On air:” Nice and Quite- Bedouine”
È scappata via come un treno in corsa, lasciando pezzi di sé tra le fessure, come una ladra.
Nemmeno il tempo per dirle ciao, nemmeno lo spazio per un abbraccio o un saluto, l’estate è fuggita senza una gentilezza e di colpo la luce dell’autunno ha disteso le lunghe braccia ed è arrivata ad accarezzarmi i capelli come se fosse già lì ad aspettarmi.
La vedo salire insieme alla nebbia che avvolge la valle, restare ferma per ore sulle mensole basse che corrono sotto i libri in cucina, spunta tra i rami del bosco, sorprende i suoi silenzi, lentamente riprende i suoi spazi.
La luce è cambiata.
L’ho detto ad alta voce come una dichiarazione di guerra, come se sentire il suono di queste parole potesse in qualche modo fermare il tempo o renderci più forti.
L’autunno è la parentesi tonda che irrompe nel mezzo di un discorso: quel raccontare sottile, quella precisazione che rende i sentimenti più puri, come un sussurrare in mezzo a tanto gridare.
La luce è cambiata, ora non resta che sedersi a guardare.
La zucca e il suo raccolto.
Settembre è il mese dell’uva, dei fichi, ma anche delle zucche. Come punti luminosi spuntano tra le erbe alte del giardino e i rami asciutti si staccano facilmente lasciando solo qualche peduncolo arricciato.
Una volta raccolta, lasciate asciugare la zucca, ripulita da eventuali residui terrosi, in un ambiente areato non a contatto con il terreno, al riparo dalle piogge e dall’umidità notturna e, dopo un paio di settimane, spostatela in un ambiente più freddo, ma comunque non umido.
Le zucche possono conservarsi fino a 7 mesi dal loro raccolto, ovviamente l’intervallo di tempo sarà più o meno lungo a seconda della varietà della zucca e della temperatura dell’ambiente esterno.
Calda e speziata, una vellutata per celebrare.
Tagliare una zucca è una sorta di rito in cucina: da un unico ortaggio otterrete moltissimi piatti e porzioni e con un po’ di pazienza ne ricaverete anche la semente per la stagione successiva o degli ottimi semi di zucca con cui guarnire pani e zuppe.
Eliminate la parte fibrosa all’interno della cavità e da questa prelevatene i semi: risciacquate e stendete ad asciugare su una teglia coperta da carta forno. Dopo 48 ore, i vostri semi saranno pronti per essere conservati in un vaso ermetico.
Una vellutata per celebrare questo momento, per darci calore, ma anche solo per volerci bene con un piatto sano e di estrema semplicità.
Buona settimana a tutti,
Manuela
- 800 g di polpa di zucca già pulita
- 3 cipollotti
- 1 radice di zenzero
- 1 peperoncino (facoltativo)
- 1 cucchiaino di curcuma
- Pepe nero macinato al momento
- Qualche foglia di salvia
- 1 pugno di mandorle spellate
- olio extravergine di oliva
- Qualche cucchiaio di yogurt greco
- sale q.b.
- In una casseruola fate soffriggere i cipollotti tagliati a rondelle spesse, la zucca ridotta in cubi e un paio di foglie di salvia.
- Rigirate per qualche minuto, poi coprite a filo con acqua bollente.
- Unite lo zenzero grattugiato, il peperoncino, la curcuma e fate sobbollire fino a quando le verdure risulteranno morbide.
- Tritate le mandorle a coltello e fatele tostare velocemente in un tegame basso antiaderente.
- Prelevate parte del brodo, eliminate il peperoncino e passate le verdure con un frullatore a immersione: regolate la densità della vellutata unendo altra acqua di cottura se lo ritenete necessario. Aggiustate di sale.
- Servite calda con una decorazione di yogurt, le lamelle tostate di mandorla e una macinata di pepe.
4 comments
L’aria è cambiata… e questa frase è vera, non solo per il clima. Al punto che forse per la prima volta sono felice di aprire le braccia all’autunno e ho già lasciato indietro l’estate, senza rimpianti e anzi con voglia di riscatto! Come se il vero calore arrivasse ora… come se tutto l’arancione, il giallo e il rosso che ci circonderà, fosse la nuova “cura”. C’è chi lo pensa da sempre, invece per me è una novità… e sono felice di aver voglia di questa stagione, come mai era successo. La zucca che tieni tra le mani sarà d’accordo… 🙂 Come sollevare un peso, portarlo con noi e trasportarlo altrove… i gesti, che parlano… come le zuppe e le vellutate, quelle a cui torniamo ogni volta che vogliamo morbidezza… mi tuffo nel bricchetto, protetta dai suoi bordi alti… e ti raggiungo lì . Perchè so che sei lì dentro… 🙂
Questo arancio ci avvolgerà e forse basterà a riempire gli spazi vuoti e darci l’energia di cui abbiamo bisogno.
Quello che rimane indietro non è solo un ricordo ma ci aiuta a scoprirci diverse e uguali.
Mi aggrappo alla fogliolina di salvia, da lì la vista è bellissima 🙂
Senza nulla togliere alla ricetta che è buonissima e dà un gustosissimo benvenuto all’autunno, ho aperto questa pagina per continuare a leggere le parole che avevi scritto,pensavo fosse una poesia!!hai tratteggiato un’atmosfera stupenda che mi ha catturato come un magnete!scrivi-e cucini-davvero con grande grazia!!complimenti!!
Ps:non commento mai ma ti leggo sempre!!;)
Che dire Camilla, non potevi farmi complimento più gradito…è bello sapere di aver trovato il modo per condividere una sensazione.
Sei la benvenuta, un abbraccio!