“… teniamoci stretti che c’è vento forte
ancoriàmoci
l’una all’altro
l’altro all’una
finché non calma
e se non calma
perché potrebbe non calmare – bada – potrebbe
se ci molliamo
saremo scaraventati via lontano
sarà poi difficile trovarci
forse impossibile
dimenticheremo le nostre voci
le nostre facce
dimenticheremo ciò che ci piaceva dirci e farci
dunque
teniamoci stretti
che c’è vento forte
bellezza mia
ti tengo stretta
mia unica bellezza
che tu mi tieni
ed io sia maledetto
sia maledetto io, non dio
se mollo questa presa di salvezza. ” (G. Catalano)
Primi Piatti
On air:”Space Oddity- David Bowie”
Pare immobile, una vecchia istantanea sbiadita, il tempo, appeso sui rami degli alberi, gli stessi alberi che abbiamo visto cadere uno dopo l’altro sulla strada, nei boschi, lungo le scarpate.
A distanza di una settimana, la pioggia ha ancora la meglio sul sole: rari sprazzi di luce si fanno spazio tra le nuvole dense. Il paesaggio, pur sempre identico, sembra cambiato, o forse sono io a non essere la stessa.
Trilogia d’estate: bianco. L’arte della lentezza, maccheroni al ferretto con il sugo dell’orto
La luce non è più la stessa, ma nemmeno le temperature e questo, a tratti, è un bene, perché lascia spazio alla fantasia e alle energie che nelle scorse settimane sembravano essere svanite, offuscate dalla canicola agostana e dalla routine dello stare a casa.
È indubbiamente il periodo delle conserve, questo di agosto, il momento degli intenti, dei pensieri buoni: l’aria si raffresca spesso, la terra è più umida, si comincia a programmare nuovamente e a raccogliere molto.
Il rosso dei pomodori in tutte le sue sfumature rallegra la cucina, campeggia sul piano di marmo con una teatralità decadente: ci sono i ramati, tondi e sodi, i cuore di bue, enormi e avvolgenti, i costoluti, dalle pieghe irregolari.
Alla spicciolata arrivano anche i ciliegini, i miei prediletti: sospesi in grappoli, come uve scarlatte, per l’intera stagione estiva accompagnano una fetta di pane o le insalate sulla mia tavola.
In questo periodo, nella testa faccio l’elenco dei lavori ancora da realizzare, fuori e dentro casa, per lavoro o per puro piacere: i pomodori non sono solo da raccogliere, dovrò trovare il tempo per essiccare, trasformare e invasare.
Quelle pere già nelle ceste mi tornano alla mente di continuo, penso ai succhi, alle conserve.
Ogni estate si ripete lo stesso rito, dopo anni conosco a menadito le scadenze e ogni volta mi sento con l’acqua alla gola: non posso lasciare che tutto questo pensare prenda il sopravvento, so che finirei per perdere il filo di quello che stavo facendo.
Spesso l’unico modo per non perdersi è fermarsi: rallentare, definire il tempo.
O almeno questo è l’unico modo che conosco io e, sinceramente, non me ne dispiaccio. Da lì in poi tutto sembra rischiarare, si pulisce, tutto è più limpido.
Preparare una pasta fatta in casa non è solo un lusso, ma un gesto che mi ricollega al mondo esterno.
E il mio mondo esterno, in questo momento, profuma di basilico fresco, di pomodori caldi e sugosi, pizzica al naso come l’aroma del peperone che finalmente si colora.
Una volta preparati, i maccheroni al ferretto possono essere consumati freschi o lasciati essiccare all’aria su dei telai, coperti da un canovaccio e rigirati spesso per una essiccazione più uniforme.
Una pasta fresca ben essiccata può conservarsi fino a 90 giorni. Attenzione però a eliminare completamente l’umidità presente, se quest’operazione non viene fatta alla perfezione il rischio è quello di dover buttare tutto causa insorgenza di muffe.
Come ogni pasta fatta a mano, anche questa richiede tempo e un pizzico di manualità, ma quella, statene certi, verrà con un po’ d’esercizio.
I maccheroncini si sposano con qualsiasi sugo vogliate scegliere: di carne, di pesce, semplici pesti o sughi di verdure…unica regola, l’abbondanza!
Buona settimana,
Manuela
- 400 g di semola di grano duro rimacinata
- 200 g di acqua tiepida
- 1 cucchiaio di olio extravergine
- Per il condimento
- 500 g di pomodorini
- 2 peperoni corno
- foglie di basilico fresco al gusto
- 2 spicchi d'aglio
- olio extravergine
- pepe fresco
- ( o peperoncino a piacere)
- Per la pasta fresca: impastate la farina, l'acqua e l'olio, lavorate fino a ottenere una palla liscia, coprite con la pellicola e fate riposare per 30 minuti.
- Formate dei cordoni di 1 cm di diametro, poi con un coltello riduceteli in pezzettini della stessa dimensione. Lavorateli attorno a un ferro da calza o uno stuzzicadenti lungo e ottenete i maccheroncini.
- Distribuiteli su un telaio o un vassoio infarinato con la semola: coprite con un canovaccio pulito e rigirateli più volte per fare essiccare in maniera uniforme.
- Lavate i peperoni, asciugateli, poi scaldate una piastra o il forno (in questo caso 100°C), scottatevi i peperoni rigirandoli più volte. Quando saranno morbidi e la pelle esterna inizierà a staccarsi toglieteli dal fuoco e metteteli in un sacchetto per alimenti. Chiudete e lasciate qualche minuto al suo interno: questo procedimento vi aiuterà a eliminare la pelle.
- Eliminate i semi e la placenta, tagliate i peperoni prima in falde, poi a listarelle grossolane.
- Scaldate l'olio con gli spicchi d'aglio schiacciati: unite i pomodorini già lavati e asciugati e fateli saltare. Cuocete a fiamma viva e incoperchiati: la buccia dovrà risultare caramellata e a tratti bruciacchiata. Unite i peperoni, qualche foglia di basilico e cuocete a fiamma bassa per qualche minuto ancora. Regolate di sale e spegnete.
- Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, saltatela nel tegame con il suo sugo, amalgamando con qualche cucchiaio di acqua di cottura, pepate e servite con altre foglie di basilico fresco.
Letture e approfondimenti:
- Tra le nuove uscite su conserve e fatti in casa c’è il nuovo volume della collana Slow food, “Conserve fatte in casa. 110 ricette dolci e salate”. Tante idee per trasformare frutta e verdura, ma non solo – anche pesce, carne e formaggio – la scelta dei metodi più naturali e genuini per evitare sprechi, fare scorta di cibi sani, buoni e subito pronti da portare in tavola.
- Una bellissima storia (e ricetta)- anche se ormai un po’ datata- che voglio condividere con voi è quella di Sonia, di OPSD (Oggi pane e salame, domani…): mi avevano incuriosito la storia di questi maccheroni e mi avevano incantato le mani al lavoro di chi sa bene come muoversi tra acqua e farina. Qui trovate il link.