On air:”Questa piccola magia- Carmen Consoli”
È arrivata in fretta l’estate con i suoi giorni pieni, il caldo furioso che fa terra bruciata e asseta le piante, dentro i raggi violenti del sole i verdi hanno perso vigore ai lati per smarrirsi in un giallo sbiadito. Non è stato facile lasciarsi andare a questa condizione, immergersi nel torrido agosto e portare avanti i lavori iniziati: l’orto e il frutteto a distanza di settimane sembrano ancora come ingeriti in una dimensione irreale, immobile.
La frutta è maturata in fretta, alla fine di luglio le mele che avrei dovuto raccogliere di lì a qualche settimana avevano già raggiunto la colorazione piena dell’estate. Da qualche parte i rami hanno lasciato cadere le prime foglie e, se non fosse stato per la presenza costante di certi ortaggi e del sole invadente delle due del pomeriggio, avrei pensato che l’autunno fosse più vicino.
All’immagine bucolica e romanticamente perfetta della campagna si contrappone spesso una realtà più cruda: la campagna è sudore e fatica, è una continua lotta tra zanzare e calabroni, sono le nostre aspettative totalmente disattese, è il raccolto che non arriva o che si manifesta troppo rapidamente, rompendo i tuoi piani perfetti, costringendoti a cambiare rotta.
Gli anni non bastano a insegnare come muovere i passi, la campagna richiede costante esercizio, non se ne fa nulla di chi passa solo per puro piacere, ma anche in quel caso sarà ancora lei a lasciarci qualcosa, a farci innamorare.
Ora che settembre è alle porte, sembra doveroso riprendere le abitudini lasciate, riportarsi sui binari del fare e iniziare a piccoli passi può essere la soluzione migliore quando ci si sente di aver perso il ritmo: riparto raccontandovi una ricetta preparata proprio nelle ultime settimane di luglio, perché in campagna l’estate non lascia riposo.
La ricetta del succo di mela fatto in casa è la stessa che potrete trovare nel libro della mia amica Claudia Renzi, Frutta da scoprire.
Stagione per stagione, Claudia approfondisce e spiega le proprietà di ciascun frutto e di questi offre una rosa di ricette che spazia dalla cucina, alla cosmetica, alla pulizia per la casa. Il libro già in edicola da luglio 2017, potete ordinarlo in tutte le librerie fisiche e online.
Un libro utilissimo per chi volesse trovare qualche nuovo spunto per smaltire le eccedenze di frutta, ma anche e più semplicemente per chiunque si trovasse a voler sperimentare nuove ricette davvero naturali.
Scegliete mele adatte alla trasformazione, mele sane, non trattate: le mele che ho scelto sono una cultivar di melo recuperata grazie a un presidio Slow Food. La mela Gravenstein è croccante e profumata, la polpa è giallo chiaro, succosa e leggermente aromatica. Generalmente la sua raccolta avviene all’inizio di agosto e può essere consumata fresca o essere destinata alla trasformazione in succhi e sidro.
Pochi gesti e vi troverete a bere un succo fresco e leggero, assolutamente privo di zuccheri aggiunti…perfetto per tutti!
Buona settimana!
Manuela
- 1 kg di mele
- 1,2 l di acqua
- il succo di un limone piccolo
- Tagliate a pezzetti le mele, private del torsolo, ma non sbucciate (se biologiche) e mettetele in una pentola capiente, cospargendole con il succo di limone via via che le tagliate.
- Aggiungete l'acqua e portate a bollore, lasciando cuocere per 15-20 minuti a fuoco basso. Filtrate con cura, servendovi di un colino a maglia fitta, foderato con un telo di lino o nylon, strizzando leggermente la polpa: il succo dovrà essere limpido e senza residui.
- Versatelo in piccole bottiglie da succo sterili, tappate bene e mettetele in un'ampia pentola avvolte in tovaglioli di stoffa. Coprite con acqua tiepida, portate a bollore e spegnete dopo 30 minuti.
- Lasciate raffreddare in acqua, asciugate le bottiglie e verificate il sottovuoto. Etichettate il tutto, riponete al buio e consumate entro l'anno.
6 comments
Insopportabili quelle immagini nelle riviste con ragazze ordinate in pantaloncini e camicia annodata sopra l’ombelico che si apprestano a vendemmiare, con cestino in mano e lunghi capelli al vento: un pasto perfetto per i tafani, questo vede chi conosce, almeno un po’, la campagna 🙂
Qui le colline hanno il colore di novembre già da 3-4 settimane (impressionante, anche chi vive qui da 60 anni non crede ai propri occhi), ma le mele non le ho ancora assaggiate. Aspetterò la pioggia, aspetterò che l’autunno si palesi un po’ di più.
Grazie cara mia per questa bella condivisione, sai che sei stata tra le mie ispirazioni, con i tuoi “fatti in casa”, per diverse ricette del libro…e con queste belle meline mi rendi davvero contenta!
Un abbraccio!
La cosa divertente è che dopo anni, ancora mi ostino a scendere nell’orto in pantaloncini e maglietta, con conseguente lamentela per le troppe punture 😀
Purtroppo quest’estate ha avuto molto da dirci su quello che sono i cambiamenti più grossi a livello climatico…cerco di pensarci poco, ma vivendo a stretto contatto con la natura è un aspetto che non si può non vedere.
Il tuo libro è lì, nello scaffale dei preferiti, utilissimo in ogni momento…e per me è solo un onore sapere di averti aiutata in qualche modo! Un abbraccio!!
Utilissimo articolo! Non vedo l’ora di mettere in pratica questi consigli.
A proposito dell’aspra natura della campagna: al mio quarto anno di vendemmia io e altri due ragazzi siamo stati attaccati sotto il sole cocente e in una ripida salita, da uno sciame di vespe terrine. Una sola parola: trauma eheh.
Ahahah, non ti invidio per nulla la brutta esperienza…purtroppo è capitato anche a me e traumatico è dire poco 🙂
Buon lavoro
Molto bello
Grazie, gentilissima!