On air:” Woman is the Nigger of the world- J. Lennon”Mia madre ho smesso di capirla verso i tredicianni: presa dalla furia della mia adolescenza ho iniziato a cancellare l’odore delle frittelle, i naso contro naso, le trecce della domenica.
La stessa persona da cui mi rifugiavo di notte quando avevo paura, d’un tratto è diventata il manifesto del mio orgoglio.Il mio primo sguardo da madre è finito dentro la fossetta di n. 1: lui si placava e io non riuscivo a capire come potessi essere io l’unica spiegazione a quella quiete.
N. 2 non lascia trasparire nulla, ma potresti trovartelo a un palmo di naso che ti ricorda tutto il suo bene.
N. 3 si avvicina e cerca la punta del mio naso, esattamente come la bella copia di me trent’anni fa.Essere madre toglie il respiro e non solo nel senso più romantico del termine, ti ammacca come un pugno nello stomaco, ti piega e ti stordisce. E’ come un ricambio di sangue completo, morte e rinascita insieme, perchè così come eri prima, non sarai mai più, o forse, tornerai ad essere molto più vicina alla persona che eri, con un pizzico d’esperienza in più.
Arrivo solo oggi, come fanalino di coda a questa festa della mamma: la ricetta della torta la trovate sul numero di Maggio della Cucina Italiana.
Io vi riporto la mia versione, che si attiene quasi completamente a quella originale, se non per qualche variante negli ingredienti ( zucchero di canna al posto di zucchero bianco) e nel procedimento (vedi note).
- Frolla:
- farina di farro macinato a pietra 125 g
- farina di grano tenero tipo 00 125 g
- burro 100 g
- zucchero di canna 80 g
- uovo 1
- sale vanigliato un pizzico
- Crema frangipane:
- burro 100 g
- zucchero a velo 100 g
- uova 2
- farina di mandorle 100 g
- fragole 500 g
- zucchero di canna 2 cucchiai
- zucchero a velo q.b.
- Mondate le fragole, asciugatele delicatamente e tagliatele in pezzi.
- Preparate la base lavorando il burro con lo zucchero, unite l'uovo e le farine e, infine, il pizzico di sale.
- Coprite con un foglio di pellicola e lasciate riposare in frigorifero per almeno mezz'ora.
- Lavorate il burro a pomata con le fruste, unite lo zucchero a velo, le uova (una alla volta) e la farina di mandorle.
- Estraete la frolla dal frigorirfero, stendetela tra due fogli di carta forno a uno spessore di 4 mm e foderate uno stampo da 22 m già imburrato.
- Eliminate gli eccessi di frolla, distribuite uno strato di crema, le fragole a pezzetti e coprite con la crema frangipane.
- Infornate in orno già caldo a 180°C per 50 minuti.
- Spolverate con zucchero a velo una volta fredda.
Le fragole in parte vengono usate per guarnire la torta e in parte per ottenere una salsa da servire con la crostata.
11 comments
C’è che passare qui, o seguirti su fb o instagram è qualcosa di bellissimo.
E dico davvero eh.
Si respira sempre aria buona, quella che piace a me, fatta di sorrisi e Natura.
Ti abbraccio e prendo una fetta di questa meraviglia 🙂
Ma sai che così mi fai davvero arrossire ?!?! (e mi fai felice anche,ma questo te lo dico un po’ sussurrandolo…)
Grazie Ileana, sei sempre la benvenuta!
Un abbraccio a te 😀
Posso solo unirmi a ciò che dice Ileana qua sopra, mandarti un grande bacio e aspettare il tuo prossimo piccolo capolavoro…e parlo di post e ricette eh, non di numero 4!
Ahahahah, no figurati!Sul numero 4 si può tranquillamente dire che si tratta di un capitolo archiviato 😀
Ti mando un abbraccio!
Credo di non aver mai sentito una frase più VERA di questa: “Essere madre toglie il respiro e non solo nel senso più romantico del termine, ti ammacca come un pugno nello stomaco, ti piega e ti stordisce. E’ come un ricambio di sangue completo, morte e rinascita insieme”.
