On air:” Il bacio sulla bocca- I. Fossati”C’è un tempo per le parole, i pugni stretti, le mani stanche. Il tempo della lotta, sospesa e funambolica, con le tue ceste di desideri sulle spalle, pronte a crollare al primo passo falso.
Un tempo rapido, fatto di respiri impercettibili, affannati, sincopati.
Tempo di luce densa, coprente, di istanti accumulati nei cestini, sotto la scrivania, insieme alla carta straccia e ai racconti mancati. E poi c’è il tempo buono, contato piano, sulle dita della mano.
Quel tempo morbido dove si può immaginare e ripartire. Il tempo dei respiri lunghi, delle parole nuove, della calma inattesa, il tempo del destino, che ti suona alla porta e ti fa abbandonare tutto il resto.La mia prima volta col formaggio fatto in casa è stata anni fa, sette per l’esattezza: mi godevo i primi abbracci con n.1 e i nostri pomeriggi insieme. Avevamo lo spazio per un’attesa e la rottura di una cagliata, fra un pasto e l’altro.
N.1 è cresciuto e il tempo ha cominciato ad accelerare: a discapito di tutta la calma del formaggio fatto in casa, i miei ritmi si sono fatti densi, ingestibili, ho parlato ancora di come fare il formaggio ai piccoli alunni delle scuole, poi il distacco.Ma alle passione puoi dire no solo per un po’: prima o poi ritorna quel desiderio, ed è già tempo di ricominciare.
Per la realizzazione del formaggio fresco fatto in casa, non avrete bisogno di fuochi d’artificio, ma solo di calma e tempo e una buona lettura di base sull’argomento.
Molti degli utensili necessari, si trovano in ogni comune cucina.
Per le letture, la mia scelta è caduta su il “Formaggio fai da te”, un libro valido e semplice, di facile interpretazione. In rete, si possono trovare alcune ricette ben raccontate: una tra queste è quella di Ida.
Concordo con lei sul divertimento e sulla gestione degli scettici, che sembrano essere tra noi solo per sminuire queste operazioni di fai da te: il formaggio è delicato e ha un sapore di latte che vi potete scordare di trovare nei formaggi confezionati e, poi, volete mettere la soddisfazione di poter dire “Questo l’ho fatto io!”?
- latte intero fresco pastorizzato o crudo (per me latte crudo) 2 l
- yogurt bianco intero 2 cucchiai, solo se si utilizza il latte pastorizzato
- caglio liquido 4-5 gocce
- La quantità dipende dal titolo del caglio, ossia il rapporto tra la sua quantità e il totale dei litri di latte che riesce a coagulare in 40 minuti a 35°C. Il caglio è acquistabile nelle farmacie, nei consorzi agrari o nei caseifici.
- sale q.b.
- Per prima cosa sterilizzate le fuscelle, facendole bollire in acqua per qualche minuto e lasciatele raffreddare su della carta da cucina.
- Intiepidite il latte, stemperate lo yogurt nel latte (solo nel caso di latte pastorizzato) e portate ad una temperatura di 37°-38°.
- In questo modo si permette lo sviluppo e la riproduzione della flora batterica nel latte.
- Aggiungete il caglio (si conserva in frigo) e mescolate per un minuto col cucchiaio di legno, quindi interrompete il vortice posizionando il cucchiaio di traverso, coprite con un coperchio e avvolgete la pentola in un paio di canovacci per permettere il mantenimento di una temperatura costante.
- Dopo 50 minuti di riposo la cagliata dovrebbe esser pronta e presentarsi come una massa budinosa. Uno stecchino infilato nel centro deve tenersi dritto.
- Rompete la cagliata in tanti quadratini delle dimensioni di 3 cm circa, con l’aiuto di un coltello che arrivi fino al fondo della pentola.
- Questa operazione va ripetuta 3 volte, ad intervalli di 15 minuti, ottenendo pezzi via via più piccoli fino ad arrivare alla dimensione di una nocciola.
- Raccogliete delicatamente la cagliata con una schiumarola e versatela nelle fuscelle.
- Pressatela, sempre delicatamente con il dorso di un cucchiaio o con la base di un’altra fuscella e disponetela su una gratella per permettere lo sgocciolamento. Lasciate trascorrere un'ora, quindi effettuate un primo ribaltamento.
