On air:”Candy- P.Nutini”Il bosco a luglio è una signora dai fianchi generosi, lascia la porta socchiusa e ci invita a entrare.
I sentieri si stringono, le coste sembrano quasi baciarsi tanto sono vicine tra loro, le curve si confondono, ogni angolo sembra assomigliarsi, mentre il ricordo invernale di quel ciglio pressoché nudo fatica a ritrovarsi dentro a tutte quelle tonalità di verde.
Mi piace arrivare nel bosco a fine giornata, quando l’aria che scende dalla collina si fa più invitante, amo trascinare i passi per non dare troppo nell’occhio, ascoltare gli uccelli riprendersi il silenzio e farlo diventare canto, sentire le spine che si aggrappano alla gonna e sembrano tirarmi a sé, quasi a volermi dire “non andare”, come un amante trascurato che non ti vuole abbandonare.
Camminare cercando angoli di bosco marchiati dal sole e subito dopo sperare nella penombra, come rifugio, scovare le more, quelle nascoste, che si fanno più grosse e raddoppiano il raccolto.Le more di rovo o di bosco iniziano in questo periodo la loro maturazione, gli arbusti sui fianchi esposti a sud hanno i rami già ben carichi di frutti e la raccolta risulta essere piuttosto veloce.
La conservazione di questi frutti è piuttosto limitata: dopo la raccolta, infatti, non sarà possibile mantenerli freschi a lungo, data la delicatezza.
Se non avete abbastanza more per produrre una buona marmellata, il mio consiglio è quello di consumarli nell’arco di un paio di giorni.
E’ possibile anche congelarli: in questo caso, lavate e asciugate i piccoli frutti su un canovaccio di cotone, poi passateli nello zucchero. Distribuiteli su un vassoio e poi subito in freezer, una volta congelati, divideteli in contenitori rigidi.
Non mi resta che augurarvi buon lavoro e buona settimana!
- More di bosco 500 g
- zucchero di canna 250 g
- 1 limone (la sua scorza)
- Pulite le more, risciacquatele bene, facendo attenzione ad eliminare insetti e impurità.
- Fatele asciugare su un vassoio coperto da carta assorbente.
- Unite le more allo zucchero e alla scorza grattugiata del limone, mescolate, coprite e fate riposare a temperatura ambiente per 12 ore circa.
- Se fa molto caldo, fate macerare in frigorifero.
- Riprendete le more e versate il contenuto in una pentola, riponete sul fuoco e fate cuocere a fiamma bassa fino a quando la marmellata risulterà avere una consistenza semiliquida (circa 20 minuti dal primo bollore).
- Invasate a caldo nei vasi già sterilizzati, chiudete e fate raffreddare a temperatura ambiente. Sterilizzate in acqua per 20 minuti dal bollore, fate raffreddare nell'acqua, prelevate, asciugate i vasi, etichettate e riponete in luogo fresco e asciutto.
26 comments
Adoro la marmellata di more e come te, anche io le lascio intere… mi piace sentire i semini che scricchiolano sotto i denti 🙂
Attendo che si maturino dalle mie parti per rifare anche quest’anno la marmellata di more che tanto mi piace!!
Bellissime le tue foto, incantevole il racconto… mi sono lasciata trascinare nel bosco, insieme a te!
Complimenti.
Raky
Anch’io amo le marmellate in tutta la loro completezza, si potrebbe passare al setaccio,ma perderebbe quel gusto di vittoria che merita una marmellata così “spinosa” 🙂
E’ bello avere una nuova compagna di viaggio,benvenuta Raky!
meravigliosa! amo le more, però nei miei boschi non sono un granchè…..ricordo qund’ero piccolina mamma pur di averle le aveva messe in giardino 🙂
La marmellata viene buonissima anche con quelle coltivate, capisco benissimo tua madre…perchè privarsi di un frutto così buono?! 😀
Quando si dice che le cose semplici sono sempre le migliori…
Quoto al 100% e mi immagino già certe colazioni domenicali a base di pane burro e marmellata 🙂
Per me la marmellata di more è sempre stata LA marmellata, tant’è che ho il post già in testa anche io da parecchio. Primo: perchè l’ho sempre adorata; secondo: perchè ha sempre rappresentato il coronamento delle mie estati da bambina. Non passava anno che non tornassimo in città dalla campagna molisana carichi di vasetti di marmellata. Andavamo a raccogliere vagonate di more la mattina, e il pomeriggio mio padre lo passava davanti al pentolone a girare, mentre io lo guardavo affascinata, deliziandomi col profumo dei frutti e pregustando la pulitura della pentola. Solo che…prima metà di luglio?! Io non le ho mai trovate prima di fine agosto, e sono più a sud! Ma allora il tuo è un bosco magico! 😉
P.S: Più vedo quei barattoli e più te li invidio…come pure quella pentola, quella tavola e.
Io devo dire che potendo scegliere avrei voluto tanto fare quella di lamponi, ma qui, viste le quantità, è praticamente impossibile…Ho avuto il tuo stesso pensiero qualche giorno fa:”More a luglio?!?”.
Ebbene sì, se di solito le vedevo solo le prime settimane di agosto, quest’anno stanno già cominciando…insomma, sono finita a fare pensieri meno felici di quelli raccontati qui e sono sicura che non hai bisogno di spiegarti quali.
