On air:” The only exception- Paramore”
La prima volta il mare era in burrasca e, dentro, io ero come lui.
A tredici anni non sai bene come descrivere certi impeti, senti solo qualcosa bruciare, un po’ come i segni che la salsedine lascia passando sulla pelle. Non sono visibili a colpo d’occhio, bisogna guardarsi in controluce per vederne le tracce.
E quei segni sono come la coda delle onde: lasciano cocci e piccoli pesci, sassi e i resti di qualche storia che arriva da lontano.
Qualche giorno fa sono tornata a vedere il mare, quello stesso mare a cui torno almeno una volta all’anno da quel primo incontro. Da allora ho letto tutti i libri dei poeti di cui i professori mi avevano parlato: Byron, Shelley, ho fatto mio il loro slancio romantico e dal quel momento ho iniziato a scrivere.
Non so bene se sia stato questo evento a legarmi così tanto a quei luoghi o se è il loro paesaggio con i piedi saldamente ancorati al mare che mi tiene stretta al Levante ligure, ma so con certezza che è la miglior rappresentazione naturale di quello che provo e che sono: anima di collina, terrena e concreta, con negli occhi sempre lo stesso riflesso e lo stesso moto infinito e mutevole.
Con il mare nei capelli e i piedi per terra.
Qualche giorno prima di partire ho fatto una visita all’orto: nel disordine dato dall’abbandono, le verdure invernali tenevano alta la testa, cogliendo ogni raggio di sole per sciogliere il freddo intorno.
Ho chiuso gli occhi e fatto lo stesso.
Di ritorno a casa, ho iniziato a pensare a come utilizzare tutto quel bene: se fino a poco tempo fa sembrava impensabile riuscire a coltivarlo nei nostri orti, ora il cavolo nero è una delle costanti invernali e ci accompagna da ottobre fino alla primavera.
Ho ripescato alcune vecchie ricette che avevo in archivio qui e su Instagram e ho deciso iniziare con la ribollita (di questa trovi la mia versione nella sezione RICETTE nelle storie in evidenza) , perché i classici hanno un potere terapeutico su ognuno di noi.
Ieri invece, ho pensato di riproporre un altro grande classico, la focaccia di Recco, ma con una variante inattesa, il cavolo nero, appunto.
Un incontro tra terra e mare, come sono io, come quei luoghi.
La preparazione in sé è molto semplice, quello che richiede un po’ di esperienza e di pazienza è lo spessore dell’impasto.
Più fine riuscirete a tirare la pasta e più il risultato vi ricorderà quello assaggiato in uno dei tanti forni della Liguria.
In home page invece, vi ho lasciato una selezione fotografica delle tante ricette realizzate in questi anni con il cavolo nero: visto che la stagione sarà ancora lunga, un promemoria non può certo far male!
Per ripescarle facilmente dall’archivio, vi basterà inserire CAVOLO NERO all’interno della barra “Cosa stai cercando?” e scegliere tra le tante ricette a disposizione.
Buona settimana,
Manuela
- Ingredienti
- 220 g di farina 00
- 2 g di olio
- 115 g di acqua
- 2 g di sale
- 450 g di crescenza
- 300 g di cavolo nero
- 1 spicchio d'aglio
- Olio extra vergine e sale q.b
- Lavora la farina, l'acqua, l’olio e il sale fino a ottenere un impasto morbido e setoso.
- Fai riposare per almeno 30 minuti a temperatura ambiente avvolto nella pellicola o in un contenitore ermetico.
- Lava il cavolo, elimina le coste più dure e fai scottare in poca acqua finché sarà ammorbidito.
- Scola, strizza bene e trita finemente a coltello.
- Scalda un filo d'olio insieme all'aglio, scotta il cavolo e lascia intiepidire.
- Dividi l'impasto, stendi una prima metà con un matterello, poi continua a tirarla da sotto con le nocche delle mani chiuse a pugno fino a rendere la sfoglia sottile da essere quasi trasparente.
- Ungi il testo (o una teglia da 30 cm) con l’olio e trasferisci lì la tua sfoglia.
- L'impasto deve fuoriuscire dal bordo.
- Distribuisci il formaggio in grossi pezzi, il cavolo nero (elimina prima l'aglio), poi stendi la seconda metà, esattamente nello stesso modo.
- Chiudi la focaccia posizionando la seconda sfoglia sulla prima e sigilla la pasta passando il mattarello sul bordo.
- Crea dei buchi da un cm, pizzicando la pasta tra pollice e indice. Cospargi d'olio e sale in modo uniforme, inforna a 240°C per 15-20 minuti.
- *L'ideale sarebbe fare una cottura intorno ai 270-300°C, ma nei forni casalinghi è raramente possibile. Se hai l'opportunità di cuocere a questa temperatura, il tempo si ridurrà a 5-7 minuti.
6 comments
È un piacere rileggerti. Col mare nei capelli, i piedi nella terra, e un mazzetto di cavolo nero appena colto tra le braccia.
Un abbraccio!!
Claudia
Bello anche per me ritrovarti qui!
Un abbraccio cara!
Ma è una focaccia senza lievito?
Ciao, sì, niente lievito, l’impasto è simile a quello che si usa per la focaccia di Recco 🙂
Ciao, sembra fantastica! Se la facessi dolo col formaggio senza cavolo nero che quantità uso? Grazie
Ciao!Grazie mille, io la adoro 🙂
Ti basta aumentare di poco, 50-60 g in più sono più che sufficienti.
A presto!