On air:”Mexico- Cake”Ci sono incontri che sono meglio di certe illumminazioni sulla via di Damasco: un inciampo, un’occhiata veloce e via, ne sei innamorata, cosa che rimani incredula e ti rigiri a guardare di nuovo il soggetto del tuo amore.Eppure, per quanto stupita, lui ti segue con lo sguardo e non ti lascia allontanare da sola. E tu giochi con le ciglia per sapere dove tenere le mani, osservi le sue scarpe, le trovi bellissime, immagini già lunghi giri di parole, risate a un tavolino grezzo, le prime serate fresche di primavera che ti si vestono addosso facendoti dimenticare freddo e pioggia.La primavera è realmente alle porte: lo dice il calendario, non si sbaglia, ma fuori sembra che si parli già di una stagione avanzata, senza mezze misure.
Ammetto che vorrei godermi questo istante senza troppi pensieri, ma ho bisogno di più tempo per riappacificarmi col sole, ho ancora un innamoramento da quindicenne da godere, prima che sia tempo di piatti leggeri e pranzi all’aria aperta e vi confido che questa prepotenza non mi piace per nulla.Ho dato poco retta al tempo e all’intelletto e ho lasciato che fossero cuore e occhi a guidarmi nella ricetta di oggi. Proprio alla fine dell’inverno, conscia che per poter ripetere questa zuppa dovrò attendere un intero anno solare, mi sono buttata fra le braccia del mio nuovo amato.
Pochi ingredienti,ma un tepore unico, da assaggiare!
- cavolo riccio 200 g
- fagioli dall'occhio 200 g
- carota 1
- cipolla dorata 1
- sedano 1 gambo
- aglio 1 spicchio
- peperoncino essicato 1
- alloro 1 foglia
- olio extravergine
- Mettete a bagno i fagioli circa 6 ore prima della cottura.
- Scolateli e metteteli in una pentola con circa 2 litri d'acqua, lo spicchio d'aglio e l'alloro.
- Lessate per 20 minuti, poi scolateli e teneteli da parte.
- Fate un soffritto con le verdure tagliate a tocchetti, il peperoncino e un filo d'olio extravergine.
- Unite i fagioli, rosolateli e sfumate con acqua calda o brodo vegetale.
- Se non amate troppo il piccante, a questo punto eliminate il peperoncino.
- Nel frattempo fate stufare il cavolo lavato e pulito.
- Cuocetelo per circa dieci minuti, scolatelo, fermate la cottura in acqua fredda,poi lasciatelo in un colapasta così che possa perdere l'acqua di vegetazione in eccesso.
- Quando i fagioli risulteranno morbidi, prelevatene una metà, passatela al minipimer (o in un passaverdure) e unite la crema agli altri fagioli.
- Aggiungete il cavolo e fate cuocere ancora, così da amalgamare il tutto.
- Regolate di sale e servite fumante con pane casereccio tostato e un filo d'olio extravergine a crudo.
15 comments
La grande scoperta di questo posto oltreoceano dove il destino, o l’amore via, ha voluto che vivessi, é stato il cavolo riccio. Cercavo il cavolo nero, e oltre a questo ho trovato quello riccio, che qui chiamano kale o chou frisé. Lo si usa tantissimo, non esiste bar o ristorante che non abbia mai servito un’insalata di cavolo riccio. Si trovano articoli e libri interamente dedicati, pare anche che abbia delle proprietà antiossidanti incredibili. Ho inteso da parenti e amici che la primavera che in Italia vi bussa prepotente, vorrei poter dire lo stesso di qua, ma purtroppo siamo ancora sotto un bellissimo sole e temperature lontane dall’essere sopra lo 0. La tua zuppa é bella e deve essere buonissima, ci ritrovo la potenza di quella Manuela che io immagino e che ho il piacere di ritrovare tutte le settimane. Buon lunedì!
Aspetto ancora un bar o un ristorante qui in Italia che abbia il coraggio di proporre il cavolo senza per questo sentirsi sminuito!
