“… teniamoci stretti che c’è vento forte
ancoriàmoci
l’una all’altro
l’altro all’una
finché non calma
e se non calma
perché potrebbe non calmare – bada – potrebbe
se ci molliamo
saremo scaraventati via lontano
sarà poi difficile trovarci
forse impossibile
dimenticheremo le nostre voci
le nostre facce
dimenticheremo ciò che ci piaceva dirci e farci
dunque
teniamoci stretti
che c’è vento forte
bellezza mia
ti tengo stretta
mia unica bellezza
che tu mi tieni
ed io sia maledetto
sia maledetto io, non dio
se mollo questa presa di salvezza. ” (G. Catalano)
Ricette
La tavola di Natale: il cestino del pane e una mini brioche alla zucca segnaposto
On air: ” Acoustic – Radiohead”
Il nastrino di velluto rosso a incorniciare il viso, il tovagliolo ricamato, i bicchieri decorati: la nostra tavola è un’istantanea di quello che siamo, del periodo che stiamo vivendo, di chi vogliamo accanto.
Negli anni ho imparato che a rendere speciali i pranzi o le cene non erano le tante ricette cucinate, ma l’insieme dei dettagli, l’atmosfera che si creava.
Il potere delle cose semplici. L’apple butter e la ricetta dello strudel viennese alle mele di Christophe Felder
On air:”Fats Waller – Ain’t Misbehavin'”
È complesso da racchiudere in poche righe quasi un anno di silenzio. Si potrebbe iniziare a raccontarlo dai colori, o dai profumi della vigna, ma non basterebbe.
Potrei raccontartelo parlandoti di quelle ore che mi hanno tenuta distante da qui: le ore strette, strette, che sembrano non bastare a fare un giorno, che iniziano la mattina presto e si allungano fino alla notte.
Potrei dirti che in cucina i silenzi sono un lusso e che più spesso è il rumore che ci accompagna: quello costante e ripetitivo dei coltelli al lavoro, quello dei passi allenati che salgono e scendono le scale che portano fino in cantina, di forni che suonano, di condimenti che sfrigolano e di musica, costante, a volte assordante, per coprire la stanchezza.
Ti potrei raccontare del rumore più delicato delle confidenze o di quello delle voci tese, che si aggrovigliano nelle ore di punta insieme alle comande.
On air:”Joga Homogenic- Björk”
Si è disteso bene sui prati l’inverno, allungando le braccia, allargando le sue gonne trasparenti; dopo la neve di inizio dicembre il freddo ha lasciato che il suo respiro immobilizzasse prati e foglie fino al mattino inoltrato.
Nel buio i boschi si sono fatti più leggeri, tanto da permetterci di puntare lo sguardo più in là, tra i rami vuoti e osservare la nostra casa da lontano mentre percorriamo il sentiero panoramico.
On air:”Fireworks – First Aid Kit”
Non l’avevo immaginata così la mia pausa dalla vita quotidiana, il mio primo viaggio alla fine della stagione qui in agriturismo: avevo previsto scenari orientali, sabbia fine e pochi vestiti addosso. Ma ultimamente ammetto di aver perso qualsiasi capacità di pianificazione, un po’ perché la vita -come dovrebbe essere- va da sé, un po’ perché le cose in questi mesi sono cambiate più rapidamente di quanto non lo abbiano fatto fin’ora.
On air:”Incantevole-Subsonica”
Ognuno di noi ha un suo archivio fotografico mentale, una piccola collezione di immagini in cui trova ritratti e paesaggi, colori e profumi di ogni stagione.
I rami inanellati di gemme in primavera, il rubino dei pomodori e dei tramonti d’estate, i toni del bruciato che in autunno virano fino a sbiadire, i colori muti dell’inverno.
On air:” Cosmic Love- Florence and the Machine”
Ho sempre preferito il silenzio al caos, certi angoli muti di campagna, che ad ascoltarli bene di cose da dire ne hanno più del frastuono cittadino; ho sempre amato i processi lenti, le lettere scritte a mano su carta spessa, ruvida, i libri da sfogliare.
Le immagini consumate, la polvere delle strade fatte di ciottoli spezzati, i palazzi in pietra antica, i sapori di una volta. La mia indole anacronistica si innamora di continuo di ciò che è fuori tempo, spesso questo mi succede con le cose così come con le persone: anime grezze, da scoprire come un minerale nella roccia.