Food
On air: ” Povero cuore- Mobrici & Brunori Sas”
Novembre si siede a contemplare le foglie, tra giorni di nebbia e cieli silenziosi.
Le porte chiuse dell’agriturismo hanno quello stesso sapore romantico degli usci dei paesini di vacanza: una sorta di malinconia li riveste insieme alla polvere, ma in quella calma risiede anche un’energia rigenerante, da spendere nei ricordi.
On air:” Skinny Love” Bon Iver
“… alle foreste, ai fulmini, a tutte le facce del sole, agli astri, al cielo che arriva fino a terra, alla pioggia, alla prediletta neve, alla luna di cui porto il nome, alla notte, alla luce, all’universo che non finisce, alla voce del silenzio, al senza nome, alla divina compagnia, grazie e grazie”.
(Chandra Livia Candiani)
Mentre il mondo intero ha risposto tutta la sua attenzione su San Valentino, sull’amore eccezionale e le possibili ricette da fare, io concentro la mia sulla vita di tutti i giorni, sull’amore quotidiano, sulle incursioni della vita .
Nessun accanimento, ammetto di aver riconsiderato questa festa quando mia madre, in tutto il suo candore, mi ha fatto recapitare dei fiori affermando che- dopotutto- si tratta della festa di chi si ama in senso più ampio.
Più semplicemente in questo momento per me non è tempo di ardimenti, ma di morbide coperte, neve fresca sul viso e rifugi familiari. Sento la necessità di piatti immediati che mi facciano sentire bene ogni giorno della settimana e che si sposino con i colori della stagione.
Le galette offrono così tante possibilità da non annoiare mai.
Per questa versione salata ho realizzato la base con una parte di farina di riso macinata con il mio macina granaglie Kenwood: la sua consistenza impalpabile dona al guscio esterno una croccantezza particolare.
Il ripieno, semplicissimo, ma con quella nota piccante data dal formaggio di capra, l’ha già decretata vincitrice indiscussa dell’inverno (almeno per quello che sono le torte salate).
Ti lascio ingredienti e suggerimenti per la sua preparazione, perché la vita di ogni giorno, così come l’amore, meritano di essere sempre celebrati!
Manuela
- 150 g di farina tipo 2
- 70 g di farina integrale
- 30 g di farina di riso (30 g di riso)
- 100 g di acqua
- 50 g di burro freddo
- Un pizzico di sale
- 6 patate medie
- 120 g di formaggio blu di capra (zola di capra)
- Timo fresco
- Sale
- Pepe
- Olio extravergine
- Monta il macinagranaglie, regola sul numero 4 macina il riso: ripassa la farina regolando il macina granaglie fino al massino, per ottenere una farina finissima.
- Nella planetaria monta la foglia e pesa gli ingredienti per la brisée: unisci le farine, il burro a tocchetti, il sale e l’acqua, imposta la velocità 2 per 1 minuto, fino ad avere un impasto liscio e omogeneo. Avvolgilo nella pellicola e fallo risposare in frigorifero per 30 minuti almeno.
- Lava bene le patate, asciugale e con l’aiuto del food processor e del disco da 3 mm riducile in fette. Mettile a bagno, cambiando l’acqua più volte, finché risulterà limpida.
- Scalda il forno a 200°C.
- Tampona le patate, trasferiscile in una terrina capiente e condisci con olio, sale, pepe e timo.
- Dividi l’impasto in due e stendi la brisée sulla spianatoia infarinata fino a uno spessore di 2 mm, buca con i rebbi di una forchetta e riempi con le patate, alternate al formaggio a tocchetti.
- Chiudi l’impasto ai lati, ripiegandolo verso l’interno e finisci con un giro d’olio.
- Inforna per 30 minuti circa, finché le patate risulteranno dorate e la brisée croccante.
- Sforna, fai intiepidire e servi.
On air:” Quello che mi manca di te- Diodato”
C’è una luce nel paesaggio invernale che illumina lo sguardo come fosse fuoco.
Brucia e rigenera, scalda e avvolge quanto l’attesa della primavera.
Nelle domeniche più leggere conquistiamo uno spazio tutto nostro: fuori nei boschi o in cucina, è come se anche noi entrassimo a far parte di una cornice, una scena di cui siamo parte viva e integrante.
Non come spettatori, ma come protagonisti di una rappresentazione capace di strappare sorrisi e lacrime.
On air:”Crush- Cigarettes after Sex”
Parigi e il suo umore nostalgico, le vie strette, i ciottoli consumati. Parigi, l’aroma di burro tostato e di antiche cartoline sui viali della Senna, quel vecchio café dai vecchi sedili verde bosco, il brusio delle parole, il tintinnio dei bicchieri, noi due.
Le Moulin Rouge, la luce riflessa nelle pozzanghere, le nostre birre seduti al banco di un bar.
“Only at Christmas time- Surfjan Stevens”
Negli anni ho imparato che a rendere speciali i pranzi o le cene non erano le tante ricette cucinate, ma l’insieme dei dettagli, l’atmosfera che si creava.
Dettagli di colore, dettagli della tavola, ma anche quelle ricette che sembrano marginali e meno importanti e che invece fanno la differenza. Per questo motivo quest’anno ho voluto raccontare il mio Natale attraverso i dettagli.
Il potere delle cose semplici. L’apple butter e la ricetta dello strudel viennese alle mele di Christophe Felder
On air:”Fats Waller – Ain’t Misbehavin'”
È complesso da racchiudere in poche righe quasi un anno di silenzio. Si potrebbe iniziare a raccontarlo dai colori, o dai profumi della vigna, ma non basterebbe.
Potrei raccontartelo parlandoti di quelle ore che mi hanno tenuta distante da qui: le ore strette, strette, che sembrano non bastare a fare un giorno, che iniziano la mattina presto e si allungano fino alla notte.
Potrei dirti che in cucina i silenzi sono un lusso e che più spesso è il rumore che ci accompagna: quello costante e ripetitivo dei coltelli al lavoro, quello dei passi allenati che salgono e scendono le scale che portano fino in cantina, di forni che suonano, di condimenti che sfrigolano e di musica, costante, a volte assordante, per coprire la stanchezza.
Ti potrei raccontare del rumore più delicato delle confidenze o di quello delle voci tese, che si aggrovigliano nelle ore di punta insieme alle comande.