Mi sono dimenticata chi ero, ho camminato a lungo, scordato la mia età, arrossato le ginocchia sulla sabbia, costruito castelli. Ho dimenticato gli obblighi, i tempi stretti, la quotidianità e mi sono lasciata vivere.
La Costa Verde non è la Sardegna moderna, non quella fatta di turismo immobile, di villette bifamiliari e condomini all’orizzonte, è un intreccio di colline, tonalità di verde e profumo di mirto, di nulla assoluto per chilometri e strade sospese sul ciglio della montagna, accompagnati da silenzio e capre che sbucano da ogni dove.
Avevamo bisogno di questo mare, dei suoi silenzi per stringerci un po’ di più e ritrovarci, avevamo bisogno di una Natura pura, che mostra il suo lato umano solo di rado.
Da Arbus tutte le mattine scendevamo verso la costa, lungo le poche strade che tagliano le colline, con i finestrini abbassati per godere il profumo della macchia mediterranea e del matorral.
Piscinas famosa per le sue dune, si raggiunge guadando un piccolo fiume rosso, colorato dai residui di ferro delle vicine miniere abbondonate.
Scivu è una distesa di dune bianche, interrotte solo dalle alte pareti di arenaria. Più a nord Portu Maga,Torre dei Corsari, Pistis e la piccola laguna vicino al villaggio di Marceddì, con i suoi fenicotteri rosa, oppure più a sud Capo Pecora e Cala Domestica.
Chi ci viene deve sapere che la strada spesso potrebbe sembrare finire nel nulla, che la connessione è l’ultimo dei pensieri di queste colline e che il mare ha lo stesso carattere oceanico di certe coste del Pacifico e solo in alcuni punti si lascia conoscere per quello che è: cristallino e tiepido.
Nella più scontata delle malinconie da rientro, ho deciso di riprendere in mano subito la mia pasta madre, inattiva da quasi due settimane e tentare di riprodurre uno dei pani decorati più noti, il coccoi.
Non avendo una buona base da cui partire, mi sono affidata a questa ricetta, pescata in rete.
Ammetto che un po’ di delusione per non aver ottunuto lo stesso splendido risultato, ma trattandosi della mia prima esperienza mi voglio accontentare e condividere con voi anche questo piccolo insuccesso, perchè la felicità spesso è lontana dalla perfezione.
- semola di grano duro 335 g
- farina 00 o 0 (facoltativa nelle proporzioni) 100 g
- acqua tiepida 210 g
- lievito madre idratato al 100% 130 g
- 12 g sale
- Impastate il lievito con una piccola parte d'acqua, unite la semola e metà dell'acqua lavorate bene poi, quando la semola è ben amalgamata, la restante acqua, la farina e il sale.
- Lasciate lievitare 2 ore coperto da un canovaccio umido, in modo che non si secchi, quindi stendete la pasta con un mattarello, piegate e stendete nuovamente.
- Lasciate lievitare un'altra ora, poi tagliate la pasta in pezzi: se si vogliono fare dei coccoietti pintaus il pezzo di pasta non dovrà superare i 200 g.
- Prendete il pezzo di pasta, date la forma di un salsicciotto allungato di circa 10 cm, con la chiusura verso l'alto.
- Tagliate la pasta in pizzi dando la forma di una corona,questi pizzi vanno pizzicati e ricamati con un coltello, poi girate il pezzo finito e mettete a lievitare per almeno 3-4 ore in un cestino coperto o su una teglia coperta da carta forno infarinata.
- Prima di infornare incidete orizzontalmente i pizzi con delle forbici.
- Infornate alla massima temperatura per 10 min poi abbassate a 180° per terminare la cottura.