno di sottolineare le frasi da commentare, le indovini benissimo! Quante fette di torta sarei capace di mangiarmi, però, non puoi anticiparlo… potrei meravigliarti, ahaha! 😀
Non so se sia stato un caso, ma é buffo che a celebrare una storia siano proprio fragole e rabarbaro, gli ingredienti che a mio avviso sono stati creati per stare insieme, nel bianco e nel nero. Con una torta cosi, bella e elegante tanto quanto il suo nome, direi che é più facile concentrarci sui bianchi, neri e grigi li lasciamo ad un’altra occasione. Buona settimana!
Arrivo in corsa, occhi che guardano furtivi in ogni dove per non perdersi nemmeno un angolo di bellezza, alzo un lembo di stoffa, un piatto della bilancia … non sia mai che un pezzetto di fragola o rabarbaro sia finito lì per sbaglio! Con un dito rubo una fragolina, quella più piccola e ti mando un abbraccio. Dieci anni sono un traguardo enorme e non potevo non passare per un augurio 🙂