Si è concluso una settimana fa Barolo, nel contesto del festival di Collisioni 2014, l’ultimo tour di Bread Religion, un’esperienza gastronomica nata grazie alla collaborazione tra Molino Quaglia, la web-tv Il Mangiadischi e il magazine musicale Rolling Stone per dimostrare come un semplice panino possa diventare un pranzo gustoso e completo anche dal punto di vista nutrizionale.
Dal 18 al 21 luglio una squadra formata da neo “laureati” presso l’Università della Pizza ha sfornato alcuni semplici esempi di focacce e pizze ripiene, il tutto realizzato con le farine della linea Petra® abbinate a uno o più Bricks di cui Molino Quaglia è produttore.E che il cibo sia energia, condivisione, passione, lo si capisce velocemente osservando i pizzaioli dell’Università della Pizza all’opera: sorridono continuamente, parlano, a volte solo con gli occhi, e sembrano non sentire la stanchezza nemmeno dopo tre giorni di inforna-sforna ininterrotto.
Percorsi diversi, uniti da un denominatore comune.
Per qualcuno di loro è il punto di partenza, come racconta Riccardo Verniani, che vuole tramutare la sua passione in una professione, per qualcun altro un percorso quasi obbligato, come mi spiega Massimiliano Prete, da vent’anni in terra piemontese col suo locale, che nella pizza trova lo scopo di una ricerca e di un’ulteriore evoluzione.Il team ( partendo da in alto a sinistra)- 1. Gianluigi Di Vincenzo 2. Daniela Farfalla 3. Patrick Zanoni 4. Masimiliano Prete 5. Riccardo Verniani 6. Manuel Ferrara 7. Alessandro Vanoni 8. Daniele Viviani 9. Igino Caruso
Alla domanda Cosa ti ha spinto a scegliere proprio l’ Università della Pizza? ognuno cerca di raccontare al meglio i suoi perchè.
Professionalità, ritorno a una tradizione dimenticata, innovazione.
L’Università della Pizza garantisce un percorso completo, realizzato con docenti dall’alto profilo professionale, una preparazione a 360° su quello che è l’arte bianca e la figura di riferimento del pizzaiolo.
Un percorso che riscopre la pizza fatta di materie prime di qualità, che nasce dalla voglia di una nuova cultura alimentare e unisce gusto e salute.
Come mi raccontano sia il giovanissimo Gianluigi Di Vincenzo che Igino Caruso, una vera e propria filosofia, più che una scuola, che apre la mente verso una dimensione più alta del concetto di street food.
La sfida più grande?
La comunicazione innanzitutto. Trovare la modalità corretta per scardinarne l’immagine della pizza da quella di junk food e riscoprirne il valore alimentare perduto.
Esattamente come ha fatto Carmine Nasti, che sette anni fa ha iniziato il suo personale percorso con la scuola di Molino Quaglia, e che per passione e tradizione si è fatto promotore della pizza quasi perduta di Tramonti (Sa), che anticamente veniva cotta nei forni del paese una volta al mese.
Foto credits Manuela Conti: Carmine, Riccardo e Vittorio Nasti- Pizzeria Capri da Nasti- Bergamo
Io che non amo restare con le mani in mano (non è un caso che il blog porti questo nome!), ho subito colto l’occasione per mettere in pratica qualche piccolo insegnamento colto chiacchierando e leggendo la raccolta di ricette Rebuild Your Food, che Molino Quaglia ha recentemente prodotto.
A breve arriveranno sul blog le ricette della focaccia ai ceci germinati e quella della pizza a impasto indiretto con biga che ho testato per voi: la prima ricetta presa proprio dalla raccolta dell’Accademia del Pane e l’altra di mia ispirazione…ci sarà da divertirsi, quindi…
Stay tuned!