On air:”Postcards from Italy- Beirut”
Per tornare ci vuole coraggio e io coraggiosa non lo sono mai stata.
Fin da piccola ho sempre pensato alla fuga come soluzione, un po’ per troppa immaginazione, un po’ per semplice voglia di evasione dalle responsabilità. Affondavo le mie paure veleggiando in minuscoli mondi paralleli: il soffitto di casa, le coperte calde, i libri di poesia. Ogni luogo era un riparo, l’ovatta in cui nascondevo i miei piedi scalzi, il mio porto certo e inespugnabile.
Ancora oggi, a ogni rientro, sento la stessa fitta, le gambe meno solide, il respiro più veloce.
Credo si tratti di incapacità di crescere, o più semplicemente di wanderlust: al mio qui si contrappone sempre un là, al mio, restare, un laconico ed enfatico, partire. Mobile come l’acqua, raramente trovo luoghi in cui riesca davvero a fermarmi, colleziono immagini e cartoline solo per poi ripuntare il dito verso un’altra meta o un altro blu.
Ci vuole coraggio per tornare e in fondo io torno sempre.
Questo probabilmente fa di me una persona molto coraggiosa, contrariata e disamorata, certo, ma coraggiosa: che non lascia alla vita il compito di viversi da sè, ma che si appassiona al blu e all’oro delle stagioni, ovunque essi si trovino, in un mare cristallino o tra le foglie delle querce.
Il bosco sembrava attendermi, così come l’orto: ho lasciato la Sardegna alle spalle, come un bel quadro, le valigie vuote in un cantuccio, i vestiti sparsi e mi sono rituffata nei colori della terra.
Ho impiegato un po’ prima di capire che quell’angolo non è altro che un altro dei miei tanti mondi dove vivere: come il mare, il verde è un’onda che placa l’affanno, che mi rassicura e mi fa sentire a casa.
Quando si torna ci vuole sempre tempo, per ritrovare i ritmi, per riordinare spazi e mente e la campagna ha un grande potere curativo: ci concede il tempo di cui abbiamo bisogno e ci obbliga a respirare più piano.
In valigia avevo portato con me un po’ di fregula: bella, nella sua grana irregolare, acquistata a Palau, nel pastificio artigianale dove più volte ci serviamo quando vogliamo portare in tavola qualcosa di veramente speciale. Un prodotto che ricorda tanto la sabbia di molte spiagge a nord dell’isola e che viene ancora realizzato a regola d’arte dalle mani della famiglia Atzei.
Le mie prime zucchine trombetta, arcuate, gentili per sapore e portamento, cercavano solo un luogo dove abbandonarsi!
Un piatto dedicato ai coraggiosi, a chi da sempre è capace di tornare, a chi si tiene stretto i colori di ogni luogo vissuto e ne regala un po’ a chi ha voglia di ascoltare.
Bentornati a voi e buona settimana,
Manuela
- 320 g di fregola
- 1,5 di brodo di pesce
- 1 kg di lupini di mare (o arselle, se riuscite a reperirle)
- 1 zucchina trombetta
- 1 bustina di zafferano
- sale q.b.
- 2 teste d'aglio
- olio extravergine
- Pulite le vongole: risciacquate sotto l'acqua corrente, mettetele a bagno in acqua salata e fate spurgare un'ora circa; ripetete la stessa operazione fino a quando l'acqua risulterà limpida, poi scolate e fate aprire in un tegame ampio con un filo d'olio e uno spicchio d'aglio.
- Fate intiepidire e sgusciate, tenendo qualche vongola nella valve per decorare. Filtrate e tenete l'acqua di cottura.
- Lavate la zucchina, tagliatela a rondelle e fate rosolare con aglio e olio in un tegame ampio, capace di contenere la fregola.
- Unite la fregola, tostate e sfumate con il brodo di pesce caldo. Comportatevi come ci si comporta per un risotto: unite brodo all'occorrenza e mescolate spesso. A cottura quasi ultimata unite lo zafferano stemperato in poco brodo, le vongole sgusciate e regolate di sale.
- Lasciate all'onda, coprite e fate mantecare per qualche minuto prima di servire.
4 comments
Non so dirti di preciso come e perchè, ma sento un’energia particolare in questo tuo ritorno, un misto di leggerezza, entusiasmo, pace e voglia di fare: di fare bene. E luce, che hai saputo rendere tantissimo nelle tue immagini, ma anche nel tuo raccontarti.
Che te lo dico a fare, ormai sono ripetitiva, ma è sempre bello tornare a leggerti 🙂
In un certo senso sì, c’è una luce nuova, un nuovo modo di guardare fuori, credo che in un certo senso ci sia passata pure tu 😉
È sempre bello averti qui, non voglio anticipare nulla, ma la prossima volta sarai anche più presente del solito! 😀
Noi siamo molto (molto) più coraggiose e forti di come pensiamo… ogni tanto la vita ce lo mette davanti agli occhi e siamo quasi stupite di questo, incredule… e invece sì, Manu, il coraggio è uno di quegli ingredienti che si mettono in dispensa, magari non si usa sempre, ma lui resta lì, nelle seconde file ma a portata di mano, pronto se dovesse servire e volessimo prenderlo… e sai che una delle parole di questi mesi che sta accompagnando la mia strada è “responsabilità”? 🙂 Spero che la strada possa riportarmi presto anche in Sardegna, una terra che amo e in cui manco da 10 anni ormai, che celebro cucinando spesso la fregola ed evoco nel ricordo delle seadas… ricordo che si ravviva con te e le tue vacanze, quindi hai il merito di accorciare la distanza tra me e quest’isola già da un po’! 🙂
Mentre il mio blu è sempre più vicino, ti lascio il mio abbraccio qui… ma altrove ci terremo informate su tutto!
Forse, sì, forse hai ragione tu, siamo più coraggiose di quello che crediamo e ci sono pure un po’ di prove a nostro favore 😉
La parola “responsabilità” mi piace tanto,non nel senso più duro del termine, rappresenta l’amore che mettiamo nel curarci degli altri e di noi stessi…sono sicura che la pensi così anche tu!
Il blu o il verde, un’onda ci prenderà in questo agosto, ma avremo modo di raccontarcelo 😀