On air: ” Waiting on an angel- Ben Harper”Il cambio delle stagioni avveniva in maniera del tutto inattesa: lo si capiva da uno sparo la domenica mattina, dalla punta del naso arrossata quando scendevo dalla bicicletta nel parcheggio della scuola. Le luci trascinate sui libri, la cena presto, le chiacchiere al telefono mentre si aspettava qualche novità.
Cambiava l’aria e con lei i colori: le foglie avevano più l’aspetto di un addobbo che di una certezza, un ornamento colorato che restava giusto il tempo di una stagione, tra una pioggia e l’altra, prima dell’inverno. Ora le mie stagioni hanno nuovi imperativi, nuovi ritmi, che di anno in anno cerco di ritrovare per sentire che tutto va bene, che ogni cosa è al suo posto.
Le coccinelle che fanno crocchio sull’angolo alto delle finestre, la prima nebbia che si alza dal fondovalle, la terra che scivola sotto i piedi come creta.Ottobre è un mese fatto di puntini di sospensione, di giorni gialli come l’estate e altri grigi e umidi come la rugiada nell’orto.
Il mio carattere meteoropatico ne esce sempre un po’ ammaccato da tutta questa incertezza, ma nella stagionalità riesco a ritrovare la calma e l’ispirazione.
Nella pagina dedicata all’orto trovate l’aggiornamento mensile con i lavori del mese: ottobre rallenta il passo, ma in questo periodo c’è ancora molto da fare.
Con questa ricetta io saluto gli ultimi pomodori e do il benvenuto al cavolo nero, il primo per me totalmente autoprodotto, una piccola soddisfazione personale, insomma, come a dire che le stagioni cambiano o restano. A volte, semplicemente, si rinnovano.
- Scialatielli 320 g
- cavolo nero 1 mazzetto
- pomodorini piccadilly o datterini 200 g
- pinoli 50 g
- peperoncino 1-2 ( a piacere)
- aglio 2 spicchi
- erbe aromatiche a piacere (maggiorana, timo, basilico)
- sale grosso
- sale fino
- pepe
- zucchero
- olio extravergine
- Lavate e mondate i pomodorini, tagliateli a metà e disponeteli su una teglia coperta da carta forno, con la parte tagliata verso l’alto. Salate e pepate leggermente, cospargeteli con poco zucchero, unite, a piacere, aglio a fettine e gli aromi scelti. Irrorate con olio e infornate a 100° C per un’ora e 30′, finchè risulteranno appassiti e caramellati.
- Nel frattempo portate a bollore abbondante acqua, lavate il cavolo nero e dividetelo in foglie.
- Tuffatelo per 5 minuti in acqua bollente e scolatelo in acqua e ghiaccio.
- Nella stessa acqua aggiungete il sale grosso e cuocete la pasta.
- In un tegame antiaderente fate tostare i pinoli e tenete da parte.
- Poi nella stessa pentola fate saltare il cavolo con un filo d'olio e il peperoncino tritato.
- Scolate la pasta, fatela insaporire insieme al cavolo e ai pinoli e solo alla fine unite i pomodori confit.
22 comments
Che parole stupende…un modo incantevole di raccontare l’autunno. 🙂
Grazie Marta, merito ell’autunno,è una stagione piena di vita 🙂
Io adoro le tue ricette. Ma davvero. Questa la rifarei anche subito sicura di trovarci semplicità e gusto. Stagionalità poi significa rispetto ed amore. Ed anche questo ritrovo nei tuoi piatti. Brava Manuela 😉
Stagionalità è rispetto e amore…ci farei una bella sritta a caratteri cubitali da tenere come promemoria per tutte le volte che ci vien la tentazione di “cambiare strada”.
Grazie della visita Sabrina,sai che è sempre un piacere averti qui 🙂
musica: stupenda
foto: incredibili
ricetta: una meraviglia
passare da te è come prendere una boccata d’aria dopo essere stata chiusa in cella tutto il giorno!
Sandra
Qui corro il rischio di prenderti sul serio! 😉
Grazie Sandra, per me i vostri commenti hanno lo stesso effetto rinfrescante!
A presto
Manuela ero passata da te un po’ di tempo fa ma non ricordavo quanto bello fosse il tuo blog. E sei anche una socia AIFB, mannaggiamme e al tempo che non ho di girare il web come vorrei. In ogni caso grazie.
Bella la ricetta, splendide le foto, e bellissima tu.
Sarebbe bello vederti al raduno. Ci fai un pensierino?
Bacione e a presto, Pat
Come ti capisco!Pure io non riesco sempre a passare da tutti i blog che vorrei…
In compenso ci vedremo a Parma: la tre giorni a Siena sarebbe stata proprio una bella avventura,ma diventava difficile da incastrare coi ménage familiari 🙂
A presto!
