On air:”Lover, you should have come over- J. Buckley”Parlami se vuoi, per un attimo potrai persino pensare che ti stia ascoltando.
La verità è che non sono qui, ma sulla cima del cerro Las Tetillas, guardo l’orizzonte e immagino il futuro. Un attimo dopo potresti trovarmi a El Rosario, con una mariposa monarca appoggiata sul palmo della mano destra, o sulla spiaggia di Pichilinguillo o poco più in là tra le acque della foce che finiscono nell’oceano a Nexpa.
Attento, perchè potrei spostarmi piano verso sud da Oaxaca a Mazunte e poi verso San Cristobal de las Casas, con una combi sgangherata, i piedi quasi sempre scalzi e i capelli lunghi, con le punte sciupate dal sale. Non ci è riuscito il tempo, non ce l’hanno fatta n. 1, 2 e n.3 e nemmeno tu hai avuto buona sorte: è bastata una manciata di farina di mais bianco per farmi sentire a casa.
Profumi e sapori hanno un enorme potere taumaturgico: che si tratti di una madeleine o di una più semplice tortillas di mais, l’effetto prorompente di un gusto va oltre le papille e corre rapido fino agli occhi, lasciandoti con quella sensazione di intontimento che solo un viaggio attraverso i ricordi può provocare.
Due foglie di coriandolo e potreste già essere sulla pista di atterraggio del grande aeroporto “Benito Juarez”, intenti ad osservare l’oceano di luci, con la sensazione che, sì, prima o poi finirete dritti, dritti dentro una delle tante case che circondano quella minuscola linea retta illuminata.Volendo riproporre i sapori della cucina messicana, oltre alle numerose varietà di chiles, personalmente credo che alcuni ingredienti non possano assolutamente mancare in cucina: coriandolo, lime e farina di mais bianco, quella che i messicani chiamano masa de harina de maíz.
Se la ricerca dei chiles può diventare piuttosto complessa, gli altri ingredienti dovreste reperirli facilmente o nei mercati o in negozi di prodotti etnici.
Ricordate: non esiste taco o quesadilla senza salsa. In Messico esistono moltissime varietà di salsa, per ovviare la mancanza dei tomatillos e della classica salsa verde, ho scelto di preparare uno dei must messicani, il guacamole.
La fonte delle mie ricette è il libro “El clásico de la cocina mexicana” di Laura Caraza, ma se volete un ottimo punto di riferimento sul web vi consiglio questo blog, ricco di ricette classiche messicane.
- Per le tortillas:
- farina di mais bianco 2 tazze
- acqua 2 tazze e mezza
- sale
- Per il ripieno:
- fiori di zucca 6
- peperoncino verde grande 1
- cipolla 1 piccola
- olio extravergine di oliva
- formaggio a pasta filata tipo scamorza fresca 150 g
- Per il guacamole:
- avocado maturo 2
- cipolla bianca piccola 1
- pomodori tipo san marzano 1 o 2 ( a piacere)
- coriandolo fresco q.b.
- sale
- lime (facoltativo)
- Preparate la massa per le tortillas: unite il sale alla farina e aggiungete l'acqua, impastando fin quando risulterà ben malleabile. Coprite con della pellicola e lasciate riposare per circa mezz'ora.
- Intanto preparate i fiori di zucca: tritate la cipolla, fate soffriggere in un filo d'olio, unite il peperoncino fatto a striscioline e solo all'ultimo i fiori privati del calice e del gambo.
- Salate e tenete da parte.
- Preparate il guacamole: pelate i frutti. Tritate la cipolla e il pomodoro in pezzi molto piccoli,tritate il coriandolo.
- Schiacciate l'avocado con una forchetta, o con uno schiacciapatate verticale o con le mani (io preferisco di gran lunga questa soluzione), ma ASSOLUTAMENTE NON USATE IL MINIPIMER.
- L'avocado è un frutto molto delicato, già di suo soggetto a rapida ossidazione, le lame non farebbero altro che accelerare questo processo.
- Amalgamate tutti gli ingredienti e aggiustate di sale. Se volete aggiungete qualche goccia di lime per evitare che la salsa annerisca.
- Per la preparazione delle tortillas esistono vari metodi: le mani più abili delle donne messicane le preparano senza l'utilizzo di attrezzi, cuocendole sui comal, un'ampia piastra posizionata direttamente su fuoco all'aperto.
- Nel nostro caso esistono due vie: o tramite l'utilizzo di una tortilladora o più semplicemente con un mattarello e due fogli di carta forno o di plastica trasparente (tagliate un sacchetto gelo lungo i lati chiusi).