Unica nota positiva, questa confettura…cerchiamo di essere ottimisti, altrimenti… 😉
Capito al volo…a questo punto cercherò anch’io il lato positivo e andrò a controllare la maturazione sui rovi che ho già puntato 😉
A casa mia , la marmellata non manca mai ed è esclusivamente biologica. Questa di ore mi piace da morire. Quanto mi piacerebbe addentrarmi in quel bosco alla ricerca di buonissime more selvatiche. Mi pare di sentire il profumo fin qui…ho già pronta una fetta di pane fresco, tutta da gustare con la tua marmellata 🙂
La cosa bella del bosco è che tutti possono passare di qui e godersi un po’ di dolcezza, nessuno può dirti di andartene,è una specie di zona franca in cui tutto è di tutti 🙂
Tu prepara il pane, io porto la marmellata! 😀
Vedi, nella foto del bosco, il punto di luce che illumina la stradina, appena superato il cono d’ombra e di foglie? Io mi fermo e ti aspetto lì, così insieme procediamo, a passo lento, scoprendo cosa c’è oltre…
Trovo che le tue mani in queste foto siano particolarmente rassicuranti… tocco gentile, morbido, delicato, sfiorano le cose e si muovono con una calma ritrovata… perchè piccoli grandi riti come fare le marmellate o le conserve meritano di essere fatti solo così, con il ritmo giusto che lascia la frenesia e il rumore fuori dalla porta…
L’immagine delle spine che trattengono la gonna come un amante trascurato è bellissima… ma sapevi già che mi avrebbe colpito, vero? 🙂
Lascia dei vasetti aperti, arrivo ad aiutarti a chiuderli ma forse soprattutto a finirli, ehehe!
Quell’angolo luminoso è il posto ideale per aspettare, c’è un’arietta fresca che entra da dietro, io sgancio la gonna dall’ennesima spina e arrivo.
Il cesto merita di essere riempito ancora, anche se il meglio deve ancora arrivare. Come certe mattine che abbino alla calma di un pane tostato e di cadenze lente, tengo in dispensa un vaso per te 🙂
Come sempre, dopo un respiro profondo per staccarmi dalla realtà dell’ufficio cittadino, mi immergo nei tuoi racconti, nelle foto delicate e sento il profumo di questa marmellata.
Come te adoro sentire i semini così da non “snaturare” i frutti cicciotti e gustosi.
Brava sempre!
Sei sempre la benvenuta Nicol e son felice che il mio bosco diventi un po’ anche il tuo, per un po’.
In quanto a semini, io sono per le marmellate nature, anche perchè poi sai che noia stare a setacciarli tutti 😉
Anche a me piace camminare nei boschi, trasmettono un senso di pace incredibile. I frutti di bosco, poi, sono deliziosi, questa marmellata la ruberei come una bambina
Bisognerebbe farlo più spesso, camminare nei boschi intendo, lasciarci prendere dai silenzi e dalla pace che hanno queste cornici verdi e magari una volta farlo insieme, chiacchierando del più e del meno 🙂
Ho raccolto le prime more ieri mattina, come ogni anno mi emoziono guardando i primi frutti sui rovi..e quando arrivo qui ritrovo sempre una parte di me!
Quei barattoli sono sempre una sicurezza in inverno, non possono mai mancare in dispensa..e in attesa di raccogliere altre more per la marmellata, ammiro i tuoi barattoli e le tue foto che hanno sempre una luce speciale!
Bisogna mettere in dispensa un po’ di certezze, di quelle buone per quelle giornate invernali più fredde e malinconiche.
Mi piacerebbe vedere un giorno, i boschi di qualcun altro, altri sentieri, altri percorsi…
un abbraccio
Conosco la sensazione di quei rami che trattengono la gonna mentre scappi via. Per uno spettacolo indossavo un vestito leggero e con un velo. Oggi mi sento come quei rovi che vogliono afferrare e trattenere. Ancora non so cosa,ma la sensazione è ben forte e viva. E come quei rovi so che tra le mie spine vedrò spuntare tante piccole bacche del mio colore preferito che potranno addolcirmi e che potrò conservare in vasetti di vetro da aprire ogni volta che ne sentirò la mancanza.
Chiudere la mancanza in un vaso è un’immagine bellissima, ti riporta sensazioni e profumi…è questo il bello di certe ricette, che ti riportano lì dove sei stato felice, senza se e senza ma…
Buona serata cara!
ciao, posso chiederti come crei il sottovuoto con i vasetti della weck? grazie
Una delizia il tuo racconto…sensazioni ed emozioni trasmesse nella loro pienezza, interezza ed autenticità. Amore condiviso sia per il bosco che per la cucina.
Grazie davvero, sono felice di aver trasmesso quello che provavo 🙂
E felice di aver trovato qualcuno con i miei interessi!
A presto
Che magia la marmellata di more di rovo, genuina impagabile, sapori antichi, ricette da conservare , a me ricorda tanto mia nonna che era proprio un lavoro per lei, preparave i vasettini per il lungo inverno e l’ etichetta scritta a mano ataccata sul vetro…
” More di Rovo”….
Grazie mille!…
[…] durante la prima metà di luglio, e non all’estremo sud della Sicilia, ma nei boschi della verde Brianza. Io il mio raccolto l’ho fatto verso metà agosto, ancora una volta in ottima compagnia, […]