On air:”Satellite- Colapesce feat. Meg”
C’è una luce gialla, piena, che ci accoglie ogni mattina quando scendiamo le scale per fare colazione: arriva morbida sui pigiami leggeri, sulle tazze fumanti, avvolge le nostre chiacchiere mentre ci raccontiamo i sogni della notte prima tra un sorso di caffè e un morso a un biscotto.
La stessa luce corre con noi lungo la strada, prima sullo sterrato, aggirando le buche e i sassi più grossi, poi sull’asfalto consumato o quello che ne resta. Arriva placida sui ronchi, trafigge i soffioni ed esalta il giallo dei mille ranuncoli che fanno da veste ai prati.
Ogni mattina, da quasi un mese, il mio inizio di giornata è più o meno questo, interrotto raramente da qualche breve periodo di pioggia: insieme ai profumi e alla temperatura che lenta sale, in questo periodo dell’anno sono i colori a farla da padrone, a determinare un passaggio più repentino verso il vivo della nuova stagione.
E, insieme ai colori, i riti che in campagna si consumano come un’abitudine, scandiscono i giorni e il tempo incorniciando alla perfezione un periodo.
Da fine marzo, le pecore brianzole dalla stalla passano ai prati a fieno: lasciano il buio dei loro ricoveri e divorano i campi, avide di luce e di erba fresca. In poche settimane il paesaggio ha lasciato i bianchi luminosi e leggeri per il verde limpido, accecante. L’ intera valle sembra bere questa luce, lo fanno gli animali, così come i fiori, lo faccio io, camminando piano verso la fermata dell’autobus in cerca di una nuova dimensione dentro e fuori di me, lascio trapelare un saluto alle greggi assonnate e cerco di imparare la loro pazienza.
Tra i riti che tengo ben stretti nel mio quotidiano ci sono le nuove semine, i rinfreschi e gli impasti: la pasta madre, anche se per questioni di spazio editoriale torna meno tra le pagine del blog, rimane una costante, un momento di ritrovo settimanale, il mio piccolo mondo buono.
Le belle giornate ci portano più lavoro, ma anche più tempo per godere delle ore di luce, i picnic con gli amici, gli aperitivi e i pranzi all’aperto. Questa focaccia l’ho impastata a ripetizione nel breve arco di tempo di tre giorni: prima con il classico lievito di birra, in piccolissime quantità e tante ore di lievitazione (24), poi con un avanzo di li.co.li. particolarmente attivo che sembrava un peccato riportare in frigorifero. Il risultato è comunque un impasto leggero, soffice all’interno, leggermente croccante fuori.
La farcitura è quasi un inno alle tinte brillanti della primavera, alle prime foglie di pesto, alle patate che si ingrossano già sotto terra. Una focaccia ricca e completa, come piace a me, che sostituisce perfettamente un pranzo, ma buonissima anche per un aperitivo in compagnia.
Buona settimana,
Manuela
- Impasto:
- 320 g di farina di grano tenero tipo 1
- 100 g di farina di grano tenero tipo 0
- 180 g di licoli rinfrescato e attivo
- 250 g di acqua
- 30 g d'olio extravergine di oliva
- 10 g di sale fino
- Per la farcitura
- 3 patate piccole
- 150 g di stracchino
- 100 g di pesto fresco fatto in casa*
- 20 g di olio extravergine
- 20 g d'acqua
- 1 cucchiaino di sale grosso
- 1 mazzetto di rucola
- Impastate le farine, il lievito e l'acqua, tenendone una piccola parte per sciogliere e unire il sale in fase successiva.
- Amalgamate e lasciate riposare per 30 minuti coperto da un canovaccio (autolisi).
- Riprendete la lavorazione dell'impasto: unite il sale e l'acqua rimasta, poi l'olio a filo e incordate.
- Formate una massa omogenea e liscia, disponetela sulla teglia in cui andrete a stendere la focaccia (già oliata o infarinata) e coprite a campana.
- Nel frattempo fate cuocere le patate, già pelate e lavate, verificate la cottura con una forchetta e quando saranno morbide prelevatele dall'acqua e fate intiepidire.