Sarebbe bello, a volte, che le cose rimanessero se stesse, sempre uguali e immutabili. Poi, però, vedo la luce colpire foglie dorate di ippocastani in autunno e mi dico che il cambiamento va abbracciato, sempre.
Sì, nessuno in realtà riesce a resistere all’autunno… i difetti di questa stagione vengono spazzati via in un attimo dalle tinte e da quell’aria frizzantina.
E poi è proprio come dici tu: il cambiamento va abbracciato. Sempre.
Dovrei segnarmi – rigorosamente con penna stilografica – su un quaderno tutte le frasi più belle estrapolate dai tuoi post, come citazioni, come specchio/riflesso, come spunti, come riflessioni… qui il colpo al cuore è arrivato proprio alla fine, all’ultima riga, perchè in fondo mi sento un po’ come un orto che ora produce nuove verdure e nota come è girato il sole…
Si semina e poi si raccoglie, a suo tempo, tu lo sai bene… dobbiamo estendere questo concetto non solo alla terra, ecco… 🙂
La foto finale mi piace molto, quel pavimento caldo che si vede, la gamba del tavolo, quella luce da inseguire…
E’ questo il messaggio che mi arriva ogni volta che spendo tempo nell’orto e che raccolgo qualcosa di tanto atteso…si vorrebbe avere tutto subito,ma la stagionalità ci insegna ad attendere, a coprire la terra quando fa freddo o a dare acqua quando il sole striglia la pelle…prorpio come dici tu! 🙂
Quella foto la amo molto anch’io: è lo sguardo che dalla cucina va fino alla sala da pranzo/salotto…mi piace guardare la casa da lì 🙂
Come mi piace il succedersi delle stagioni. Ogni volta lo vivo con un misto di meravigliata sorpresa e affettuoso riconoscimento di sensazioni già conosciute ma andate come in letargo per mesi.
Complimenti per il tuo primo cavolo nero, davvero bellissimo, e che trova qui una perfetta destinazione.
Ciao,
Alice
Grazie Alice!Sono molto orgogliosa anch’io del mio cavolo 🙂
Le stagioni sono così, un bel libro già letto che però non annoia mai,nemmeno all’ennesima rilettura!
Confesso che non conoscevo gli scialatielli, a vederli sono certa che mi piacerebbero ed anche parecchio, dato che da brava pragmatica, amo la pasta “di consistenza”. Conoscevo invece il mio amatissimo cavolo nero (come potrebbe essere altrimenti?) che mi sa di olio nuovo e minestre di pane, mi sa di casa. C’é una luce bellissima in queste tue foto, sarà il bianco del tavolo con il verde del cavolo e il rosso dei pomodori, ma sono davvero bellissime!
Sapevo che un pochino ti avrei fatta felice!Per il cavolo nero, ovviamente, anche se so he voi toscani lo amate di più dopo i freddi invernali 😉
Gli scialatielli sono una bella scoperta anche per me, li trovo poco qui,ma hanno lunghezza e corpo, proprio come piace a me.
Questa luce è nuova anche per me: con il cambio di stagione la luce arriva in maniera diversa anche in casa e mi sto “riadattando”…sono felice che ti piacciano!
Mi piace moltissimo quello che hai detto sulle foglie perchè trovo che sia una descrizione perfetta dello scenario autunnale. Adoro la poesia di ogni post, l’uso bellissimo che fai delle parole, mai messe a caso, e l’atmosfera che crei… E’ proprio un piacere venire a trovarti, per me è come respirare a pieni polmoni un’aria pulita che non conosce lo smog.
E poi che dire di questo incontro tra stagioni e del cavolo nero interamente autoprodotto… E’ amore 🙂
Buona serata!
E’ davvero amore Virginia,non ho ben capito se lo amo di più per il suo verde cupo o se per il valore nutrizionale e il sapore pacato, che lo distingue dai suoi parenti 🙂
E’ sempre bello per me averti qui,
un abbraccio!
Buongiorno Manuela, solo oggi scopro il tuo blog…e ne rimango incantata! Hai uno stile molto bello, mi piacciono molto le le tue fotografie…trasmettono molto…questa ricetta poi è davvero molto invitante!
Complimenti e ti seguirò con molto piacere…
Ila
Grazie Ilaria!
Posso solo dire che la cosa è reciproca: sono passata da te e ho trovato molti aspetti interessanti nel tuo blog 🙂
A presto!
Bella ricetta, bel post, bellisime foto, e molto ganzi gli scialatielli che mi ricordano un po’ i pici.
Ma soprattutto, il tuo tatuaggio è veramente veramente figo.
Ciao buona serata
Teresa
Ahahah, grazie Teresa!
In effetti i pici somigliano vagamente (adesso qualche toscano mi trancia la lingua a metà…) 🙂
Sono molto fiera del mio tatoo,mi rappresenta moltissimo!!
A presto