On air:”Home again- Michael Kiwanuka”
Agli occhi la primavera lascio che si racconti con i suoi colori, dentro il verde tenero delle prime foglie, nel bianco delle margherite, sospese come nuvole nei prati, o in quello evanescente dei fiori di mandorlo e nelle bocche strette e rosse delle loro corolle.
Nei giorni più limpidi il sole lascia strascichi di luce, avvolgente e tersa, le piogge sono un filtro scintillante capace di amplificarne la bellezza.
Alla primavera associo tre colori: verde, bianco e rosso.
Nessun moto patriottico, sia chiaro, ma un amore sconsiderato per quel senso di rinascita che solo questa stagione è capace di raccontare. Anche nelle giornate più cupe spiccano i rossi del rabarbaro e il verde carico di nervature delle sue foglie, grandi ombrelli sotto cui trovare riparo.
La primavera ha tante sfumature e il rosso, tra i tanti, è uno dei primi colori che arriva deciso ai nostri occhi.
Se per alcuni rossi c’è ancora tempo, per altri, quelli “minori”, è giunto il momento di farsi belli.
Ad aprile, nell’orto si possono percepire le prime vere movenze della nuova stagione: di giorno in giorno si coglie lo sbocciare dei fiori, spuntano in file perfette le minuscole foglie lobate delle insalate e quelle a cuore dei rapanelli o gli spinaci dritti e impettiti. Finalmente il terreno dimostra di essere pronto per accogliere una vita nuova e lasciarla crescere.
Io che da sempre amo i deboli e i più bistrattati, per il nostro appuntamento mensile dedicato all’orto, non potevo che scegliere il ravanello. Ammetto con una certa purezza, che ho imparato solo tardi ad apprezzarlo: troppo piccante a suo tempo per finire sulla mia tavola, ho iniziato a capirlo davvero quando ho smesso di accanirmi contro di lui.
Data l’estrema facilità con cui è possibile coltivarlo e ottenere dei buoni risultati anche in condizioni non troppo favorevoli, non mi restava che dedicargli la mia scheda tecnica del mese.
Nella mia mente i ravanelli sono la ciliegina sulla torta di un perfetto tacos al pastor, o di una tostada di pesce, o perché no, ingrediente di svolta per un crostone primaverile.
Se vi piacciono i grandi classici potrete gustarli semplici, con olio e limone, in insalata, ma per i più temerari ho scelto di proporre una ricetta che avesse le note dei fiori d’ibisco, infuso che ho sempre amato per le tinte purpuree e il gusto leggermente acidulo.
L’idea originale arriva da qui, ma se avete tempo e voglia di cercare in rete (e in questo senso vi consiglio Pinterest, che con le giuste parole chiave, è fonte inesauribile di ispirazione) troverete tante altre ricette semplici e veloci per realizzare i vostri sottaceto.
Buona settimana,
Manuela
- 1 mazzo di ravanelli, puliti e affettati
- Per la miscela all'ibisco
- 240 ml di aceto di mele
- 2 cucchiai di fiori d'ibisco
- sale fino q.b.
- pepe in grani q.b.
- cumino q.b.
- 1 l d'acqua
- Prima del suo utilizzo, miscelate in una brocca le spezie, i fiori, l'aceto e l'acqua. Salate quanto basta a insaporire l'infuso.
- Distribuite i rapanelli nei vasi già lavati e sterilizzati: inseritene una parte, coprite con la miscela filtrata e ripetete fino a raggiungere la bocca del vaso.
- Lasciate riposare in frigorifero per almeno un giorno prima di consumare.
- La stessa salamoia può essere utilizzata per insaporire altre verdure: carote, cipolline, barbabietole.
- Si conservano in frigorifero un paio di settimane.
- *Per un effetto fotografico più interessante ho riempito i vasi fino a raggiungere l'orlo: se volete replicare la ricetta, lasciate 1 cm d'aria tra il tappo e il bordo del vaso, pigiando bene i rapanelli all'interno dell'infusione.
Letture e appuntamenti:
- Domenica 15 aprile, ore 16.30, vi aspetto in Cascina Cuccagna a Milano: nell’ambito di De Rerum Natura il progetto di Cascina Cuccagna e Matteo Ragni Studio per il Fuori Salone 2018, presenterò il mio libro Con Le Mani In Pasta. Sarà un pomeriggio di chiacchiere e cucina, tutti i dettagli qui (per chi ha un profilo Facebook) e qui (per chi invece non lo ha).
- More than just snacks! : se siete ancora convinti che i rapanelli si possano mangiare solo in pinzimonio, date un’occchiata alle 35 ricette che ci propone Bon Appétit.
- Mentre scrivo questo post, il mio ravanello pompelmo (anche chiamato ravanello anguria) ha dei bei ciuffetti grassocci: esternamente di colore beige con sfumature verde brillante , all’interno è di un colore rosa intenso. Mentre attendo con impazienza di vedere i frutti, vi lascio un articolo per approfondirne caratteristiche e usi di questo ortaggio dimenticato.
1 comment
Sai che io guardo le foto con lenti particolari, come avessi occhialoni vintage tondi come televisori anni 80, con radar pronti a cogliere tutto… il visibile e non solo! 😉 Beh, qui vedo tutto il tuo bianco. Quello che c’è dentro e che esce da solo, giocando con una luce più nitida e più chiara… e più pulita. Come il cielo dopo il temporale, come la freschezza della terra che ha bevuto a sufficienza. Come un pennello che traccia i contorni, con la punta incisiva ma sottile, come la (sotto)trama dei rami fioriti suggerisce… qualcosa è più marcato, qualcosa è più sfocato, ci sono strade che si intersecano e altre che si scelgono…
Il rosso è come te: onesto. Intonato alla stagione. Rispettoso dei tempi. Quelli giusti, quelli non forzati… quelli sinceri.
Mi chiedevo dove reperire i fiori d’ibisco, poi l’illuminazione: li rubo dalle varie tisane che ho! 😀 E se dovessero finire, magari Melissa arriverà in soccorso… 😉