On air:” Falling is like this- Ani Di Franco”Certi sguardi si incrociano, ma per un po’ non si ascoltano.
Si parlano, sanno di avere il riflesso di una luce immensa insieme, ma finiscono per lasciarsi andare, smarrirsi per qualche tempo, riavvicinarsi, salutarsi ancora, perdersi e infine ritrovarsi.
E allora capiscono di non essersi guardati a fondo, imparano a conoscersi, si soffermano, con la certezza di essere intimamente uniti da sempre.E’ successo più o meno così tra me e i pizzoccheri (e tra te e me): per anni ci siamo guardati senza aver imparato a conoscerci davvero.
Di inverno in inverno sono stati per me la ricetta “comoda”, per la facile reperibilità degli ingredienti.
Non per nulla i pizzoccheri nascono come piatto povero, che cava gli ingredienti da quello che normalmente si poteva trovare nell’orto e nelle dispense di montagna.
Per quanto semplici ed immediati, i pizzoccheri ed io c’eravamo sempre guardati, ma non capiti. Ogni volta lasciavo che il mio incontro si fermasse dentro una scatola di pasta già pronta e non azzardavo un vero dialogo con loro.Questo fino alla scorsa settimana.
Una scelta dettata più dalla necessità di aver già stabilito la cena e dover sopperire la mancanza dell’ingrediente principe di questo piatto.
Un’ora di tempo e avevo già impastato, cucinato e portato in tavola.
La ricetta è quella dell’ Accademia del Pizzocchero di Teglio: le dosi di acqua nella ricetta originale non sono specificate. Io ne ho aggiunto fino ad ottenere una pasta malleabile, non troppo secca (circa il 50% di acqua sul totale della farina).
Il condimento chiaramente “eretico” rispetto all’originale è puramente dovuto ad esigenze di frigorifero, ma se non li avette mai assaggiati, il mio consiglio è quello di partire con il classico verze, patate e formaggio semigrasso, che non deluderà le aspettative.
- farina di grano saraceno 400 g
- farina di grano tenero 1 macinata a pietra 100 g
- acqua (50%)
- zucca 200 g
- porcini freschi o surgelati 200 g
- bitto 150 g
- Parmigiano Reggiano grattugiato 50 g
- burro
- aglio
- pepe
- salvia
- Mescolate le due farine, impastate con acqua e lavorate per circa 5 minuti.
- Con il mattarello tirate la sfoglia fino ad uno spessore di 2-3 millimetri.
- Ricavate delle fasce di 7-8 centimetri, sovrapponete le fasce e tagliatele nel senso della larghezza, ottenendo delle tagliatelle larghe circa 5 millimetri.
- Pulite la zucca, riducetela a dadini e fatela stufare in un filo d'olio insieme alla salvia e a uno spicchio d'aglio, unite i porcini e portate a cottura.
- Salate, pepate e tenete da parte.
- Tagliate a cubetti o a scaglie il formaggio e fate scaldare una teglia capiente in forno.
- Portate ad ebollizione l'acqua di cottura, salate, tuffate i pizzoccheri.
- Dopo 5 minuti scolate i pizzoccheri un po' allla volta con una schiumarola, cercando di non eliminare tutta l'acqua di cottura (servirà ad amalgamare la pasta).
- Alternate gli ingredienti nella teglia in questo modo: formaggio (Parmigiano e bitto), pizzoccheri, zucca e porcini, formaggio ecc. fino ad esaurimento degli ingredienti.
- Aggiungete qualche fiocco di burro e riponete in forno caldo (175°C) per 5 minuti.
- Rimestate e servite.
19 comments
Altro non poteva essere che un’unione perfetta … tra te e i pizzoccheri! Che con quel condimento eretico farebbero innamorare anche i più incalliti conservatori.
Mi siedo alla tua tavola se posso, anche se in ritardo e dopo una lunga assenza. Ma sai che il legno e le tue mani nella farina mi sono comunque mancate … nonostante non lo avessi esplicitato!
Un piatto meraviglioso che come sempre ti rispecchia totalmente, e arriva dritto, subito al cuore, e li rimane.
Lascio sempre una porzione in più per i golosi o per chi sia aggiunge- con mia estrema gioia- alla nostra tavola 🙂
Sentiti libera di farci compagnia, per noi è solo un piacere!
Sempre evocative le tue ricette e le tue parole. Infatti mi è venuta voglia di pizzoccheri… 😉
Benissimo!I pizzoccheri sono uno dei massimi comfortfood invernali…beh, almeno per me 🙂
Il mio ultimo incontro con i pizzoccheri è stato in una malga tra i monti, a Bormio… dal Sud sono salita a Nord, mi sono fatta avvolgere dalla neve e dall’odore forte dei formaggi, dal calore dei grandi camini e dai piatti tipici a me sconosciuti… e questo mi ha conquistato all’istante, al punto che una confezione è finita in valigia e sono andata disperatamente in cerca del bitto qui a Roma… 🙂 Adesso che lo ricordo, gli anni sembrano accorciarsi e sale la voglia di inverno “al sicuro”, quando il freddo non spaventa e sai che a casa troverai quel conforto che cerchi… conforto che da te trovo sempre, come fossi una cocotte fumante che arriva al momento giusto…
(a prestoooo)
Bormio, dici?! E magari i bagni vecchi e le camminate sulla neve?
