On air:” Drunk on the moon- Tom Waits”
Ho sempre pensato a un libro come a una facile alternativa alla realtà, la sera, sotto le coperte, ritiravo le gambe verso il petto per creare un tavolo immaginario su cui inclinarlo: ne sottolineavo le parole più importanti, i pensieri che sentivo più miei, sempre con lo stupore di chi sa d’esser finito in una dimensione universale, invidiavo la bravura di questi scrittori, capaci di suscitare emozioni a persone totalmente sconosciute, lontane nello spazio e nel tempo, ma eternamente vive.
La mattina, complice il viaggio in autobus e in treno, i libri sono sempre stati uno spunto e un rifugio: raramente alzavo gli occhi dalle righe, se non per non inciampare in qualche gradino troppo alto. I grandi classici, la poesia, i manuali: in ogni testo c’era un sapore in cui lasciarsi cadere, una storia simile, una sensazione che mi attraeva a sé.
Negli anni, il mio modo di leggere è cambiato, così come si sono modificati i miei capelli e i miei vestiti. Raramente trovo ancora il tempo per godermi l’apnea di un romanzo dal tramonto all’alba e spesso la cucina arriva a rubare spazio anche nella scelta delle mie letture, ma oggi come allora, quando apro un libro cerco ancora uno spunto, un punto di partenza per immaginare qualcosa di nuovo e tra le sue pagine sento ancora lo stesso senso di protezione, come se nulla e nessuno possa davvero ferirmi una volta lì.
Data la mancanza di tempo, scegliere cosa leggere è diventato il lavoro più difficile: come sai che dentro quelle pagine non ci sia davvero qualcosa che ti possa cambiare? O che possa deludere le tue aspettative? Con i libri non lo si può sapere, si deve tentare, come con le persone, seguendo un istinto, un fiuto, che spesso passa tra la copertina e le prime righe di un romanzo o nella prefazione di un libro di cucina.
Ho scelto A modern way to eat di Anna Jones un po’ per curiosità, un po’ per capire cosa si potesse raccontare ancora sulla cucina vegetariana che non fosse già stato detto. Anna è una scrittrice vivace, intelligente, e le ricette sono seducenti e gustose, ricercate, ma ripetibili e questo è un ottimo punto di partenza: una visione originale e interessante, che va oltre il banale concetto di vegetarianesimo.
Tra le tante ricette che hanno catturato la mia attenzione, ho scelto quella che è anche l’immagine di copertina del libro: questa ricetta prevedeva di abbinare il pesto di noci e maggiorana a una pasta che ne accogliesse la consistenza cremosa, strozzapreti o fusilli, ma avendo preparato degli ottimi gnocchi di patate con farina di castagne in una domenica particolarmente lenta, ho scelto di unire le due cose per ricavarne un piatto al tempo stesso leggero e completo. Se volete ottenere un sugo ancor più avvolgente, potete stufare il radicchio in un filo d’olio, anziché aggiungerlo crudo in fase finale.
Vi auguro una buona settimana!
Manuela
- Per gli gnocchi
- 500 g di patate
- 100 g circa di farina di castagne
- 1 uovo
- sale q.b.
- Per il pesto di noci e maggiorana
- 50 g di noci sgusciate
- 1 spicchio d'aglio (io ne ho utilizzato metà)
- un mazzetto di maggiorana fresca
- un mazzetto di prezzemolo
- 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 50 g di pecorino grattugiato
- pepe macinato al momento (facoltativo)
- Per guarnire
- 200 g di radicchio tardivo
- Preparate gli gnocchi: fate lessare con la buccia le vostre patate già lavate e asciugate. Per gli gnocchi è meglio scegliere patate vecchie a pasta bianca. Una volta tenere, prelevatele e fate intiepidire, poi eliminate la buccia e passatele con lo schiacciapatate. Formate una fontana, unite un pizzico di sale, l'uovo e la farina, lavorate rapidamente e formate una palla omogenea. La quantità di farina può variare in base all'umidità delle patate.
- Ricavate tanti filoncini di 1,5 cm e preparate i vostri gnocchi, quindi disponeteli su una spianatoia ben infarinata.
