Diamo la colpa alla primavera e ai cambi di stagione, ma se recapiti i figli ad una festa di compleanno che non c’è o prepari tutto l’occorrente per un risotto senza avere in dispensa il riso, forse qualche sintomo di stanchezza lo stai manifestando.
E puoi incolpare chiunque, il cielo, il freddo, la lavatrice, rimane che devi prendere atto dei tuoi tempi.
O per lo meno del fatto che la giornata continua a rimanere di 24 ore, non una di più, non una di meno.
Non è mai stata la stanchezza fisica a spaventarmi: sono quel che si dice un mulo da soma, non per nulla brianzola fino al midollo, allergica al divano o alle sedie più in generale, ma la stanchezza mentale, quella è tutta un’altra cosa.
Di lì non si scappa.
Un vecchio adagio diceva “Mens sana in corpore sano” e anche se non ancora bene capito cosa volessero dire i latini, ho pensato che forse, avevano ragione.
CREMA DI ASPARAGO BIANCO E AGLIO NUOVO
Non poteva esserci scelta più facile dell’asparago. Un po’ perchè alla stregua del carciofo esercita su di me un fascino da latin lover, un po’ perchè, dovendo scegliere una verdura di stagione ricca di tutte le proprietà disintossicanti e fortificanti di cui pare io abbia bisogno, è stata la prima che mi è arrivata dritta alla mente (per la verità la primissima è stata l’ortica,ma per ovvie questioni di comodità, ho ripiegato sull’asparago).
L’asparago (dal greco aspharagos, che è dal persiano asparag, ossia germoglio) è inteso sia come l’intera pianta che i germogli della pianta Asparagus officinalis L.. L’asparago possiede particolari proprietà diuretiche, è ricco in fibre e potassio, è povero di sodio e ricchissimo di acqua (90%), oltre a moltissimi sali minerali.
Esistono diverse varietà: la prima selvatica, è possibile reperirla presso i pascoli incolti e nei boschi di querce, le altre specie coltivate, si distinguono in base al colore dei turioni. Per conservarli, una volta raccolti, è possibile mantenerli un giorno a temperatura ambiente oppure dai 4 ai 7 giorni in frigorifero, avvolti in un canovaccio umido.
Per essere certi della loro freschezza, osservatene le cime: se sono ben chiuse e compatte, significa che sono freschi.
In attesa dei primi germogli direttamente dal mio orto e dell’asparago rosa di Mezzago, per la mia crema ho scelto l’asparago bianco, perfetto per questo tipo di ricette, data la sua delicatezza rispetto alla varietà verde.
- 500 g di asparagi bianchi
- 4 spicchi di aglio nuovo
- 1 litro di brodo vegetale leggero
- 1 cucchiaio colmo di burro
- 2 cucchiai di farina
- 100 ml di panna liquida fresca
- mandorle a lamelle
- erba cipollina
- pecorino dolce
- sale
- Lavate e pelate gli asparagi, eliminate la parte più coriacea e legnosa, poi tagliateli a pezzi. Portate il brodo ad ebollizione, aggiungete gli asparagi e lasciate cuocere a fuoco basso per circa 15 minuti. Toglieteli dal brodo di cottura con una schiumarola e mettete da parte alcune punte per la guarnizione finale.
- Sciogliete il burro in una pentola capiente e rosolate l'aglio. Aggiungete la farina e fate cuocere il roux per qualche minuto mescolando continuamente ed evitando di farla attaccare. Aggiungete l'asparago a dadini e poi man mano il brodo di cottura degli asparagi continuando a mescolare e facendo attenzione che non si formino dei grumi. Fate cuocere per circa 10-15 minuti. Unite la panna e cuocete per altri 5 minuti a fuoco basso. Aggiustate di sale, poi spegnete e passate col minipimer.
- Servite la vellutata nei piatti con le punte di asparagi, erba cipollina, scaglie di pecorino e mandorle.
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