On air: “Do nothing till you hear from me- E. Fitzgerald”Le serate finivano così, intorno a un tavolo, le bottiglie vuote, i gusci ordinati in piccoli mucchietti accanto alle scorze profumate.
Per noi le serate di festa erano fatte di ceste di frutta secca e agrumi: l’aroma restava nascosto sotto le dita, insieme al cioccolato strappato come una conquista nella folla dei no di mia madre.
L’inverno si avvicina lentamente, con la sua aria rigida e impassibile, e con lui le festività e i preparativi.
Non è da me parlare del Natale con naturalezza, risentirne i profumi, cercarne i ricordi. Mi ritrovo impigliata come ogni anno in un limbo, indecisa se amare o meno l’attesa di questa festa, ho ricordi buoni e meno buoni che mi accompagnano sul Natale, ma, per citare una frase di qualche giorno fa “la bellezza della vita è che puoi cambiare quello che non ti piace, smussare gli angoli più acuti e ammorbidire il presente” e il profumo, lo stesso di allora, mi fa pensare che ognuno abbia bisogno di portare con sé un buon ricordo e, forse, che semplicemente, si possa ripartire proprio da lì.
Una cena tra amici, una cesta di vimini, il rumore dei gusci che si rompono, il profumo delle scorze tra le mani.
- 150 g cioccolato fondente extra
- 70 g burro
- 100 g zucchero di canna
- 3 uova intere
- 2 albumi
- 2 cucchiai di Rum
- il succo di mezza arancia
- la scorza di un'arancia
- cacao in polvere
- Sciogliete a bagnomaria il burro e il cioccolato a pezzi.
- Montate i tuorli con lo 65 g di zucchero finchè risulteranno chiari e spumosi.
- Incorporate il composto di burro fuso e cioccolato ai tuorli, unite la scorza, il succo d'arancia e il Rum e continuate a mescolare.
- Montate a neve gli albumi con il restante zucchero e uniteli al composto mescolando dall'alto verso il basso.
- Versate tutto in uno stampo a cerniera (diametro 23 cm) imburrato e coperto da carta forno, quindi infornate nel forno già portato a 180°C per 30 minuti, poi abbassate a 120°C e portate a cottura (circa 10 minuti).
- Lasciate qualche minuto nel forno spento, quindi sfornate e servite spolverizzando col cacao amaro.
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11 comments
Quando ero piccola mi piaceva attendere il Natale leggendo e rileggendo alcuni libri; uno dei quali era “La fabbrica di cioccolato” (già allora si potevano riscontrare “segni particolari”). Ora non mi chiedere il motivo, ma leggendo le tue prime parole mi è venuto subito in mente, quindi … brava brava signorina Wonka! Queste magiche tortine mi fanno davvero gola 🙂
Direi proprio una vita segnata per… 😉
Sono felice di averti ricordato un bel momento!
Con il Natale per me è come andare in altalena. Una volta sù, una giù. Non ho mai avuto un rapporto stabile e pacifico. Da bambina lo amavo, come forse è normale, poi crescendo ho preso le distanze, non lo volevo, lo guardavo con sospetto, l’ho anche maledetto alcuni anni. Mi era diventato terribilmente antipatico, lo sentivo finto, un pretesto per scoperchiare pentole di rancore. Poi però ha ripreso punti, adesso lo aspetto con animo quieto, forse ho trovato un equilibrio, forse il tempo leviga, forse sono io ad essere cambiata… e senza forse lo vivo meglio perchè il cuore è al caldo.
Ho già iniziato a pensare ad un futuro post sul Natale, dovrà esserci… ma come al solito credo che mi abbandonerò alle parole e all’istinto del momento…
Frutta secca e scorza di agrumi sul tavolo mi ricordano le mie nonne, guai se la frutta secca (datteri compresi che non mi piacevano!) mancava per il cenone del 24… era quasi più importante del panettone! Io al posto del panettone invece prenderei una tua tortina, del tuo cioccolato mi fido al 100%, crolla ogni esitazione…
Forza, ci vediamo a Parigi.
Credo che il caldo del cuore faccia molto, almeno superata l’infanzia. Io vivo questa nuova calma come riflesso dei miei figli,ma d’altro canto c’è il senso del dovere nel cercare di trasmettere i giusti valori che vanno ben oltre l’aspetto religioso…insomma,una pace apparente.
Ma sto imparando e non me ne vergogno 🙂
Ancora ora amo il Natale, da un paio di anni ancora di più, e quest’anno lo attendo come una cosa nuova.. il primo Natale in casa mia, il mio primo albero, la spia del nuovo che avanza.
La frutta secca e i canditi sono il Natale, poco da fare.
Ma queste tortine, ora come ora, le preferirei 🙂
Anche per me il vero processo inverso è partito dalla nuova casa.
Riesci a riscoprire dei momenti persi coi tuoi nuovi spazi,li modelli sui tuoi desideri.
Tortine e frutta secca siano!
uelàààààààààààà….ma che belle foto….che splendide ricettine…e che intense riflessioni…mi piace come scrivi e cosa scrivi!!! è stata una fortuna conoscerti ed approdare al tuo blog…ovviamente ti seguirò …manco a dirlo no ??? 😉
e per quanto riguarda i corsi e percorsi storici…penso che ognuno debba fare qualsiasi cosa con se stessa..per arrivare alla serenità..e riuscire a stare bene… quando stai bene dentro riesci ad essere più positiva..più creativa…più energica… ed i figli sono indubbiamente una molla ….uno stimolo…è vero anche una responsabilità…ma per me è stata la responsabilità che ha dato un senso alla mia vita…a presto!!! p.s. questi dolcetti sono la fine del mondoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
Ciao cara!!!
Lo sai che non scherzo se dico che è un piacere averti qui vero?!
Sono d’accordo con te: i figli sono una responsabilità,ma sono anche un’occasione per dare un’ottica nuova alla propria vita.
Ti permettono di crescere nuovamente!
Vengo presto a trovarti!
Un abbraccio
Ciao,
sono capitata nel tuo bellissimo blog per caso e questa ricetta mi ha fin da subito catturata.
Vorrei portarne il profumo qui in casa mia questo weekend, ma prima di cimentarmi una domanda al volo… il lievito non è presente?
Ciao Giulia! Grazie per essere passata 🙂
Qui non c’è lievito, è sufficiente montare bene tuorli e zucchero e gli albumi a parte, la leggerezza verrà data da quello.
Buon lavoro!
Grazie per l’info! Sei stata gentilissima 🙂