On air:”All the world is green- Tom Waits”
Gli angoli del giardino profumano di fico maturo nei primi giorni di settembre, l’aria fresca della mattina si mescola in fretta con gli ultimi accenni d’estate, i ciliegi mostrano per primi i rami vuoti. Questo profumo si protrae per tutto il mese, raccontando perfettamente il finale di una stagione che ci ha regalato tanto. Il bosco, dalla sua, meglio di qualsiasi calendario riesce a spiegare certi delicati e impercettibili riti di passaggio.
Con l’arrivo dell’autunno, le passeggiate si fanno più fitte: l’estate che toglieva il respiro ha lasciato una parentesi tra le fronde, sulla terra i ricci verdi sembrano sparsi come stelle di una costellazione lontana, ancora chiusi e impenetrabili, lasciano intravedere una possibilità nel nuovo che arriva.
Il sabato, per noi continua ad assomigliare a una domenica mancata, si lavora rincorrendo gli arretrati accumulati nell’orto e in casa, si cerca di rimediare a quello che ancora è da fare in previsione dell’inverno, ma al tempo stesso si sente più forte la voglia di convivialità e ci dedichiamo al pranzo come in un giorno di festa.
Così cogliamo il tempo per i piatti più elaborati, per portare in tavola portate che sembrano voler richiamare attenzione, perché la domenica sappiamo che sarà già un lunedì, con i suoi reclami e i suoi programmi fitti.
Questa ricetta nasce a corollario di un progetto, che ha lo scopo di valorizzazione di una tradizione contadina che per molti anni ha garantito una vera e propria fonte di sostentamento per il territorio del Monte di Brianza.
Il territorio Monte di Brianza è un distretto storico, di cui fanno attualmente parte 13 comuni, e che, geograficamente parlando, comprende tutta la parte di alta collina tra Montevecchia e il Monte Barro, motivo per cui capirete il mio coinvolgimento emotivo.
Promosso da un ampio gruppo di lavoro- Amici di Consonno, Associazione Castanicoltori Lario Orientale, MEAB, BRIGcoop- e cofinanziato da Regione Lombardia, il progetto intende valorizzare questo patrimonio di cultura immateriale, presentando al pubblico i risultati di anni di ricerca di fonti documentali e letterarie attraverso una serie di appuntamenti dedicati alla castagna, proposti da diversi soggetti e associazioni culturali e raccolti in un unico calendario ricco e articolato ( qui sotto trovate il programma completo).
Una mostra tematica itinerante, degustazioni e pranzi a tema, eventi culturali e momenti di festa distribuiti nei luoghi più belli del monte, che accompagnano il visitatore alla scoperta della tradizione, proponendo, allo stesso tempo, occasioni di riflessioni sul presente e sul futuro della castanicoltura in Brianza.
Una mostra tematica itinerante, degustazioni e pranzi a tema, eventi culturali e momenti di festa distribuiti nei luoghi più belli del monte, che accompagnano il visitatore alla scoperta della tradizione, proponendo, allo stesso tempo, occasioni di riflessioni sul presente e sul futuro della castanicoltura in Brianza.
Per la preparazione di questo stufato ho utilizzato due dei prodotti realizzati con le castagne di questo territorio : la birra, prodotta da Du Lac di Galbiate, per l’Agriturismo Runchèe di Vercana (CO), proprio con la sua farina di castagne e la farina della Val Camonica, prodotta attraverso il metodo di essiccazione tradizionale, che permette conservare un sentore di fumo rispetto ai metodi moderni che invece prevedono l’essiccazione a calore.
La ricetta dello stufato alla birra di castagne, pur essendo molto semplice, richiede tempi lunghi di preparazione e di cottura. Questa l’unica vera chiave per ottenere una carne tenerissima e al tempo stesso profumata.
Anche se i secondi di carni non fanno spesso capolino da queste parti, ho pensato che fosse giusto celebrare questo progetto con un piatto che racconti meglio di altri la nostra domenica.
Il sabato rimane uno dei pochi giorni della settimana in cui non solo si cucina, ma lo si fa pensando a qualcun altro, il nostro giorno di tregua tra le corse settimanali che ci regala tempo in più, per una cottura lenta o una passeggiata insieme.
Per chi volesse maggiori informazioni circa il progetto di valorizzazione della Castagna di Monte di Brianza, qui lascio il collegamento al sito.
Per il resto non mi resta che augurarvi buona settimana!
Manuela
Stufato alla birra di castagne- Progetto per la valorizzazione della Castagna del Monte di Brianza
Author: Manuela
Recipe type: Secondi piatti
Prep time:
Cook time:
Total time:
Serves: 4
Ingredients
- 1,2 kg di carne di manzo noce o magatello
- timo q.b.