- Dividete l'impasto in piccole palline della grandezza di un'albicocca, posizionatele sul foglio di carta forno e premetele fino ad appiattirle leggermente, quindi coprite con l'altro foglio e tirate con un mattarello fino a uno spessore di 3 mm circa.
- Se preferite utilizzare una tortilladora, l'unico accorgimento da usare è quello di posizionare l'impasto già diviso all'interno dei due fogli di plastica e chiudere la macchina fino a pressare completamente la tortilla.
- Riscaldate una pentola antiaderente e cuocete le tortillas una alla volta, riponendole all'interno di una canovaccio pulito per mantenerle umide e tiepide.
- Riprendetele e farcitele con i fiori di zucca e il formaggio ridotto in filamenti (non tagliatelo,ma seguite la naturale pasta del formaggio).
- Scaldatele fino a far fondere la scamorza e servite.
Vi lascio alcuni indirizzi, dove potrete acquistare i prodotti messicani:
Milano– Mercato Comunale coperto Piazza XXIV Maggio Apertura- Orari lunedì 08:30 – 13:00
20 comments
Manu che meraviglia e che bello vederti all’opera e seguire le tue mani!io questi sapori non li conosco ma sono sicura mi piacerebbero tanto, proprio perché il nostro palato ha tante affinità. Insomma mi piacerebbe entrare in cucina e rubarne uno nel piatto ma penso che n.1 n.2 n.3 non proverebbero simpatia per me se lo facessi :)))
Credo che i tre piccoli non se la prenderebbero poi tanto a male, devono ancora imparare ad amare questi sapori 🙂
Ma credimi se ti dico che vorrei davvero che venissi qui a rubarne anche più di uno…il bello delle tortillas è che quando si fanno, se ne fanno tantissime!
Inevitabilmente penso alla mostra di Frida, ai tuoi occhi accesi mentre racconti del Messico, alla gioia di aver trovato la farina di mais e alla passione che alcuni cibi ci danno, legati a ricordi, paesi speciali, momenti di vita che magari vorremmo rivivere, anche solo per un attimo…
Questa ricetta è “tua” quasi quanto il pane, perchè appunto contiene una passione dentro, avvolta dentro le tortillas, stretta stretta… la parola “passione” guida tutto, ne sono sempre più convinta… ed è lei che spinge le mani a impastare, spianare, livellare, costruire, spingere, lottare…
Sapere che hai colto questa parte di me, nelle parole, nei puntini di sospensione, nelle immagini, mi fa trovare la giusta calma per parlare di Messico e di sogni ancora per un po’.
La passione non si cancella, nè col tempo, nè con nuove abitudini, fa parte di te…prima o poi torna a bussare alla porta 🙂
Il Messico e tu. Due cose imprescindibili, le telefonate calcolando il fuso orario,le mail a ripetizione,il cd che ti ho fatto recapitare,l’appendicite e Celia Cruz. Tutto condito da quei sapori che ti sei portata a casa e che hai condiviso e insegnato un po’ anche a me. Il guacamole con le mani, un must. Le quesadillas nel tuo cestinetto con il panno, le innumerevoli fajitas mangiate insieme. Quel servizio di piatti e casa tua. Il Messico e tu e queste tortillas che voglio assolutamente mangiare (!).
Stai facendo come Davide?!?!? 😉 😉
(scusa rido da sola, so che capisci…)
Il Messico per me era anche questo: avere qualcuno a cui raccontare, o scrivere, o pensare e quel qualcuno eri inevitabilmente tu.
Ricordo ancora quando ho avuto tra le mani il tuo cd, la mia compilation per tutto il tempo a venire, le risate quando mi hai aiutata a sopportare il “peso” del mio ritorno, le grigliate e il guacamole ceh sembrava non essere mai abbastanza.
Ora che mi sono rimessa in pista, bisogna assolutamente ripetere l’esperimento tortillas!
Ma sai che io, nonostante i negozi etnici, non sono mai riuscita a trovare la masa harina, e sono anni che vorrei provarla?!
Con questo post fai viaggiare lontano, e dalle tue parole si sente quanto quei luoghi ti siano rimasti nel cuore 🙂
Hai ragione,sai?La masa è proprio una di quelle cose che qui si fa aftica a trovare…figurati che quando l’ho vista sui Navigli, pur sapendo che avre dovuto caricarmi tipo mulo, me ne son comprata tre chili 🙂
…sospiro sempre un po’ più forte quando parlo di questi posti,ma prima o poi…
Un abbraccio!
