On air:”In fondo al mare- C.Donà”
“Passò sul tremulo vetro
un riso di belladonna fiorita,
di tra le rame urgevano le nuvole,
dal fondo ne riassommava
la vista fioccosa e sbiadita.
Alcuno di noi tirò un ciottolo
che ruppe la tesa lucente:
le molli parvenze s’infransero.Ma ecco, c’è altro che striscia
A fior della spera rifatta lisca:
di erompere non ha virtù,
vuol vivere e non sa come;
se lo guardi si stacca, torna in giù:
è nato e morto, e non ha avuto un nome.”(Vasca- Ossi di seppia, E. Montale)
Le feste arrivano alla stregua di una discesa dopo tanto pedalare.
La sensazione di abbandono che prende le gambe, i piedi finalmente liberi di smorzare la pressione e di godere degli sforzi fatti fino a quel momento, l’aria tiepida sulle guance rosse, l’armonia tra le nostre braccia e il vento, come un’unico movimento, leggero e vibrante.