Questi Canadesi mi stanno sempre più simpatici 🙂 (un giorno ti racconterò anche di una mia vecchia conoscenza di Alberta,ma questa è un’altra storia…)
Sì, qui la primavera è arrivata acor più forte del solito e non nego che mi è mancato quel passaggio obbligato dallo zero termico,ma io per la primavera ho un debole, non passerà molto prima che cominci ad inneggiare e a saltare per i prati ( e sicuramente a quel punto pioverà 😉 )
Mi raffiguro in quella fetta di pane già addentata nello sfondo. Non vedo l’ora di entrarci dentro a questa zuppa e dimenticarmi di tutto il resto
E’ incredibile quanta calma possa racchiudere una semplice zuppa…ti auguro di trovare il tuo momento di pace!
Vorrei la tua zuppa, le assi di legno rovinate e quella ciotola sbeccata e vorrei anche che la primavera continuasse così, senza che il caldo vero arrivasse mai!
Grazie Ale, un abbraccio!
Per fortuna le stagioni, ognuna a modo loro, sono amanti che è impossibile respingere. Al massimo le si può allontanare per un po’, ma poi tornano. La primavera, e a anche l’inverno.
Lo credo anch’io. E la cosa più bella è continuare ad aspettare.
Lo credo anch’io. E la cosa più bella rimane in assoluto l’attesa.
“E tu giochi con le ciglia per sapere dove tenere le mani, osservi le sue scarpe, le trovi bellissime, immagini già lunghi giri di parole, risate a un tavolino grezzo, le prime serate fresche di primavera che ti si vestono addosso facendoti dimenticare freddo e pioggia”… ma dimmi, dove eri nascosta il lontano 4 marzo 2005 mentre CI guardavi?! Unica differenza: le scarpe non erano bellissime ma pure parecchio consumate, diciamo così, “coraggiose”… 🙂
Aspettavo il cavolo riccio, ricordo una foto che l’annunciava… questo piatto è l’altro rovescio della medaglia della primavera, di giorno esplode ma la sera si tiene ancora il maglione pesantino, la coperta è sul bracciolo del divano e a cena si ha voglia di coppette tra stringere tra le mani, con ingredienti da assaporare fino in fondo perchè, si sa, prima di un distacco si vuole godere tutto di più…
Foto bellissime, trattengono la luce nei punti giusti, come gli abbracci di chi ci conosce bene.
Forse ero proprio seduta a quel tavolino, o forse avevo 19 anni e lo sguardo basso su un paio di scarpe sgualcite come quelle che ti piaceva guardare, indossavo tutte le tinte di rosso e rincorrevo la vita 🙂
La sera a casa nostra è fatta proprio di magioni pesanti e vecchie coperte a scacchi, ognuno trova il proprio angolo di tepore, io mi tengo stretta quella tazza ancora per un po’…
Vorrei conoscerlo anch’io il cavolo riccio, ma da queste parti sembra non volerci passare, forse frenato dall’estrema popolarità del fratello cavolo nero…Stavolta siamo in controtendenza Manuela: anche se razionalmente mi preoccupa, questa primavera così anticipata mi dà una gioia incredibile e fuori in giardino ci pranzo già da due settimane, tutti i giorni. Sì, quest’anno benedico il clima pazzo e la prepotenza della bella stagione, avevo e ho gran bisogno di una lunga primavera, che alleggerisca i miei pensieri alle volte troppo cupi.
Concordo però con te (e con Francesca!) sul fatto che non è ancora tempo di abbandonare le zuppe, che quando cala questo sole splendido io ho ancora il camino acceso e voglia di calore.
Un abbraccio carissima
Sono certa che non passerà molto e comincerò anch’io a saltellare di gioia per la primavera. La verità è che, per quanto restìa,mi sto già ritrovando nel mio modo senza mura, intere giornate fuori, senza nient’altro che il verde e le nostre mani…ma questo tu già lo sai e lo comprendi molto megio di come te lo so descrivere!
Oh, come mi piace il tuo nuovo amore… e questa zuppa nella ciotola sbeccata sarà il MIO nuovo amore..
E’ un amore completamente condiviso il tuo 😉