- Salate giusto un pizzico e fate cadere nella mano (se piccola, altrimenti su un piattino) la vostra forma, quindi riponete delicatamente nella fuscella.
- Ripetete quest'operazione altre due volte sempre a distanza di un'ora (la salatura va al gusto, io ho salato anche nel secondo ribaltamento, ma quest'operazione può variare a seconda del risultato che vogliamo ottenere).
- A questo punto, potete aromatizzare le vostre forme con erbe aromatiche che però non anneriscano.
- Trasferite il formaggio su un piatto fondo e coprite con la pellicola.
- Si conserva in frigorifero per 2-3 giorni.
- Il siero rimasto può essere usato per preparare della ricotta, quindi filtratelo con un colino e conservatelo in frigorifero se non potete farlo subito.
22 comments
Tu sei il mio modello.. ah, il formaggio fatto in casa, un sogno!
Io ho solo fatto il quark qualche volta per qualche cheesecake fatta in casa e mi ha dato soddisfazioni, ma immagino il primo sale.
Salvo, salvo!
Modello?!?Dai, no, davvero, così mi imbarazzo…
Fidati comunque che non è particolarmente difficile, ci vuole solo un po’ di pazienza e di esperienza, ma su quello ci stiamo lavorando 😀
In questa giornata dove la cappa è più pesante del solito guardo questo bianco inteso, soffermandomi sui bagliori di luce che arrivano da lontano e sulle tue parole che penetrano dentro di me. Riesce a calmarmi.
Sto resistendo come posso alle passioni intense, perché so che qualora le lasciassi andare si tramuterebbbero in un tornado, stracciando il mio precario equilibrio.
Rimanderò probabilmente ancora una volta tale preparazione; in attesa del momento giusto, che forse sarà davvero morbido come questo formaggio.
Le passioni sono davvero uuna brutta gatta da pelare…se le lasci vivere come dovrebbero, qualcosa ci rimette sempre…ma senza,come si può vivere?
Spero che la cappa abbia lasciato lo spazio per un bel sole limpido, un abbraccio
Hai descritto la vita come una somma, non di semplici intervalli di tempo, ma di intervalli di tempo percepiti da un animo sensibile. Aspetto con ansia il tempo morbido. E anche quello di fare lo stracchino! Non ho ancora trovato le fuscelle giuste e quando ci ho provato non sono riuscita a fargli tenere la forma. Ma il sapore era giusto! Grazie Manuela per non essere scettica!
Pensa che lo stracchino è stato il primo formaggio che avevo provato a fare, la scelta cadeva lì, perchè è uno tra i miei preferiti.
Io non sono riuscita a farlo nella fuscella giusta,ma a suo tempo credo di averlo fatto restare troppo in frigorrifero prima di assaggiarlo.
Ora mi hai fatto tornare la voglia di provare!
Cosa lo vado a comprare a fare il primo sale, se lo fai tu e basterebbe venirlo a prendere… 😉 Sai che a Natale ho regalato a Laura un libro sui formaggi homemade? Perchè mi ha sempre incuriosito questo tipo di autoproduzione… e non ti dico adesso quale yogurt mangio costantemente… c’è un tale smercio di vasetti qui, ehehe!
Vedo che il tempo è un tema ricorrente anche per te… forse perchè condiziona a volte le nostre azioni o scelte e spesso è legato anche al concetto di tempismo, quell’attimo Giusto così raro… ma quando arriva…
“Il tempo del destino” potrebbe essere il titolo di una canzone di Fossati… perchè non glielo proponi? Saresti in grado di scrivere anche un bel testo, tu… 🙂
E tu ci crederesti, se ti dicessi che la scintilla sono state proprio le tue parole, quando mi hai raccontato di averlo comprato al mercato? 😀
E’ tutto un gioco di bellissimi incastri: tu che vai al mercato, io che faccio il formaggio, Laura che legge il suo libro…peccato davvero non esservi vicina!
Che buono!!!Il primosale è il mio formaggio preferito!!!Meraviglia 😉
Grazie Flavia!
E’ davvero ottimo 😀
Ecco, sai che è da quando hai pubblicato il post dello yogurt che speravo in un post sul formaggio fatto in casa? Io sono attratta da tutto ciò che si può preparare in casa, perchè con pazienza e ingredienti buoni si possono fare magie e il divertimento è assicurato. Soprattutto in questo periodo, in cui ho bisogno di lentezza e semplicità, il tuo post così accurato non poteva essere un invito migliore 🙂 Puntualmente ogni finesettimana mi ronza in testa l’idea del formaggio, ma puntualmente mi sento inadeguata e rimando..
