Arrivava l’estate, arrivavano le lunghe giornate, i tramonti infiniti, il vociare assordante delle cicale; arrivava l’odore dei pomodori maturi, distesi nelle ceste al sole, il verde polveroso dei rami sulle dita e la terra secca sulle gambe scoperte.
pomodori
On air:”Sleep on the floor- The Lumineers”
A settembre nessuno di noi avrebbe creduto che l’estate sarebbe tornata così in fretta.
Lasciavamo alle spalle i colori pieni, i verdi e la luce infinita delle prime settimane di giugno; ci aspettavano i rami spogli e le ombre scure, poche ore di luce da centellinare.
On air:”Heartbeats- José Gonzáles”
Agosto non dà tregua, le ore più calde le trascorriamo nascosti dietro le finestre aperte: la luce si riflette decisa sugli stipiti bianchi, sulla facciata polverosa della casa. Nell’orto, la pelle lucida dei pomodori da verde sfuma in un pallido arancio e tramuterà presto in un carminio pieno, io passo in silenzio, osservo gli steli.
Abbiamo sbagliato tutto! mi dico. Le piante cominciano solo ora a farsi rigogliose, i tempi si sono allungati più del previsto, ma la raccolta, anche se alla spicciolata, fa parte di noi e delle nostre giornate già da qualche settimana.
On air:” Iron Sky- P. Nutini”Il volto umano non mente mai: è l’unica cartina che segna tutti i territori in cui abbiamo vissuto.
L. Sepúlveda
C’è una curva che va dal sopracciglio al mento, che mi parla di Ambato e delle sue colline. Il nero invece, quello sul fondo dei miei occhi, ha una sfumatura verde, rubata ai prati del Connemara, ritagliata e appoggiata lì, dove la tinta si faceva troppo cupa per essere sincera.
I rossi e i rosa del Pacifico li ho pennellati qui e là sulle guance troppo chiare, per ricordarmi più spesso di quale materia è fatta la felicità.
On air: “What a difference a Day Makes- D. Washington”
I pensieri buoni, quelli buoni per davvero, puri, semplici, sono diventati un bene di lusso. Ci si guarda bene dal farli, il rischio è troppo alto.
Una semplice riflessione, che porta con sè una verità disarmante: è più facile trovarsi davanti cinismo e insoddisfazione, piuttosto che a voglia di rimettersi in gioco, ottimismo e positività.
E la colpa non è poi tutta nostra, diciamocelo.
Non so se si tratti di fortuna, ma ieri di pensieri buoni ne ho fatti almeno un paio e non ho intenzione di smettere.
Mi tengo questa voglia di sognare e mi godo la bellezza delle piccole cose.
Come questa conserva: semplice e immediata, trovata diversi anni fa in un ricettario di cucina di Sale & Pepe.
In tempi brevi avrete confezionato il tutto.
Dato che sono le ultime settimane utili a produrre preparati a base di pomodoro, vi lascio la mia piccola personale raccolta di conserve:
- Salsa di pomodoro
- Pomodorini confit
- Pomodori secchi sott’olio
- Chutney di pomodori verdi, cipolle rosse e zenzero (su HonestCooking.it)
E per non farci mancare davvero nulla, ecco i pomodori pelati aromatici:
- 1,5 kg pomodori pelati
- 2 foglie di alloro
- qualche foglia di maggiorana
- pepe nero
- 2 cucchiaini di sale
- 1 cucchiaino di zucchero di canna
- basilico
- Lavate accuratamente i pomodori, verificate che siano senza ammaccature, la pelle sia tesa e liscia.
- Asciugate e fate bollire circa un minuto in acqua bollente, scolate con una schiumarola e lasciate intiepidire.
- In una ciotola mettete tutti gi aromi, spezzettate le foglie e mescolate bene con un pestello.
- Eliminate la pelle e distribuite parte del mix di aromi in una terrina abbastanza capiente, aggiungete i pomodori e aromatizzate con il restante, quindi lasciate riposare 10 minuti.
- Distribuite i pelati nei vasi puliti e sterilizzati e coprite con qualche foglia di basilico.
- Chiudete e fate sterilizzare per 40 minuti in acqua.
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Nutrimento è la giusta melodia, sono le parole di Garcìa Lorca lette distesa, col vento che sfiora le pagine del tuo libro.
Sono gli insegnamenti venuti a galla per caso, come un ricordo indelebile.
Nutrimento sono le carote, la frutta, l’erba, dice figlio n.1.
Nutrimento sei tu col tuo sorriso e la sorpresa di trovarmi qui, dico io.
E’ questo contorno verde di colline resistenti, sopravvissute al cemento.
E’ il giallo sincero della pannocchia cresciuta a fatica, è il tuo sudore sulla tempia arrossata, le mie unghie rotte.
Questa è la storia di un progetto che non ancora gambe per camminare, ma che lascia già le sue impronte.
Lascia avanzi di pasta brisée da utilizzare alla fine del lavoro.
Vorrei travolgervi di parole, ma aspetterò diligentemente, nella speranza di potervi raccontarvi tutto nei minimi particolari.
Intanto vi regalo questa tarte tatin, la più semplice ed estiva di tutte le versioni salate.
La base non è una semplice pasta brisée, ma la ricetta dello Chef Andrea Provenzani del Ristorante Liberty di Milano.
Ho avuto la fortuna di assaggiarla al Taste of Milano e mi ero ripromessa di rifarla, seguendo le sue indicazioni.
Ecco, poi non dite che non vi voglio bene!
- Per la pasta brisée:
- 250 g farina
- 125 g burro a pomata
- 100 g acqua
- Per il ripieno:
- 300 g pomodori ciliegini
- 2 spicchi d'aglio
- origano
- maggiorana
- basilico
- olio extravergine
- sale
- zucchero di canna
- Impastate la farina con il burro, aggiungete l'acqua finchè l'impasto risulterà morbido, ma compatto.
- Lasciate riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
- Lavate e asciugate i pomodori, tagliateli a metà.
- Riscaldate il forno a 200 °C.
- Ungete gli stampi, ricoprite con i pomodori con la parte tonda verso il basso e conditeli con un'emulsione di olio, la polpa dei due spicchi d'aglio, origano, maggiorana, sale e zucchero.
- Infornate per 30 minuti.
- Sfornate, avvicinate i pomodori, restringendo gli spazi che si sono creati, poi foderate con la pasta brisée bucherellata con i rebbi della forchetta.
- Fate in modo di rimboccare bene la pasta.
- Infornate per altri 30 minuti.
- Sfornate, lasciate raffreddare 5 minuti e capovolgete la torta.
- Servite con basilico fresco e formaggio a piacere (io ho scelto una formaggella artigianale).