Altro che manuali e mille paranoie, ne sento troppe, sono stanca, vivo da vicino alcune maternità e mi vengono i capelli dritti, la mia paura aumenta, mi addormento in preda di pensieri che mi agitano e mi fanno sentire così piccola, così fragile, così dubbiosa… e forse anche “diversa”. Sì, diversa. Poi vengo qui e trovo sanità mentale e verità: finalmente una mamma che dice le cose come sono, senza idealizzarle, senza uscire da un terribile e ingannevole Mulino Bianco… e mi sento meglio. Questo è un argomentone, Manu, soprattutto ora. Ne parleremo tra qualche mese occhi negli occhi… ma un giorno e mezzo basterà per tutte le cose che vogliamo dirci? 🙂
Scusa la lunga parentesi introduttiva ma ormai mi conosci, io chiacchiero facendo finta che siamo sole, una di fronte all’altra! Quanto al dolce, levami una curiosità… perchè la crema si chiama frangipane? Mi è sempre piaciuto questo nome… 🙂
Un saluto alla fossetta di N. 1 e ai vostri nasi!
Lo sai che stasera ridevo da sola quano ho chiesto ai bambini “Cosa mangiamo?”
Mi piace tantissimo che i nostri discorsi ormai saltano a piè pari i chilometri che ci dividono…non so se basteranno quelle poche ore, ma sarà comunque un momento unico 😀
Ci sarà da raccontare e da raccontarsi fino a notte fonda, comincio già a pensare a come allietare la chiacchierata!
Un abbraccio 😀
Dimenticavo!
Non so bene ccome mai si chiami frangipane,ma il nome è bellissimo e molto evocativo, ma lo sapevi che c’è anche un fiore che si chiama così?!
Mi accodo a Francesca sull’onestà emozionale di quanto hai scritto. Troppa idealizzazione del ruolo, troppa distruzione della persona, sotto il velo di falsità che avvolge le stereotipate definizioni di quell’essere che classifichiamo, nella versione meno disonesta, “femmina”. Vorrei che ognuno di noi avesse il diritto di essere diverso, e solo chi ha il coraggio di dire cose scomode, dolorose, mette le pietre di questa strada. La torta è bellissimissima, proprio del genere che amo di più: rustica, irregolare (nella forma e nel gusto) ma con un ripieno segretamente fanciullesco, lieve, che emerge a intermittenza eppure rinfresca tutto il palato. Ecco, io penso che tu abbia riassunto con il dolce perfetto quel non essere più la stessa o forse essere la stessa ancora meglio.
P.S. Noi così com’eravamo non lo siamo più tutti i mesi, proprio grazie a un ricambio di sangue. <3
C’è molto da discutere sulla figura della madre e della donna, ancora oggi.
Io ho sempre desiderato essere madre, ma non capisco come davvero si possa pensare che una persona debba annullare la propria vita in virtù di qualcun altro.
Il tuo post scriptum mi ha appena aperto una nuova visone delle cose, grazie <3!
Manu che bello questo post, purtroppo l’avevo perso a causa delle mie corse perditempo in metro…anzi ormai penso che l’unico tempo libero sia quello che passo in metro perché è l’unico posto in cui non posso far nient’altro che pensare un po’ :-)Pensa un po’ che una torta frangipane era nei miei pensieri da qualche tempo ma è rimasta in sospeso, poi sono passata da te ed eccola qua!Mi piacciono queste coincidenze amorevoli!:-) Un bacio Grande!
Le corse, anche se non in metro ma in auto tra scuola/lavoro/casa, sono ormai la mia dannazione…credimi ti capisco!
Pensa che la torta con la crema frangipane la immagino da mesi,ma non ho mai trovato il coraggio per avvicinarmi a lei.
E’ sicuramente una torta che conquista!
Io delle due versioni ho preferito l’originale, con la cottura in forno delle fragole e la salsa a parte, anche se anche questa versione è davvero ottima, io preferisco le torte con il ripieno più asciutto…te lo dico, così avrai modo di decidere quale fare in base ai tuoi gusti!
Un abbraccio!