- olio extravergine q.b.
- 3 cucchiai di farina di castagne
- 1 noce di burro
- Per la marinatura
- 33 cl di birra di castagne
- 1 carota
- 1 costa di sedano
- 2 scalogni
- pepe in grani
Instructions
- La sera prima, mettete la carne a marinare con le verdure pulite e tagliate a pezzi, il pepe e la birra, coprite e riponete in frigorifero fino al mattino successivo.
- Accendete il forno a 110°C, sgocciolate la carne e le verdure e tamponatele con della carta assorbente.
- Fate rosolare il timo e la carne in un filo d'olio, scegliendo un tegame che possa poi essere trasferito in forno: girate la carne su tutti i lati così da sigillarla bene, unite le verdure, un cucchiaio di farina (meglio se setacciata con un colino) e dopo averle fatte insaporire sfumate con il liquido di marinatura filtrato.
- Fate evaporare la parte alcoolica e infornate per 4-5 ore, verificando di tanto in tanto che non ci sia bisogno di unire altro liquido (in tal caso aggiungete acqua calda).
- A cottura terminata salate, chiudete con un coperchio e fate raffreddare per circa 10 minuti.
- Prendete la carne, tagliatela a fette e disponete in un piatto da portata e tenete in caldo.
- Filtrate il fondo ottenuto dalla sua cottura e, nello stesso tegame, sciogliete il burro, unite la restante farina di castagne e stemperate con il liquido ottenuto. Fate rapprendere fino a quando la salsa risulterà vellutata e non troppo densa.
- Versate sulla carne e servite, accompagnando con le sue verdure o delle patate arrostite.
8 comments
davvero notevole questa ricetta
Grazie Paola! 🙂
Se probabilmente, a meno che non abbandoni il mio vegetarianismo, questa ricetta non la preparerò mai, mi pare comunque di sentirne il profumo. Un profumo di intimità, di lentezza, di condivisione. Sarà che ho terminato da poco la lettura di “Cotto” (sì, finalmente, e ho pure quindi potuto vedere il documentario!), e che quel capitolo sulla cottura in pentola mi ha coinvolta particolarmente, soprattutto per come sottolinea il valore della cucina di casa, delle domeniche (o dei sabati!) passate a cucinare per potersi poi riunire insieme a tavola, dell’importanza stessa dell’atto del cucinare nell’epoca moderna. Se poi tutto questo si lega ai sapori particolari di un territorio, beh, il quadro è decisamente completo.
Buona settimana a te, bellezza!
Poco importa se la ricetta in sè non è nelle tue corde, quello che conta in cucina è il pensiero che sta dietro, che sostiene tutto.
Le cotture lunghe mi stanno particolarmente simpatiche e capisco bene perchè le donne di un tempo le preferissero ad altre…sarà che si dovevano incastrare tanti lavori insieme e che il profumo che ne esce è tutta un’altra cosa!
Prima o poi riesco anche a scriverti/chiamarti, tu contaci 🙂
Certo che ci conto, la porta è aperta 🙂
Mi mancava il venirti a trovare di notte, come ci stendessimo sul divano dopo una lunga giornata piena, libere di rilassarci e di parlare sottovoce… a Roma l’autunno sta facendo capolino dolcemente, quindi non c’è ancora la coperta da mettere sui piedi, ma la tua ricetta mi fa già andare con il pensiero ai giorni finali di ottobre, alle sere in cui non si desidera che sedersi a tavola a gustare un piatto così, capace di scaldare… sarà che le castagne e i funghi sono uno dei motivi per cui “accetto” di salutare l’estate un po’ meno controvoglia (anche se non l’abbandonerei mai, lo sai!) e questa birra deve essere un’alleata molto profumata! 🙂 E nell’attesa che il tuo bosco si tinga di giallo e di arancione, mi godo ancora qualche sprazzo di verde…
Anch’io aspettavo che tornassi. La sera c’è più pace, si può parlare liberamente e infilare i piedi sotto la coperta di lana leggera.
I funghi mancano,ma se ti piace il profumo dei boschi e delle castagne, faccio posto anche per te…aspettiamo insieme quel giallo! 🙂
Quest’autunno é insolito anche qui da noi, eccezionalmente caldo oserai dire. Guardo poco il calendario e non sono mai certa di che numero siamo già arrivati, ci sono gli aceri a dirmi che nonostante qualche finestra un po’ aperta durante il giorno, quest’idillio non durerà tanto, perché come dici tu le domeniche sono già lunedì. I secondi di carne vanno poco di moda anche qui, ma il tuo stufato mi ispira veramente molto… vediamo solo se riesco a trovare la birra alle castagne e se, soprattutto, riuscirò ad farmi intendere dal macellaio per il pezzo di carne!!!