I pizzoccheri lì non possono non essere buoni, se non hai provato gli “sciatt” devi assolutamente rimediare, sono un altro piatto valtellinese di cui potrei fare scorpacciate all’infinito.
Anch’io sento questa voglia di inverno e di “sicurezza”…intanto mmi fermo qui, presto capirai 😉
Cara Manu ma lo sai che nei giorni in cui tu impastavi pizzoccheri io ero molto vicina a te e i tuoi gesti? e impastavo anch’io per la prima volta qualcosa della mia tradizione chiedendomi perché mai quello fosse solo il mio primo appuntamento e non ve fossero già stati altri!in quei gg mi ha colpito scoprire quanto fossimo vicine nei gesti e oggi mi colpisce vedere quanto lo siamo anche nei pensieri e negli interrogativi che ci sorprendono in cucina 🙂 farò presto i tuoi pizzoccheri anche perché dopo averli visti qui, quelli della scatola resteranno nella scatola 🙂
Ti pensavo Laura!
In effetti c’è proprio da chiedersi come mai ci accostiamo solo tardi alla reaalizzazione di certe ricette…forse abbiamo bisogno di sentirci davvero pronte al cospetto della tradizione.
Vedrai che i pizzoccheri ti piaceranno:hanno un sapore rustico ma elegante,non ti lasceranno indifferente 🙂
Sarà anche dovuto alle esigenze di frigo ma…questo condimento è stupendo! Adoro i pizzoccheri, per me invece è stato amore al primo assaggio, un vero colpo di fulmine. E’ tanto tempo che penso di farli…questo sarà l’inverno giusto, me lo sento! 😉
E ti capisco Alice!Come non rimanere squisitamente conquistat dal loro sapore?! 🙂
Fidati, una volta preparati, capirai che è inutile comprarli al supermercato,
un abbraccio
“Chi mi ama, mi segua”. Devi averlo detto molto forte perché io da qua ti ho udito e da qua ti continuo a seguire. Se poi mi aggiungi dei pizzocheri, belli e rustici, come mi piacciono a me, il gioco é fatto. Puoi anche abbassare la voce. Ti confesso di essere venuta diverse volte a curiosare, nella speranza di leggere la ricetta. Quando l’ho visto comparire fatto “copia/salva” così, sulla fiducia, fin dalla prima foto. Sono contenta che il tuo rapporto con i pizzocheri non si rimasto solo agli sguardi furtivi, ma sia finito in forno… foto bellissime. Insomma, chapeau.
In realtà io mi sento sempre un po’ l’opposto, soprattutto qui…sussurro, parlo piano, tengo le luci basse…il blog è la mia compensazione quotidiana, nella realtà-almeno con chi mi conosce davvero- sono chiassosa e sempre pronta a dire la mia 😉
Credo proprio che ti piaceranno Marghe, anche con altri condimenti, ma quella ruvidezza non può non convincere.
Ti mando un abbraccio, fammi sapere se li fai,mi raccomando 😀
A volte il tempo avvicina gli sguardi, intreccia le mani e lascia che le guance si sfiorino. E che i pizzoccheri cuociano dolcemente.
E’ quasi uno degli ingredienti il tempo.
Senza ci sarebbero solo pranzi frugali e persone incapaci di dialogare…
E’ sempre bello trovarti qui!
Lo dico sottovoce. E lo metto pure tra parentesi che così non fa l’eco e magari non mi sente nessuno.
Oh, io lo dico.
(…non ho mai mangiato i pizzoccheri…)
Dici che è grave? :))))
Noooo,ma è vero??!?!?!?
No,mi prendi in giro…
No, aspetta,non scherzi…
Ok,mi immolo per la causa: un piatto di pizzoccheri te lo faccio io! 😉
Mano sui biscotti al cioccolato che é vero… :)))))))
Questa mi ci voleva proprio…aspetto solo di riprendere la farina di saraceno e rassegnarmi a comprare la prima verza, che ancora non sono del tutto entrata nel clima autunnale e i cavoli continuo a lasciarli da parte. Sì, perchè per quanto questo condimento sembri magnifico, ho voglia del classicone, di riassaporare i pizzoccheri mangiati ormai troppissimi anni fa, anche io nei pressi di Bormio, come Francesca. E ci penso da qualche inverno a rifarli, ma poi me ne dimentico sempre!
Un bacione Manuela 🙂
Anch’io fatico pensare in tutto e per tutto alla stagione fredda,ma ci sono sempre le erbette, che ora col sole meno caldo crescono che è un piacere…insomma ai pizzoccheri non si riesce proprio a dir di no 🙂