On air: ” Cry me a river- J. London”
L’ultima volta che ci siamo incontrati era il 14 febbraio.
Qualcuno, guardandoci dall’esterno avrebbe potuto pensare che si trattasse di amore, ma noi in tutti questi anni siamo stati molte cose, ma mai innamorati.
I viaggi tengono lontani così come il quotidiano, ma la verità è che alla fine di quel viaggio puoi sempre trovare tempo per parlare con le persone che fanno parte della tua vita, perchè, se ne fanno parte davvero, ci sarà sempre un momento per loro.
E io volevo tornare in quella campagna raccontata e mai vista, con i miei occhi curiosi e le orecchie ancora piene di parole.
Col mio libro tra le mani, sfogliavo le pagine e ritornavo lì, qualcosa mi diceva che era ora di assaggiare un pezzo di quest’Armenia sconosciuta.
Il Lavash è un tipo di pane molto sottile, fatto con farina, acqua e sale, molto diffuso in Armenia, Azerbaijan e Iran.
Tradizionalmente la pasta viene stesa e cotta attaccata alle pareti del forno tandoor. Molto morbido e flessibile quando è fresco, diventa fragile e duro quando si secca.
Potetete cuocerlo senza alcun tipo di condimento, o con semi e aromi a vostra scelta.
Quest’interpretazione del pane senza lievito è un ottimo stuzzichino per un aperitivo tra amici, invece dei soliti grissini, perfetto per il cestino di pane della domenica.
Potete consumarlo da solo o con un hummus fatto in casa.
- Per la salamoia:
- 30 g acqua
- 30 g olio
- 1 spicchio d'aglio
- Per l'impasto:
- 160 g farina per pane, io ho usato una farina di grano tenero tipo 2
- 5 g sale
- 50 g olio extravergine d'oliva
- 75 g acqua
- Per guarnire:
- 1 o 2 cipollotti rossi
- semi di papavero
- Preparate la salamoia, mescolando l'olio e l'acqua e aggiungendo lo spicchio d'aglio schiacciato e lasciate in infusione.
- In una ciotola più piccola mescolate bene gli ingredienti secchi.
- In una ciotola più grande mescolate i liquidi, olio e acqua.
- Versate i secchi nella ciotola dei liquidi e mescolate in modo da amalgamarli. L'impasto sarà piuttosto molle non lo lavorate molto, copritelo con la ciotola più piccola e lasciate riposare per 10 minuti.
- Riprendete l'impasto e lavoratelo facendo delle pieghe serrate.
- Ripetete quest'operazione per 3 volte a distanza di 5 minuti fino ad avere un impasto liscio ed elastico.
- Dividete l'impasto in quattro palline di ugual peso, poi con le mani iniziate a tirare gli angoli verso l'esterno con le mani, se l'impasto dovesse risultare ostile al vostro movimento- duro e con tendenza a rompersi- lasciatelo riposare un po' e riprovate con calma.
- Scaldate il forno a 180°C.
- Dopo il riposo spennellate l'impasto con la salamoia preparata in precedenza, ritagliatelo con un coltello affilato e guarnite, poi dopo 10 minuti di riposo infornate.
- Ripetete l'operazione con le altre palline di impasto.
- Infornate finchè sarà ben dorato, ci vorranno dai 10 ai 15 minuti a seconda di quanto è sottile il vostro pane.
14 comments
che meraviglia!!! e quei cipollottini viola sono una delizia! quanto amore che metti in ciò che fai…si respira solo guardando i tuoi scatti… bravissima!
Grazie Elena1
Io adoro il viola, è un colore che mi trasmette pace e in questo caso la pace l’ha trasemssa anche al mio palato 😉
Non conoscevo questa ricetta armena, ma un pane non lievitato, e che per di più nella versione originale è cotto nel tandoori, non può non piacermi.
Concordo, deve essere delizioso come aperitivo (al posto di una schiacciata o dei grissini -che qui a Torino sono sacri).. al momento lo vedo assai con un bel patè di pomodori secchi!
A presto!
Vedrai è semplice e davvero saporito al tempo stesso!
E’ proprio vero quei cipollotti hanno un colore stupendo e la foto trasmette il loro profumo.
La ricetta m’ispira molto, potrebbe starci anche un filo d’olio e un po’ d’origano.
Sì,anche molto più semplice avrebbe sicuramente un ottimo risultato…io l’ho divorato tempo due ore…mi toccherà rifarlo!
Avevo puntato anch’io questa ricetta dallo stesso libro… ma a colpirmi oggi sono soprattutto le foto, bellissime. Davvero. A presto!
Quel libro è una vera droga…
Comunque grazie davvero Marina,non sai come mi fai felice.
A presto!
Amo le scoperte, questo pane vorrei assaggiarlo per la prima volta con te, mentre stendiamo una coperta sul prato e volano parole…
Mi sembra di vederci!…la sensazione è che di parole ne avremmo da spendere a ceste 😉
Ma sai che una mia amica (foodblogger anche lei) mi ha raccontato di aver assaggiato un pane simile al tuo in Giordania di cui non ricordava il nome: è possibile che fosse questo?
Sai che dovrei informarmi, ma credo potrebbe essere così: in Iran e in alcuni altri paesi dell’area caucasica viene preparato come pane tradizionale 🙂
Ma come mi piace questa ricetta, la sua provenienza e la sua semplicità!delle volte penso che se abitassimo vicine mi piacerebbe imparare da te molti segreti sulla panificazione in genere 🙂 un bacio!le tue foto sono bellissime e i tuoi chiaroscuri sono di una profondità esistenziale!
Sarebbe bellissimo trovarsi a quattr’occhi e raccontarsi tutte queste storie.
Prima o poi…!