On air:”La foule-E. Piaf”Certi freddi invernali mia madre li cacciava via così, con qualche verdura e tanto colore.
Ricordo bene il fischio della pentola a pressione dentro il tinello e quella luce fioca, che bastava appena per illuminarla mentre si muoveva veloce dentro tutto quel rumore.Quello stesso fischio mi terrorizzava, da parte mia cercavo di schivare tutto quel colore, la cena diventava molto più simile a una congiura o una lunga, estenuante lotta, per rinnovarsi la volta successiva e poi quella dopo ancora.Ancora oggi mi chiedo se la mia avversione alla barbabietola, o alle rape più in generale, dipenda da qualche ricordo di quelle lotte a tavola. Per anni mi son mantenuta ben distante, fino a qualche anno fa, quando io e lei ci siamo ritrovate vis à vis durante un corso di cucina sulle paste fresche alla scuola della Cucina Italiana.Da allora ho smesso di lottare: ho lasciato che il suo colore intenso vincesse la mia riluttanza e ho giocato d’astuzia con la memoria, infilando tutto il suo rossore dentro impasti e coloranti naturali, convinta che la mia anima foodies avrebbe superato l’insuperabile.
A metterci lo zampino finale è stato Gualtiero, chef di Cucina in, che durante un corso sulle paste fresche ripiene (e sì, lo so, sono recidiva!), giusto la scorsa settimana, ha rispolverato un ripieno che si adattava perfettamente alla nostra Sig.ra Rapa e alla sua purpurea bellezza.
La ricetta è il risultato di quanto imparato ai due corsi, con qualche variante personale e la gioia di chi è riuscito a debellare uno dei tanti scheletri chiusi nell’armadio.
- Per la pasta alla barbabietola
- 300 g farina tipo 0
- 100 g semola di grano duro
- 150 g barbabietola cotta
- 2 uova
- sale
- Per il ripieno
- 3 cespi di radicchio veronese
- 200 g quartirolo fresco
- 1 cipolla dorata
- vino rosso
- olio extravergine
- sale
- pepe nero
- Per condire
- burro
- Parmigiano Reggiano 24 mesi
- salvia
- Fate una fontana con le farine setacciate e il sale, formate un ampio cratere nel centro e unite al suo interno le uova frullate con la barbabietola.
- Potete lavorare l'impasto in una ciotola ampia e concludere la lavorazione sulla spianatoia solo in ultimo, questo vi risparmierà un sacco di lavoro inutile nella fase finale della pulizia.
- Incorporate farina dai bordi, lavorate l'impasto finchè tutta la farina si sarà amalgamata.
- Una volta pronta la pasta, lasciatela riposare 15-20 minuti.
- Intanto, lavate e mondate il radicchio, tagliatelo finemente.
- Fate soffriggere la cipolla tagliata fine con l'olio, unite il radicchio, quindi sfumate col vino e lasciate evaporare.
- Salate e pepate poi spegnete e lasciate intiepidire.
- Tagliate il formaggio in cubetti molto piccoli (altrimenti il rischio è quello di rompere la sfoglia) e unitelo alla verdura.
- Se desiderate un ripieno più vellutato, passatelo col frullatore e inserite il ripieno in una tasca da pasticcere.
- Per un ripieno più rustico unite il quartirolo al radicchio e amalgamate il tutto.
- Stendete la pasta in un velo sottile, formate dei quadrati e confezionate le caramelle.
- Cuocete in abbondante acqua salata e condite con la sua salsa.
9 comments
Io e la rossa rapa siamo sempre andate d’amore e d’accordo. Però ammetto che mi è sempre riuscito difficile proporla in tavola ad altri. Spero che con questo primo fantastico riesca a superare l’ostacolo!
Ps: questa volta le foto mi piaciono più del solito 🙂
Infatti la bellezza dell’inganno sta proprio lì: la barbabietola non altera praticamente per nulla il sapore, quindi puoi andare tranquilla!
P.s. Grazie! ^_^
Sollevi sempre qualche coperchio del passato, tu… qui nel vero senso della parola, perchè anche io lego il fischio della pentola a vapore a mia madre, quel sibilo che quando diventava forte arrivava fin nella mia stanza, mentre studiavo… sorrido perchè io non posseggo la pentola a vapore ma lei tutt’oggi vuole regalarmela perchè dice che è molto utile… vediamo se per questo Natale… 🙂
E poi le barbabietole… sono settimane che c’è un post in sospeso, abbozzato, corretto e cancellato… le mangiavo da bambina perchè lei me le preparava, anche lesse, condite solo con olio e sale… per anni ho smesso di prenderle, non perchè non mi piacessero, ma chissà, ci sono cibi che accantoni, metti in un cassetto o a riposo… quest’anno le ho riassaggiate, anche frullate, ed è stato stupore come per la zucca… conquistata dal loro colore, esattamente come mi è successo guardando le tue caramelle… sono gioise, quasi saltellano!
Ultima cosa… devo dirti o lo immagini già quanto mi piaccia il bordino del maglione in tinta? 😀
Io ero terrorizzata da quel fischio, non capisco ancora bene perchè e ammetto che nel momento dell’acquisto della pentola a pressione ho persino titubato un po’…ma ne vale la pena, soprattutto per i minestroni e le zuppe 🙂
Sul bordino in tinta posso solo dirti che ne ero certa?E che quando mi faccio venire certe “illuminazioni fotgrafiche” penso anche a te, perchè so che capirai?Ci credi?
Un abbraccio
Ci credo e soprattutto sono felice… 🙂
ma sono bellissime!!
Grazie Maia!
🙂
Che bellezza Manuela,
una bellissima riappacificazione la tua con la rapa!
Buona serata e grazie per questa bella ricetta.
Lou
Bisoogna sempre dare una seconda opportunità alle persone…ops, verdure! 😉
Baci e buona serata!