Proprio ieri stavo guardando una puntata del programma di Antony Bourdain su laF ed era ad Oaxaca. Ha incontrato due donne, chef, che cucinano da quando avevano 6 anni, con quelle ricette tramandate dalle madri, dalle nonne e bisnonne. Hanno fatto vedere brevemente la preparazione di una salsa che impiega 35 tipi di peperoncino e la cui preparazione richiede 2 settimane di tempo. Non ricordo il nome, ma ne sono rimasta affascinata, perché certe cose buone, hanno davvero bisogno di tempo per esserlo.
Vedere il volte sorridente di quelle donne, il loro costume tradizionale, i loro capelli tirati sulla sommità del capo e tenuti insieme dai fiori mi ha riportato alla mente la mia amata Frida ed il pensiero è corso inevitabilmente allo scorso anno quando sono corsa a Parigi per vedere la sua meravigliosa mostra.
Questa ricetta me la sono segnata, perché è una ricetta per l’anima, da condividere con gli amici, in una di quelle serate easy, senza compromessi e senza vizi estremi.
Un abbraccio
Ho presente quella puntata cara Reb,l’avevo ista tempo e fa e come sempre mi era preso un sussulto.
Un po’ perchè avevo camminato per quelle strade e mi pareva di risentire l’aroma di fave di cacao tostate, un po’ per i colori, i sorrisi, sempre immensi e totalmente gratuiti.
Le ricette fatte col cuore richiedono tempo e dedizione, è vero e a me a questo proposito viene anche in mente il film “Come l’acqua per il cioccolato”, dove cucina e passione si mescolano in continuazione…
Un abbarccio a te!
Questo post è meraviglioso…le tue parole bellissime…la colonna sonora che hai scelto poi non ne parliamo 🙂 e questa ricetta è assolutamente tutta da provare!! Foto sempre bellissimi qui da te…complimenti di cuore e un abbraccio.
Ila
Grazie Ilaria, in questo caso mi sentivo anche particolarmente ispirata 🙂 Così a occhio mi pare di capire che i nostri gusti musicali sono davvero simili…ci faremo una buona compagnia!Un abbraccio
Mi piace quando parli di Messico. Mi piacerebbe ancor di più ascoltare i tuoi racconti, un giorno, oltre queste poche parole così efficacemente evocative. Sono molto affascinata dalla cultura del centro e sud america, ma non ho mai avuto occasione di avvicinarmi un po’ a guardare con i miei occhi e a sentire col mio cuore. Mi accontento di preparare guacamole, schiacciando l’avocado con le mani (mi è sempre venuto naturale ed è un gesto che adoro, è come maneggiare velluto…il tuo maiuscolo sul divieto di minipimer lo condivido in pieno!!) e di macerare peperoncini habanero in una boccetta d’olio. E quanto tempo è che vorrei provare le tortillas! Ma mai trovata la farina di mais bianco, quindi grazie degli indirizzi preziosissimi che hai inserito in questo post, della tua ricetta, della tua passione.
Questa ricetta cade a fagiolo 😉 avevo giusto in mente di preparare una cenetta messicana nei prossimi giorni e stavo cercando una ricetta affidabile per le tortillas! Con la farina di mais ‘normale’ dici che vengono altrettano bene? 🙂
Un abbraccio, ciao!
Felicissima di aver colpito nel segno e con questa ricetta poi 🙂 Per quello che so purtroppo devo dirti che, no, non verrebbero nello stesso modo,ma se non è troppo prossima questa cena, puoi sempre rimediare online! Fammi sapere come è andata 😀
Sarebbe davvero difficile trovare qualcosa da ridire in questo post, azzarderei un “quasi impossibile” . Il Messico é stato il mio primo viaggio “da grande” senza famiglia al seguito, quindi posso facilmente comprendere l’effetto evocativo alla Proust. Dopo pani dolci, pani lievitati per ore ore, mi godo l’arrivo sulla tua tavola di queste quesadillas…. e di quel guacamole super invitante. Una sola domanda, ma perché neppure anche una birra???
Davvero è stato il tuo primo viaggio da sola??
Che bello, così puoi capire ancora meglio la sensazione 🙂
Hai ragione sulla birra, conoscendo i ritmi messicani qui ci voleva un’intera caguama,ma da queste parti trovare una Negra modelo è un’impresa!(e io la Corona non riesco neanche a guardarla 😉 )
Sapori che ci portano via, che ci trasportano nel vento per poi risospingerci di nuovo verso casa…
Proprio così Lucia, ti prendomo e ti riportano a casa, senza esitazione, senza compromessi…
Eu fiz uma receita de guacamole que ficou muito boa, se quiser ver coloquei no meu blog.