- Stendete l'impasto in maniera uniforme, arrivate al bordo della teglia e farcite con le fette di patata, i pezzi di stracchino e il pesto leggermente diluito con un filo d'olio.
- Tenete qualche cucchiaio di salsa per decorare a fine cottura.
- Coprite e fate raddoppiare, ungete con l'emulsione d'olio, acqua e sale e cuocete in forno già caldo a 220°C.
- Dopo i primi 15 minuti, abbassate a 200°C e finite la cottura per circa 20 minuti.
- Sfornate, tagliate e decorate con le foglie di rucola e il pesto a crudo.
50 g di foglie di basilico
20 g parmigiano grattugiato
10 g pecorino romano grattugiato
1 cucchiaio di pinoli
1 spicchio d’aglio piccolo
Qualche grano di sale grosso
Olio evo q.b.
Preparazione
Se non avete un mortaio, eseguite la lavorazione con un tritatutto molto piccolo, così da omogeneizzare i sapori più rapidamente. Eliminate l’anima dello spicchio d’aglio, tritatelo e unitelo ai pinoli e al sale grosso. Pestate rapidamente, quindi unite le foglie di basilico già pulite con un canovaccio e lavorate ancora con il mortaio.
Aggiungete i formaggi e l’olio a filo, in quantità sufficiente per amalgamare la salsa.
Approfondimenti e letture:
1. Per qualche tempo a rischio di estinzione, la pecora Brianzola, grazie a un progetto di recupero promosso dall’omonima Associazione e dalla Regione Lombardia, è una razza che è tornata ad essere ampiamente allevata nelle terre Lariane. Apprezzata per le sue carni e per la sua lana di pregio, alla fine del 2015 gli allevamenti con capi di razza Brianzola erano oltre 50 distribuiti nelle provincie di Lecco, Como e Monza Brianza.
2. La stagione è appena iniziata, bisogna ancora seminare e trapiantare. Per gli interessati, domenica 20 maggio a in Villa Amalia, Erba, Civiltà Contadina, organizza una giornata di scambio di semi, piante, fiori e parole. Qui i dettagli dell’evento.
8 comments
It’s impossible see the recipe.
È impossibile vedere la ricetta
Buonasera Lamberto, a me risulta tutto in ordine. In inglese non è ancora disponibile, se vuole può leggere la ricetta in italiano.
Grazie
Che cos’è esattamente il licoli? In assenza di questo è possibile utilizzare un altro tipo di lievito? Grazie mille!
La ricetta è molto invitante, credo la proverò prestissimo!!!
Ciao Chiara!
Il licoli è la pasta madre idratata al 100%, ma se vuoi usare il lievito di birra fresco segui queste indicazioni: 4 g di lievito, 500 g di farina (totale, per la proporzione scegli pure tu), 320 di acqua ecc. impasta, lascia un’ora a temperatura ambiente e poi in frigo per 24 ore; riprendi la massa, riportala a temperatura e stendi. Farcisci, fai raddoppiare in teglia e cuoci come previsto dalla ricetta 🙂
Buon lavoro!
Grazie mille! Prima o poi mi butterò anche con la pasta madre, per ora provo a farla con il lievito di birra fresco.
Ti farò sapere come viene.
PS: il tuo libro è stupendo!!!!!
Prima il blu, poi il verde o viceversa… non importa l’ordine temporale. Importano i colori che ci battono negli occhi, che li illuminano e si imprimono, in sequenza… il dialogo è a più voci, qui il giallo fa sentire la sua e le patate sembrano spicchi di sole, quello che abbiamo tanto atteso, che ci ha scaldato nella settimana scorsa e che ha fatto brillare il mare… onde e campagna, vibrazioni che si fondono, mare e terra, respiri incrociati… correrei subito a far compagnia a quelle pecore all’ombra, prima di bussare alla tua porta di legno e trovare questa focaccia che un po’ parla anche la mia lingua perchè la pizza con le patate a Roma è un classico e mi piace molto! 🙂
Ciao Manuela, volevo sapere se fosse possibile usare questa base anche per una pizza margherita..grazie e complimenti!!!
Ma certo! Solo anziché farcire con le patate, il pesto e stracchino guarnisci con il pomodoro, poi una volta in forno, dopo i primi 10-12 minuti metti la mozzarella 🙂