- Lavate e mondate il radicchio, tenete da parte.
- Preparate il pesto: tostate per qualche minuto le noci in una padella, pestatele in un mortaio insieme all'aglio tritato e a una presa scarsa di sale.Unite le erbe tritate, il pecorino e lavorate insieme all'olio fino a ottenere un pesto. Se vi piace potete unire una macinata di pepe.
- Portate a ebollizione una pentola d'acqua capiente, salate e tuffate gli gnocchi, tenete da parte un mestolo d'acqua di cottura e prelevate gli gnocchi con una schiumarola una volta che verranno a galla. In una terrina unite il pesto, gli gnocchi e un poco d'acqua per amalgamare. Aggiungete anche il radicchio e servite.
Le ceramiche sono della bravissima Sara di Forme di Färina: mi ero innamorata tempo fa del suo lavoro, per poi scoprire di avere con lei conoscenze comuni e confermare per l’ennesima volta la teoria dei sei gradi di separazione…quando si dice “piccolo il mondo!”
8 comments
L’amica degli gnocchi, ora sei… dopo quelli mangiati insieme domenica e questa ricetta! Gli gnocchi come giorni vicini vicini, come passi da compiere, come pois che si stringono, come palline con cui giocare e se le segui chissà dove si arriva… li avevo fatti anch’io con la farina di castagne, sono buonissimi, si sente il bosco e l’autunno ma l’aspetto del tuo piatto sorride già alla primavera… e poi, guarda caso, entrambe questa settimana abbiamo avuto voglia di radicchio, di quel viola croccante e brillante tuffato nella luce chiara! 🙂
Bello sentirti parlare di libri… pensa a quando qualcuno scriverà le stesse cose, parlando del tuo! 😉
Amica di gnocchi mi piace, sono teneri gli gnocchi, morbidi ma pieni di gusto…e i tuoi dell’altra sera erano una bomba! Qui la primavera ha fatto capolino da un po’, portando fasci di luce nuova, a cui dobbiamo abituarci: ognuno di noi ha la sua primavera, non credi? Io penso di sì 😉
Il tempo stretto porta a selezioni a volte brutali…non leggo più un romanzo da quasi due anni, anche se ne avrei diversi in coda: le erbe, la botanica e il cibo hanno preso il netto sopravvento, e le letture si riducono spesso ad una mezzora rubata al sonno. Ma ogni tanto mi capita ancora di salire su un pullman, e allora mi lascio andare completamente alle pagine. E non sai quanto mi piacerebbe avere un buon collegamento casa-lavoro, per poter leggere anche lì!
Splendida ricetta, dispero di trovare della buona farina di castagne ormai, ma il condimento è da rifare!
P.S: Mi unisco al coro di Fra, qui sopra: pensa a quando sfoglieremo il tuo e citeremo le tue ricette, io non vedo l’ora 🙂
Ecco, ho appena fatto le rose con la farina di castagne e mi è giusto avanzato mezzo pacchetto, ora so come utilizzarlo! Devono essere buonissimi… Un abbraccio!
E io vorrei la tua ricetta delle rose con farina di castagne, è sul tuo blog!? Vengo a scoprirlo, un abbraccio 🙂
Ciao Manuela, si è sul blog ti aspetto! Grazie 🙂
Ciao Manuela ho letto la ricetta ed ho trovato il coraggio di impastare gli gnocchi per la prima volta nella mia vita. Ho cucinato moltissimo negli ultimi anni, soprattutto da quanto, a mia figlia, è stata diagnosticata la celiachia, ma mai prima d’ora avevo pensato di poter osare. Così seguendo pedissequamente dosi ed istruzioni ho realizzato degli gnocchi morbidi ma al contempo composti con un pesto che valorizzava magnificamente la dolcezza e la morbida pienezza della farina di castagne. Un piatto con i profumi ed i colori del bosco d’autunno, del tuo magico bosco…. Grazie!
Bibi, quello che hai scritto mi fa felicissima! Contenta di averti dato uno spunto nuovo e che i miei gnocchi ra siano anche un po’ vostri.
Un abbraccio