Un libro sull’argomento ce l’ho, una fuscella (purtroppo per ora solo una) pure, manca solo il caglio! 😉
Un abbraccio
V
Sono felice di aver colto nel segno 🙂
Non so perchè, ma ultimamente sento che è in molti questo desiderio fortissimo di lentezza e semplicità, forse perchè la fretta ci corrode le ossa e l’anima e siamo stanchi di accorgerci che così non va…
Spero proprio che sia una bella avventura!
Un abbraccio a te
Da queste parti ho la sensazione che il tempo si fermi, che resti sospeso chi sa dove, chi sa come. E mi piace. É come prendere una boccata d’aria. Inutile dire che quello che vedo mi piace sempre. Sto ancora litigando con il pane, cercando di trovare un compromesso, fra la sua non scontata voglia di crescere e la mia assoluta non voglia di aspettare. Mi piacerebbe che la prossima “lezione di vita” venisse proprio dal formaggio. Adesso so dove venire a cercare. Buon we!
E il compromesso arriverà, fidati, ci vuole tempo per abituarsi gli uni agli altri e capire come incastrare i nostri ritmi coi suoi 🙂
Io ho impiegato un anno per farlo!
Sai che per come descrivi i luoghi dove vivi, mi fai venir voglia di partire subitissimo?!?
Un abbraccio!
Cara Manu dentro le tue fuscelle ci sono ‘argomenti’ comuni: il tempo, che è una brutta bestia furiosa che mi annoda i capelli e mi fa perdere il senso dell’orientamento!Questo lo sa bene anche Francesca con cui aspetto fiduciosa il tempo calmo per un nostro incontro ‘da tempo’ ormai!Per non parlare del tempo che aspetto fiduciosa di poterti stringere la mano, anzi no io vorrei abbracciarti proprio se fosse possibile!e poi c’è il tempo dei formaggi da fare, possibilmente insieme… io e Francesca ci mettiamo il libro se ti va, tu porta le fuscelle e vediamo un po’ cosa riusciamo a combinare insieme! 😉
Oh sì!Io per l’abbraccio ci sto, anche doppio , se vuoi!
Ormai mi sembra di conoscerti da anni e capisco la sensazioni che provi: quel sentirsi costretta e annodata ad un tempo che non ti appartiene fino in fondo…
Comunque consideralo fatto: fuscelle in borsa, per il resto ci pensate voi?! 😀
Ma che bellezza autoprodursi tutto a casa!! 🙂 Noi siamo così maniacali da cercare di produrre tutto ciò che possiamo nel nostro piccolo appartamentino e il formaggio è una di quelle cose che avremmo sempre voluto fare…appuntiamo la ricetta, che la proviamo di sicuro!
Ciao!
Anch’io ho la stessa vostra mania, proprio per questo mi ero un po’ fissata col formaggio 😀
Spero proprio che vi possa essere d’aiuto!
A presto
Ciao a tutte! Proprio ieri sono riuscita a fare il primo sale! È venuto benissimo! Grazie mille! Ora mi sapete dire come fare la ricotta dal siero rimasto?
Ciao Gabriella, sono davvero contenta che sia riuscito tutto a dovere! Per la ricotta ti consiglio di fare in questo modo: unisci 1 lt di latte al siero della cagliata precedente (questo se hai mantenuto le dosi della ricetta, altrimenti andrebbe rivisto) e porta lentamente ad ebollizione, piano piano si formeranno i fiocchi di ricotta, raccoglili con una schiumarola e versali in una fuscella per ricotte, poi fai riposare almeno una notte in modo che esca tutto il siero.
Ti auguro buon lavoro!
Ciao Gabriella,sono felice che sia andato tutto a buon fine 🙂
Se hai mantenuto le dosi della ricetta, per la ricotta, scalda 1 l di latte con il siero ottenuto e porta a 45°C circa, si cominceranno a formare i classici fiocchi che costituiscono la ricotta, con la schiumarola prelevali e mettili nele fuscelle a scolare.
Lasciali così tutta la notte e onsumali entro 2-3 gg.
Grazie per il feedback e a presto!
Grazie mille per la dritta!!