On air:” Boyish- Japanese Breakfast”
Quando ero piccola amavo il vento, la sua forza, quel suo battere deciso, la sua capacità di prenderti per i capelli e scompigliare tutto; mamma gli dava dei nomi, sapeva distinguerlo, lo chiamava tramontana o Föhn, mi ammoniva quando mi vedeva già decisa sulla soglia di casa, pronta a partire per l’ennesima battaglia.
Ma io non sentivo il bisogno di proteggermi, per quello bastavano appena i pochi vestiti che avevo addosso: uscivo e urlavo, urlavo forte contro di lui e con lui. Gridavo per dimostrarmi più caparbia, senza paura, gridavo e ridevo, in quel crescere, nell’elettricità che solo il vento e certi amori sanno trasmettere, ma quei rami secchi che cadevano riuscivano in qualche modo a spaventarmi.