La luce non è più la stessa, ma nemmeno le temperature e questo, a tratti, è un bene, perché lascia spazio alla fantasia e alle energie che nelle scorse settimane sembravano essere svanite, offuscate dalla canicola agostana e dalla routine dello stare a casa.
È indubbiamente il periodo delle conserve, questo di agosto, il momento degli intenti, dei pensieri buoni: l’aria si raffresca spesso, la terra è più umida, si comincia a programmare nuovamente e a raccogliere molto.
Il rosso dei pomodori in tutte le sue sfumature rallegra la cucina, campeggia sul piano di marmo con una teatralità decadente: ci sono i ramati, tondi e sodi, i cuore di bue, enormi e avvolgenti, i costoluti, dalle pieghe irregolari.
Alla spicciolata arrivano anche i ciliegini, i miei prediletti: sospesi in grappoli, come uve scarlatte, per l’intera stagione estiva accompagnano una fetta di pane o le insalate sulla mia tavola.
In questo periodo, nella testa faccio l’elenco dei lavori ancora da realizzare, fuori e dentro casa, per lavoro o per puro piacere: i pomodori non sono solo da raccogliere, dovrò trovare il tempo per essiccare, trasformare e invasare.
Quelle pere già nelle ceste mi tornano alla mente di continuo, penso ai succhi, alle conserve.
Ogni estate si ripete lo stesso rito, dopo anni conosco a menadito le scadenze e ogni volta mi sento con l’acqua alla gola: non posso lasciare che tutto questo pensare prenda il sopravvento, so che finirei per perdere il filo di quello che stavo facendo.
Spesso l’unico modo per non perdersi è fermarsi: rallentare, definire il tempo.
O almeno questo è l’unico modo che conosco io e, sinceramente, non me ne dispiaccio. Da lì in poi tutto sembra rischiarare, si pulisce, tutto è più limpido.
Preparare una pasta fatta in casa non è solo un lusso, ma un gesto che mi ricollega al mondo esterno.
E il mio mondo esterno, in questo momento, profuma di basilico fresco, di pomodori caldi e sugosi, pizzica al naso come l’aroma del peperone che finalmente si colora.
Una volta preparati, i maccheroni al ferretto possono essere consumati freschi o lasciati essiccare all’aria su dei telai, coperti da un canovaccio e rigirati spesso per una essiccazione più uniforme.
Una pasta fresca ben essiccata può conservarsi fino a 90 giorni. Attenzione però a eliminare completamente l’umidità presente, se quest’operazione non viene fatta alla perfezione il rischio è quello di dover buttare tutto causa insorgenza di muffe.
Come ogni pasta fatta a mano, anche questa richiede tempo e un pizzico di manualità, ma quella, statene certi, verrà con un po’ d’esercizio.
I maccheroncini si sposano con qualsiasi sugo vogliate scegliere: di carne, di pesce, semplici pesti o sughi di verdure…unica regola, l’abbondanza!
Buona settimana,
Manuela
- 400 g di semola di grano duro rimacinata
- 200 g di acqua tiepida
- 1 cucchiaio di olio extravergine
- Per il condimento
- 500 g di pomodorini
- 2 peperoni corno
- foglie di basilico fresco al gusto
- 2 spicchi d'aglio
- olio extravergine
- pepe fresco
- ( o peperoncino a piacere)
- Per la pasta fresca: impastate la farina, l'acqua e l'olio, lavorate fino a ottenere una palla liscia, coprite con la pellicola e fate riposare per 30 minuti.
- Formate dei cordoni di 1 cm di diametro, poi con un coltello riduceteli in pezzettini della stessa dimensione. Lavorateli attorno a un ferro da calza o uno stuzzicadenti lungo e ottenete i maccheroncini.
- Distribuiteli su un telaio o un vassoio infarinato con la semola: coprite con un canovaccio pulito e rigirateli più volte per fare essiccare in maniera uniforme.
- Lavate i peperoni, asciugateli, poi scaldate una piastra o il forno (in questo caso 100°C), scottatevi i peperoni rigirandoli più volte. Quando saranno morbidi e la pelle esterna inizierà a staccarsi toglieteli dal fuoco e metteteli in un sacchetto per alimenti. Chiudete e lasciate qualche minuto al suo interno: questo procedimento vi aiuterà a eliminare la pelle.
- Eliminate i semi e la placenta, tagliate i peperoni prima in falde, poi a listarelle grossolane.
- Scaldate l'olio con gli spicchi d'aglio schiacciati: unite i pomodorini già lavati e asciugati e fateli saltare. Cuocete a fiamma viva e incoperchiati: la buccia dovrà risultare caramellata e a tratti bruciacchiata. Unite i peperoni, qualche foglia di basilico e cuocete a fiamma bassa per qualche minuto ancora. Regolate di sale e spegnete.
- Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, saltatela nel tegame con il suo sugo, amalgamando con qualche cucchiaio di acqua di cottura, pepate e servite con altre foglie di basilico fresco.
Letture e approfondimenti:
- Tra le nuove uscite su conserve e fatti in casa c’è il nuovo volume della collana Slow food, “Conserve fatte in casa. 110 ricette dolci e salate”. Tante idee per trasformare frutta e verdura, ma non solo – anche pesce, carne e formaggio – la scelta dei metodi più naturali e genuini per evitare sprechi, fare scorta di cibi sani, buoni e subito pronti da portare in tavola.
- Una bellissima storia (e ricetta)- anche se ormai un po’ datata- che voglio condividere con voi è quella di Sonia, di OPSD (Oggi pane e salame, domani…): mi avevano incuriosito la storia di questi maccheroni e mi avevano incantato le mani al lavoro di chi sa bene come muoversi tra acqua e farina. Qui trovate il link.